Estratto dell'articolo di Aldo Grasso per il “Corriere della Sera”
ALDO GRASSO
Programma di inserimento televisivo. All’asilo funziona così: il primo giorno, il genitore – o chi per lui – passerà un’ora insieme al bambino, giocandoci in classe; il secondo giorno, sempre di un’ora, il bambino sarà solo; il terzo giorno… In tv, lo schema è abbastanza simile, fatto salvo l’accompagnamento genitoriale.
Dunque, è venuto il momento di ricollocare nell’area Fratelli d’Italia Gianfranco Fini. Con discrezione, con tatto, con oculatezza. La casa di Montecarlo pesa ancora, un Tulliani (inteso come cognato) è per sempre. Allora si fa così: prima Fini appare a qualche manifestazione pubblica in modo da essere ripreso da qualche telecamera e finire in un notiziario, uno qualunque.
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Poi si ascende al gradino più basso della catena alimentare televisiva, in questo caso Bella Ma di Pierluigi Diaco (Rai2), il luogo ideale per confessioni generiche, per una ricerca di complicità, per struggimenti musicali. Per rientrare nel giro bisogna pagare pegno al sentimentaloide, alla chick-tv, la tv per pollastrelle, una consolazione per spettatori dalla lacrima facile e dalla bocca buona. Terminato il bagno d’umiltà con Diaco si può aspirare a qualcosa di più.
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Se Fini venisse invitato da Veronica Gentili o da Giuseppe Brindisi o da Massimo Giletti sarebbe perfetto. Il percorso di inserimento televisivo potrebbe dirsi concluso e il Nostro avrebbe le carte in regola per rientrare alla corte della papessa Giorgia.
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P.S. È vero, ci sarebbero i passaggi dall’Annunziata, ma Mezz’ora in più appartiene al secolo scorso.
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