Estratto dell'articolo di Aldo Grasso per il “Corriere della Sera”
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Fisionomia della risata. Da come uno ride si capisce il carattere, s’intuisce da quale archetipo discendano certe espressioni che la tv ci offre.
Spesso mi diverto a fare questo esperimento, facilmente replicabile da tutti, basta andare sul sito de La7 e rivedere la copertina di Luca e Paolo a «DiMartedì». L’altrieri, per esempio, i due comici genovesi hanno ironizzato su alcuni fatti, come si dice, saliti di recente all’onore della cronaca: l’intervista a Vogue di Elly Schlein, la bocciatura del Def per l’assenza dei deputati di maggioranza, l’assenteismo cronico di Antonio Angelucci, Matteo Salvini che inveisce contro il ladro di ambulanze dell’isola d’Elba, le spiritosaggini di Maurizio Gasparri.
marco furfaro
Mentre Luca e Paolo si esibiscono, la regia stacca sui volti degli ospiti in studio per rubarne le reazioni: Alessandro Cattaneo (FI) ride a denti stretti perché sa che in queste situazioni è meglio ridere; Marco Furfaro (Pd) ride sempre, e sempre compiaciuto; Eliana Como (Cgil) non si trattiene; Massimo Magliaro (storico portavoce del segretario del Msi Giorgio Almirante e già direttore di Rai International e presidente di Rai Corporation) ride a tratti di gusto (su Berlusconi) poi fa la faccia feroce; il giovane scrittore sardo Matteo Porru non riesce a trattenersi; Donatella Di Cesare non ride mai, è sempre imbronciata. Poi c’è il conduttore Giovanni Floris che ride per tutti.
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[...] Si dice che chi non è capace di ridere non va preso sul serio, ed è vero. Spero non venga vissuto come un attacco personale, è solo un esempio, ma Donatella Di Cesare non riesce mai a formulare un pensiero convincente, forse perché si prende troppo sul serio, appunto. Anche Marco Furfaro ride sonoramente per elevarsi alla confusione che gli è propria. [...]
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