Aldo Grasso per il Corriere della Sera - Estratti
pietrangeli sinner
Ma quel monumento del tennis italiano che è stato Nicola Pietrangeli non ha un amico che lo aiuti a salvaguardare il monumento stesso? Rai2 sta riproponendo un vero gioiello, il docufilm in sei puntate «Una squadra» di Domenico Procacci, già in onda su Sky. Fra i tanti meriti della serie ce n’è uno molto particolare: la scoperta del carattere dei quattro campioni che vinsero la Coppa Davis in Cile nel 1976: Barazzutti, Bertolucci, Panatta e Zugarelli.
Panatta e Bertolucci sono dei fuoriclasse anche nel campo della comunicazione (dai commenti in tv ai podcast), ma anche gli altri due rivelano uno spessore umano ragguardevole. Chi ne esce malissimo, per colpa sua, è Pietrangeli: astioso, invido, sprezzante, «divisivo», come si dice ora: «Nessuno ha riconosciuto che la squadra l’ho costruita io.
una squadra 3
Panatta e Bertolucci da una parte, Barazzutti e Zugarelli dall’altra: mangiavano, si allenavano, correvano per proprio conto. Panatta diceva di Barazzutti cose tremende, lo chiamava la scimmia.
La Davis l’hanno vinta loro; ma non mi riconoscono che sono potuti andare in Cile solo grazie a me». Invece tutti gli hanno riconosciuto il merito della trasferta. Le cose sono peggiorate con le vittorie di Jannik Sinner. Ogni volta, di fronte al giovane campione, sente il bisogno di rivendicare il suo medagliere: «Chi è più forte tra me e Sinner? È un paragone che non si può fare. Dico solo che Sinner ha vinto pochi titoli e io 48 tornei, anche se non tutti importantissimi».
PANATTA NICOLA PIETRANGELI
(...) L’unico amico che gli è rimasto è Panatta: «A Nicola gli si vuole bene, spero campi altri 90 anni però ha scocciato con questo modo di porsi. Il suo, più che affetto, sembra rancore».
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