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    “IL NUOVO PROGRAMMA DELLA BIGNARDI NON HA NULLA DI NUOVO” - ALDO GRASSO INFIOCINA “VUOTO DARIA”: “È COME ‘LE INVASIONI BARBARICHE’, COME ‘L'ORA GLACIALE’, CON QUEI TITOLI CHE INCUTONO DIFFIDENZA. DEV'ESSERE PER VIA DEL SUO KARMA PESANTE - LA BIGNARDI AVREBBE BISOGNO DI ESSERE PIÙ NAZIONAL-POPOLARE. IL RITMO DEL PROGRAMMA È LENTO, COMPIACIUTO, SENZA LA DETERMINAZIONE CHE IN TV, A VOLTE, PERMETTE DI ASSEGNARE UN POSTO ANCHE ALL’INSIGNIFICANTE”


     
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    Aldo Grasso per il “Corriere della sera”

     

    aldo grasso aldo grasso

    Fedele a sé stessa. L' assedio, il nuovo programma di Daria Bignardi, non ha nulla di nuovo. È esattamente come Le invasioni barbariche , come L'ora glaciale , con quei titoli che incutono sempre un po' di diffidenza. Dev'essere per via del suo karma pesante (Nove, ore 21,30 e altri canali Discovery). Nella prima puntata si presenta pettinata come l'istitutrice de Il Collegio e come tale si comporta, forse per via dell'emozione. Per fortuna il primo ospite è Beppe Sala, il beneamato sindaco di Milano, capace non solo di ridare vita alla nostra città ma anche di rianimare la scena.

     

    Si assiste a un curioso scambio di accuse che meriterebbe l'interpretazione di un Recalcati. Daria biasima il sindaco di essere radical chic, un «fighetto», lo vorrebbe più nazional-popolare. Qualcosa del genere era già successo con Mario Monti, cui Daria aveva inopinatamente regalato un cane. A Sala va meglio: è costretto a indossare un marsupio e degli occhiali truzzi.

    daria bignardi l assedio daria bignardi l assedio

     

    Ma con i grandi progetti che aspettano Milano (la questione degli stadi, per esempio) è proprio necessario occuparsi di Instagram o di fidanzate? In realtà è la Bignardi che avrebbe bisogno di essere più nazional-popolare come ai tempi del Grande Fratello (la sua migliore interpretazione).

     

    Gli autori (e il suo milieu di riferimento) la costringono invece ad assumere il ruolo della grande scrittrice che si concede alla tv, che si confronta solo con i valori, che manda uno scrittore vicario a fare il ganzo con il libro di Giulia De Lellis. E si vede benissimo che lei non conosce il mondo Discovery altrimenti avrebbe saputo sfruttare molto meglio Federico Fashion Style. Forse avrebbe bisogno non di citare Harold Bloom a un rapper ma di un ritiro spirituale nel Castello delle Cerimonie. Il ritmo del programma è lento, a tratti troppo compiaciuto, senza quella determinazione che in tv, a volte, permette alla grazia di assegnare un posto anche all' insignificante.

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