Alberto Simoni per “La Stampa”
ALEC ROSS
«Non vedo figure all'orizzonte capaci di unire la destra italiana perché non credo che ci siano le condizioni perché si imponga quel culto della personalità che c'è oggi negli Usa con Trump».
Alec Ross, consigliere di Barack Obama sin dagli inizi della corsa alla Casa Bianca, conosce le dinamiche di quel Partito repubblicano cui i leader del centrodestra italiano sembrano puntare per ridare slancio alla coalizione uscita frastornata dal voto al Quirinale.
Quando Ross parla di culto della personalità si riferisce a un Gop - così negli Stati Uniti è noto il Partito repubblicano - che non ha più «l'identità e l'ideologia dei tempi di Reagan e di Bush, ma piuttosto è scivolato verso una deriva in cui domina Trump», attorno al quale si è cementato un consenso quasi fideistico. «Il Gop ha virato - spiega il politologo - su posizioni di ultradestra per la presenza dell'ex presidente e tutti seguono quello che dice lui».
BERLUSCONI MELONI SALVINI
Non lo vede quindi un Trump italiano? In fondo di Berlusconi si diceva essere stato per alcuni aspetti un anticipatore di Donald e la galassia di centrodestra ha gravitato fra alterne fortune attorno a lui per vent' anni
«Sono molto diversi i due. Berlusconi voleva essere amato, Trump è invece sempre mosso dalla rabbia e dall'astio. Sono diversi gli atteggiamenti e l'approccio».
Ma potrebbe spuntare qualcuno e dire: sono io il partito repubblicano d'Italia. E riuscire nell'impresa?
«Non vedo personalità con questa indole capaci di fare quello che sta facendo Donald Trump».
SALVINI BERLUSCONI MELONI
Salvini?
«Vorrebbe essere lui il motore di quel culto della personalità ma gli mancano l'intelligenza e il carisma dell'ex presidente»
Meloni?
«Mi pare abbia più la tendenza a essere indipendente».
Berlusconi lo scarta a priori
«Troppo avanti con gli anni. Ma in Italia ci sono molte persone dotate di talento e preparate. Penso a Giorgetti, può essere un leader, ma molto differente da un Trump capace di esaltarsi e trascinare un pubblico in un comizio con 50mila persone».
SALVINI MELONI BERLUSCONI
Il modello repubblicano targato Trump non è quindi esportabile in Italia?
«Certi movimenti tendono a crescere e ad affermarsi quando le cose per un Paese, da un punto di vista sociale, economico e persino politico, vanno male. É successo nel decennio scorso in diversi Paesi occidentali, ma se guardiamo l'Italia oggi non ha queste caratteristiche.
L'economia è in netta crescita, la gestione del Covid è stata all'altezza pur con le difficoltà che conosciamo; l'imprenditoria italiana è forte, c'è una impresa italiana, Gementa, che è stata quotata, prima volta in assoluto, al Nasdaq.
Le cose stanno andando meglio e questo aumenta il livello di ottimismo restringendo le condizioni affinché emergano personalità in stile Trump per intenderci».
SALVINI TRUMP
Liberale, moderata, conservatrice, sovranista, nazionalista: dove vanno i partiti di destra in Europa? Riescono a fare una sintesi fra le diverse anime?
«C'è una frattura netta fra l'ultradestra e le forze più conservatrici e ovunque mi pare che questo matrimonio sia difficile. Credo l'unità sarà sempre più difficile. L'abbiamo visto in Austria e nel Regno Unito dove i Tory sono divisi in maniera netta e faticano a coesistere. Ci sono solo due modi per tenerle unite».
Quali?
«Il primo è appunto la presenza di una figura carismatica; l'altro è l'abuso di potere e la distruzione di un sistema messo in atto in Ungheria da Orban. Ma in Italia o in Francia questo non può avvenire».
SALVINI TRUMP
Il decennio scorso ha visto la crescita in Occidente delle spinte nazionaliste su cui certa destra ha soffiato convintamente. Hanno raggiunto il picco o pensa possa esserci un nuovo balzo?
«L'esempio migliore è la Brexit, nessuno nel Regno Unito adesso sta meglio rispetto a prima del referendum del 2016. L'uscita di Londra della Ue verrebbe rigettata dai britannici proprio perché hanno vissuto sulla loro pelle le difficoltà e i problemi quando si cede a un approccio nazionalista della politica.
In secondo luogo c'è stata una buona risposta dell'Unione europea e di Bruxelles alla pandemia. Vero che la Ue è stata in difficoltà e ha vacillato nella prima fase ma poi, anche grazie lavoro incredibile di Paolo Gentiloni, ha tramutato le difficoltà in successi e varato un Recovery Fund fondamentale per la crescita del Continente.
OBAMA HILLARY CLINTON
E queste sono azioni che hanno un fortissimo impatto sulla gente che si rende concretamente conto dell'importanza di procedere uniti».
La riporto in America: fra 9 mesi ci saranno le elezioni di Midterm. I sondaggi danno favoriti i repubblicani. Sarebbe una vittoria del Partito o di Trump?
«Troppo presto per fare previsioni, tutto può cambiare e accadere. Come saranno la situazione economica e l'inflazione in novembre? E la pandemia? Questo inciderà quando saremo vicino al voto. Parlo per esperienza diretta».
Cioè?
michelle obama alla convention democratica
«Nell'agosto del 2007 quando lavoravo per la campagna elettorale di Obama ricevetti una chiamata da quelli di Hillary Clinton: "É finito". Partita chiusa insomma. Cinque mesi dopo Barack vinceva i caucus dell'Iowa». Il resto è storia.