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    “IL FESTIVAL È FINITO NEL COMPROMESSO, NELL’IPOCRISIA, NELLA PUSILLANIMITÀ…” - ALDO GRASSO SCRIVE QUEL CHE TUTTI PENSANO: “IL TESTO DELLA LETTERA DI ZELENSKY È STATO LETTO ALLE 2.15 (ERA GIÀ DOMENICA) DOPO L’ESIBIZIONE DI TUTTI I CANTANTI IN GARA. AMADEUS FACEVA MEGLIO A NON LEGGERLO PER NON ESPORRE IL FESTIVAL DI SANREMO A UNA FIGURACCIA INTERNAZIONALE - OLTRE A MENGONI, HA VINTO INSTAGRAM, LA ‘BOTTEGA’ DI CHIARA FERRAGNI: TRAMITE UN TUTORIAL AD AMADEUS, IL SOCIAL HA GODUTO GRATUITAMENTE DI UNA PUBBLICITÀ CHE, MONETIZZATA, AVREBBE FORSE SALVATO I BILANCI DELLA RAI…”


     
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    Aldo Grasso per il “Corriere della Sera”

     

    AMADEUS LEGGE LA LETTERA DI ZELENSKY A SANREMO AMADEUS LEGGE LA LETTERA DI ZELENSKY A SANREMO

    Peccato, un Festival che era iniziato con l’avallo più prestigioso, la presenza del presidente Mattarella, è finito nel compromesso, nell’ipocrisia, nella pusillanimità. Il testo della lettera di Zelensky è stato letto alle 2.15 (era già domenica) dopo l’esibizione di tutti i cantanti in gara.

     

    In tutta onestà, Amadeus faceva meglio a non leggerlo per non esporre il Festival di Sanremo a una figuraccia internazionale. I messaggi del presidente ucraino, il cui Paese è stato invaso da Vladimir Putin, sono stati ospitati da manifestazioni come i Grammy Awards, la Mostra del cinema di Venezia, il Festival di Cannes, i Golden Globes. Il no era venuto soltanto dalla Fifa (nomen omen), durante i mondiali di calcio in Qatar. È finito negli inevitabili scazzi della politica.

     

    MEME SU ZELENSKY A SANREMO BY CARLI MEME SU ZELENSKY A SANREMO BY CARLI

    Davvero si è deciso di accelerare il cambio della dirigenza di Viale Mazzini per la performance del marito della Ferragni? Perché ha strappato la fotografia di un viceministro che si era travestito da nazista? E le grandi richieste di cambiamento non vengono forse dal sottosegretario Gianmarco Mazzi, uno che ha già diretto il Festival di Sanremo, che ha organizzato trasmissioni tv e concerti all’Arena di Verona (persino con il «comunista» Gianni Morandi) senza che nessuno gli abbia chiesto conto della sua appartenenza politica?

     

    Manca poco che contestino alla regia il numero di volte che ha inquadrato la famiglia di Amadeus seduta in prima fila (onestamente, un po’ troppe). Se questo è il modo di governare Sanremo, diventerà il festival dei partiti, dove a ogni apparizione corrisponderà un’interpellanza parlamentare. Oppure una festa di partito, così nessuno più si lamenterà. Oltre a Mengoni, ha vinto Instagram, il territorio prediletto, la «bottega» di Chiara Ferragni: tramite un tutorial ad Amadeus, il social network ha goduto gratuitamente di una pubblicità che, monetizzata, avrebbe forse salvato i bilanci della Rai.

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