ALEMANNO SPIEGA GUCCINI " LO CANTAVAMO DA RAGAZZI MA CE NE VERGOGNAVAMO"
Alessandra Paolini per “La Repubblica - Roma”
« Cosa è di destra, cosa è di sinistra? » , si chiedeva Giorgio Gaber in tempi politicamente molto meno confusi di adesso.
E figuriamoci se ieri fosse entrato da Titta, nel cuore di San Giovanni, trovandosi di fronte Gianni Alemanno impegnato a declamare le canzoni di Francesco Guccini. Sì, quell' Alemanno lì, a lungo capopopolo della destra romana e poi sindaco tutto legge e ordine, e quel Guccini lì che parlava di ferrovieri anarchici e un po' terroristi e di bambini ebrei ridotti in fumo ad Auschwitz.
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« Noi lo cantavano ma ce ne vergognavamo - racconta sorridendo adesso Alemanno - e così lo facevamo a fine serata, un po' in clandestinità, tra camerati fidati » . Ora invece la vergogna non c' è più: «Rimane la qualità dei testi e il racconto di persone e realtà che sento vicine, in un tempo in cui più che destra e sinistra le vere forze in campo sono le forze globaliste che dominano il mondo e i popoli che gli si ribellano, nel mondo occidentale come nelle periferie dell' Asia e dell' America Latina. Mi fa sorridere la contraddizione che c' è tra i testi di Guccini e le parole che usa oggi la sinistra».
Da Titta al 162, ristorante a chilometro utile, c' è anche la nuova fidanzata Silvia ad applaudire i versi dell' Avvelenata. E in materia di canzoni d' amore, cosa insegna Guccini?
« Beh, qui la cosa è più complicata da giovani ci innamoravamo con le parole di Lucio Battisti che noi amavano pensare fosse di destra e magari non lo era. Però chissà, forse non servono le canzoni per innamorarsi davvero».
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