Aldo Grasso per il “Corriere della Sera”
MARCELLO DE VITO VIRGINIA RAGGI
Tema. «Ci si conserva onesti il tempo necessario che basta per poter accusare gli avversari e prendergli il posto» (Leo Longanesi).
luca parnasi
Svolgimento. La banda degli onesti a Cinque Stelle ha colpito ancora. Quasi tre anni di governo e altrettanti arresti eccellenti nel Comune di Roma (più 10 assessori cambiati). Il primo è Raffaele Marra, all’epoca braccio destro della Raggi. Accusato di corruzione. Il secondo è Luca Lanzalone, presidente di Acea. Si credeva il mister Wolf della «sindaca a sua insaputa».
MARCELLO DE VITO A REGINA COELI
Il terzo è Marcello De Vito: nelle carte dei pm è accusato di aver ricevuto soldi dal costruttore Parnasi e influenzato le scelte del Campidoglio. Certo per chi ha fatto dell’onestà una sorta di diversità antropologica, per chi ha votato in fretta e furia la legge «spazzacorrotti» è un brutto colpo.
luigi di maio onesta
E non basta che Luigi Di Maio espella con un tweet il reo («De Vito non lo caccio io, lo caccia la nostra anima, lo cacciano i nostri principi morali, i nostri anticorpi»), non basta la teoria della mela marcia (la mela non cade mai lontano dall’albero, soprattutto se è marcia); non basta far finta che tutti gli onesti arraffi dei Cinque Stelle non rappresentino una «questione morale».
RAGGI DE VITO LOMBARDI DI MAIO FRONGIA
Conclusioni. Erano così onesti che si sono lasciati corrompere una sola volta: quando c’è stata «una congiunzione astrale» (traduzione: quando gli è capitata l’occasione).
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