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    “IL FUTURO È DI LETTA E MELONI” - ALESSANDRA GHISLERI: “CREDO CHE I BUONI RISULTATI DI AZIONE E PIÙ EUROPA E QUELLI NEGATIVI DEI CINQUE STELLE PONGANO UN PROBLEMA A LETTA - IL SORPASSO DI FRATELLI D’ITALIA SULLA LEGA? IL PARTITO DI MELONI IN QUASI TUTTO IL NORD HA ACQUISITO PICCOLI PORTATORI DI VOTI DA FORZA ITALIA E DALLA LEGA. I 5 STELLE SONO NATI SU TANTI NO, ESSENDO STATI AL GOVERNO E AVENDO MESSO LE MANI NEL SISTEMA, NON POSSONO PIÙ TORNARE INDIETRO. NON SAREBBERO PIÙ CREDIBILI. DEVONO COSTRUIRE UN PERCORSO…”


     
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    ALESSANDRA GHISLERI ALESSANDRA GHISLERI

    Fabio Martini per “la Stampa”

     

    I risultati delle elezioni comunali e dei referendum non spostano decisamente il Paese verso una coalizione, anche perché gli italiani hanno ancora tanta paura dell'ignoto indotto da pandemia e guerra e tuttavia premiano le due forze che stanno provando a pianificare il proprio futuro: i Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni e i Democratici di Enrico Letta.

    letta meloni letta meloni

     

    Non è ancora detto che potrebbero diventare loro i partiti-guida alle prossime elezioni politiche. L'analisi di Alessandra Ghisleri, leader di Euromedia Research, lo conferma: anche stavolta i numeri elettorali non parlano da soli: bisogna saperli leggere, per capire quali scenari preparano. Con una responsabilità in più: oramai i leader interpretano il mondo attraverso i sondaggisti e dunque i più professionali di loro sono diventati le "Sibille" della politica italiana.

     

    Affidarsi a voi non è peccato, ma farne derivare ogni decisione non trova che sia abdicare alla loro funzione: da leader a follower?

    «Non è sbagliato. È sbagliatissimo! I sondaggi vengono fatti per capire qual è il mood dell'opinione pubblica. Se tu rispondi direttamente al sondaggio, vuol dire che non lo hai capito. Il leader deve studiare i dati e decidere autonomamente il da farsi. Programmare un percorso».

    MELONI LETTA MELONI LETTA

     

    Sul flop dei referendum tante cause. Ma chi li ha promossi, non li ha poi abbandonati per strada?

    «Chi grida allo scandalo sono gli stessi che non hanno cavalcato più di tanto i referendum. Chi ha raccolto le firme, ha un po' abbandonato il campo».

     

    Leggendo bene i dati dei referendum, scopri che la separazione delle carriere ha avuto un milione e 700mila sì in più rispetto ad altri quesiti: un voto pensato?

    «Un voto consapevole, per chi ha votato: in genere i più adulti. Può disturbare l'idea ma i più giovani sono rimasti abbastanza insensibili. E questo non è un buon segnale: la società cambia per loro e per quelli di loro che saranno classe dirigente».

     

    alessandra ghisleri alessandra ghisleri

    Quando è chiamato a votare quasi un italiano su cinque, è lecito aspettarsi un trend: non pensa che invece abbiamo la conferma di tendenze note, i sindaci uscenti sono intoccabili, mentre una qualche differenza possono farla candidati assai azzeccati o assai infelici?

    «È così. Sui sindaci uscenti c'è da fare una riflessione importante. Escono da due anni di pandemia, da una gestione complicata. Si premia il sindaco, la persona. Pensiamo a Bucci, a Genova: l'altra volta si era candidato col centrodestra, stavolta lo ha fatto da solo, col sostegno del centrodestra. Ha allargato il "mercato". La gente si affeziona a chi fa bene ed è competente. La Lista Bucci ha superato in voti la lista che l'aveva trainato: la Lega».

     

    Elezioni e referendum che umore restituiscono del Paese?

    matteo salvini giorgia meloni federico sboarina matteo salvini giorgia meloni federico sboarina

    «Una insofferenza verso un sistema politico che pensa di conquistare il consenso con le strette di mano durante la campagna elettorale. Insofferenza verso una politica che non tiene conto di quel che la gente sente e vede tutti i giorni, dal costo della vita al lavoro difficile. Ma quel che manca è una pianificazione del futuro del Paese, dire chiaro: ci metteremo tot anni, ma cambieremo le cose per davvero. Tutto sembra gestito in emergenza».

     

    L'effetto-guerra più lo spettro recessione, chi ha aiutato? E a chi può dare una spinta nei prossimi mesi?

    «L'effetto-guerra per noi è economico. Se uno avesse votato ai referendum, sapeva che non avrebbe avuto nessun beneficio economico. Sul medio periodo la guerra può mettere in difficoltà un sistema nel quale nulla è stato pianificato, anche perché gli italiani sono molto pigri e vorrebbero essere accompagnati in ogni percorso».

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    Nel Lombardo-Veneto si registrano diversi sorpassi dei Fratelli d'Italia sulla Lega; piccoli avanzamenti ma simbolici: la frenata di Salvini non si ferma più? E i Fratelli diventano partito nazionale?

    «Lei dice sorpassi simbolici e io penso che nei simboli ci sia sempre qualcosa da studiare e da capire. Da mettere a frutto. A Verona sembra che i Fratelli d'Italia abbiano più voti della Lega e così anche in altre realtà del Nord. Il partito di Meloni in quasi tutto il Nord ha acquisito piccoli portatori di voti da Forza Italia e dalla Lega. A Meloni, considerata troppo legata a Roma, mancava una rete al nord. E le mancava una classe dirigente importante.

    Non a caso la sua Convention l'ha fatta a Milano. Dimostrando, ecco il punto, che lei sta costruendo un percorso. Lei ogni volta conta i suoi voti. Anche a costo, talora, di perdere col candidato. Per lei conta più il partito del leaderismo. Una scuola più antica e diversa dagli altri. Con Salvini la Lega non è più la Lega della Padania, ma la Lega di Salvini».

    giorgia meloni matteo salvini giorgia meloni matteo salvini

     

    Partita patta per il Pd?

    «Credo che i buoni risultati di Azione e Più Europa e quelli negativi dei Cinque stelle pongano un problema a Letta, che pure sta facendo la sua pianificazione: ricostruire storia e valori per tutti quei movimenti che si sono allontanati».

     

    I 5 Stelle sono residuali: l'unica chance è tornare alle origini antisistema? O sono dentro una gabbia?

    «Loro sono nati su tanti No. Essendo stati al governo e avendo messo le mani nel sistema, non possono più tornare indietro. Non sarebbero più credibili. Devono costruire un percorso».

    conte di maio conte di maio

     

    Il futuro è di Letta e Meloni?

    «Le tendenze vanno in quella direzione, ci sono due partiti che si confrontano come centro-destra e come centro-sinistra, due percorsi diversi ma simili. Stanno lavorando sulla loro strada, cercando il proprio baricentro».

    virginia raggi giuseppe conte luigi di maio foto di bacco (2) virginia raggi giuseppe conte luigi di maio foto di bacco (2) salvini meloni salvini meloni

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