FOTORITRATTO DI ALDO BUSI
Lettera di Aldo Busi a Dagospia
copertina charlie hebdo
Bene, ho appena finito di guardare il numero di Charlie Hebdo uscito ieri con “il Fatto”. La prima reazione è, ‘Proprio bruttarello. Non ho proprio perso niente a non averlo più comprato negli ultimi dieci anni’, e del resto sfido Marcello Cavagna a ricordarmi se negli ultimi quindici anni di mie visite a Parigi me ne abbia fatto menzione lui stesso una sola volta.
CHARLIE HEBDO PAPA RATZINGER
Le sole e poche vignette carine e un po’ spiritose sono quelle non strettamente politiche, tutte già inevitabilmente viste, come l’araba con l’ombelico fuori che nel Ramadan grida all’arabo barbuto, “Mi faccio mangiare la figa quando mi pare e piace, capito?” eccetera.
Una delusione rinnovata, e se dedichi del tempo per guardare le vignette, poi non ti va di dedicarlo anche agli articoli; se le vignette, dopo un paio, ti hanno stufato, non basta l’adesione ideologica di massima per prendere in considerazione la possibilità di ricrearti con i testi, l’estetica del linguaggio a livelli di ricezione davvero importanti sottostà a leggi ben più ferree.
BUSI E GELMINI A PIAZZAPULITA
Infine, o lo si è comprato come atto di fede e lo si conserva come reliquia o da solo non sta in piedi, e comprato questo, i seguenti numeri, che mi auguro numerosi, non mi beccano più. Non ha niente di diverso, nella sua ripetitività obbligata, di “Marie Claire”.
CHARLIE HEBDO ISLAM
Ha ragione Marco Cavalli: vedono i martiri solo se ammazzati e li onorano tanto più è spettacolare il modo in cui sono stati ammazzati. Gli ipocriti e i vigliacchi fanno massa o clan per sentirsi nel giusto sulla scia del sangue altrui. Poi ci sarebbero gli altri, non passibili di passare nei telegiornali, i martiri da vivi, “i martiri costantemente al sangue”, come li ho definiti io in ‘’Vacche amiche’’.
Padellaro saluta Busi
Ovviamente evviva la libertà di pensiero e di parola e anche di vignetta e la libertà di fare blasfemia quanto ci pare e piace... che altro faccio io dai dieci anni in qua?... ma non basta per saperla usare, ci vuole ben altro della satira e dell’anarchia per una rivoluzione permanente o per un minimo cambiamento, la satira ottunde, mica affila, e non si dà pena di fare i conti con il tempo di azione/reazione che la oblitera alla svelta.
Je suis Charlie
Morale: non darei una sola pagina di Vacche amiche in cambio di tutti i numeri di Charlie Hebdo. Viva Charlie Hebdo, certo, ma o si mettono tutti le magliette con su “Io sono Aldo Busi” senza prima ammazzarmi o non vale.