Estratto dell'articolo di Aldo Grasso per il “Corriere della Sera”
mohammad bin salman
Questo è un articolo politico, questo è un articolo sul rapporto fra potere e televisione. Da due giorni, tutti i programmi sportivi non fanno che parlare del possibile acquisto di Sandro Tonali da parte del Newcastle per una cifra che oscilla tra i 70 e gli 80 milioni di euro. I commenti vanno da «che peccato!» a «è un grande affare per il Milan e rappresenta un’irripetibile occasione per il calciatore». Sarà.
Grazie alla tv, il calcio, specie quello della Premier League, è uno degli sport più visti al mondo, uno strumento ideale per creare visibilità, una classica strategia di soft power.
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newcastle
Dietro il Newcastle c’è un fondo stimato intorno ai 430 miliardi di dollari guidato da Mohammad Bin Salman Al Sa’ud, 36 anni, un membro della famiglia reale Al Sa’ud, figlio dell’attuale re saudita Salman e principe ereditario.
Il suo patrimonio è stimato intorno ai 18 miliardi di dollari, che lo pone accanto allo sceicco Mansour, proprietario del Manchester City. Il Qatar come gli Emirati Arabi Uniti, il Bahrein come l’Arabia Saudita sono Paesi alle prese con importanti sforzi in ambito sportivo: sponsorizzazione di squadre di calcio, di ciclismo, circuiti di Formula 1 e Motomondiale. Teniamolo presente, non facciamo finta di nulla. Sono Paesi dove la democrazia non è considerata un valore primario. Però il tifo è cieco, tutti sognano un emiro come presidente della propria squadra, insultano per i mancati acquisti e sarebbero pronti a barattare il loro passato per un Tonali in più. Parliamone.
mohammed bin salman