Estratto dell'articolo di Aldo Grasso per il "Corriere della Sera"
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Dopo «Enricomincio da me», Rai2 ha proposto una seconda performance teatrale di Enrico Brignano, «Tutto suo padre... e anche un po’ sua madre», scritta dallo stesso Brignano, Mario Scaletta, Massimiliano Giovanetti, Max Orfei, Giancarlo Magalli e Fabrizio Nardi, per la regia di Cristiano D’Alisera.
È sempre difficile scrivere di un prodotto pensato per il teatro e poi riproposto in tv. Per molte ragioni, la principale delle quali è questa: l’attore, nel rappresentare il suo testo, si sintonizza con il pubblico presente, le sue antenne captano il feedback della sala (l’onda di ritorno) e agisce di conseguenza. Inoltre, Brignano si rivolge a una platea di suoi estimatori, che ha pagato un biglietto e si è mossa apposta da casa per andare a vederlo. Tutto questo per dire che c’è una diversa percezione delle battute. […]
ALDO GRASSO
L’umorismo di Brignano è di grana grossa e si basa molto anche sulla fisicità, di un corpo sempre in movimento e di una parola profluviale che mette seriamente in crisi «l’impolverata stirpe dei recensori» costringendoli a una maratona di appunti, a un gomitolo di inutili parole. Di recente, Einaudi, nella collana Stile libero, ha pubblicato un libro di Brignano: «Non facciamone una tragedia. La mitologia secondo me», una rilettura di miti classici proposti idealmente alla figlia per intrattenerla e farla addormentare: «Vedi amore, Giapeto è un nome composto da due parole: la prima, già, che significa avvenuto, e peto che significa... ma andiamo avanti». A pubblicare questo libro da Einaudi lo ha spinto un certo Beppe. Chi sarà mai?
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