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    NON CI ROMPETE I PADIGLIONI! – ALESSANDRA MAMMÌ REPLICA A MASSIMO MININI CHE HA BOLLATO LA BIENNALE D’ARTE DI VENEZIA DI ESSERE ORMAI “UN RUDERE CONCETTUALE”: “I PADIGLIONI NAZIONALI SONO LA COSA PIÙ VIVA. BISOGNA ANDARE, DENTRO E FUORI I GIARDINI PER SCOPRIRE COSA BOLLE IN UGANDA O IN IRLANDA, IN AUSTRIA O IN ZIMBABWE. MININI SOSTIENE INVECE CHE È FUORI DELLA BIENNALE LA VERA ARTE. DOVE? NEI PALAZZI STORICI CHE OSPITANO KIEFER O LA DUMAS? UNA SFILATA SUL '900 DI GRANDI NOMI DA SUSSIDIARIO PER DI PIÙ TUTTI TUTELATI DAI LORO LEGITTIMI SPONSOR”


     
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    Mail di Alessandra Mammì a Dagospia

     

    alessandra mammi foto di bacco alessandra mammi foto di bacco

    Caro Dago ho letto il pensiero del pur stimabile Massimo Minini che dalle pagine del Foglio torna puntuale sulla malsana proposta di abolire i padiglioni nazionali alla Biennale di Venezia, Peccato perché della Biennale son la cosa più viva, anche se le nazioni traballano e la globalizzazione dell'arte impera, anche per colpa del mainstream del mercato.

     

    E dunque, in questa come nelle future e nelle passate biennale, se si vuol vedere qualcosa di non già visto è proprio nei padiglioni nazionali che bisogna andare, dentro e fuori i Giardini per scoprire cosa bolle in Uganda o in Irlanda, in Austria o in Zimbabwe, Svizzera o Emirati.

     

    massimo minini massimo minini

    Ma Minini,  sostiene invece che è fuori della Biennale la vera arte. Dove? Nei palazzi storici che ospitano Kiefer e Nauman, la Nevelson o la Dumas?  Ma abbiamo visto le date di nascita? Una sfilata sul Novecento di grandi nomi da sussidiario per di più tutti tutelati dai loro legittimi sponsor.

     

    Gagosian che porta  Kiefer a Palazzo Ducale accanto a Tintoretto, Richard Staulton che promuove una bel recupero di Bice Lazzari a Ca' Pesaro, Pinault che ci regala due splendide mostre di Nauman e Dumas nei suoi privatissimi palazzi. Persino alla Querini Stampalia arriva la firma della potente Hauser&Wirth per mettere inscena l'imperdibile duetto di Danh Vo e le lampade Noguchi.

     

    Bellissime mostre vero che dobbiamo però soprattutto alla potenza del mercato, mentre quei padiglioni nazionali saranno pure eredità della Società delle Nazioni ma perlomeno si propongono come proposta pubblica che arriva dritta dai Ministeri della Cultura dei diversi paesi.

    Simone Leigh - Biennale 2022 Simone Leigh - Biennale 2022

     

    Quindi non è la Biennale ad essere fuori di sé, ma semmai Venezia che cede senza batter ciglio i suoi musei, i suoi pubblici palazzi storici lasciando persino a volte che il nome delle gallerie sponsor sia più grande del logo dell'istituzione. La Biennale invece fa bene a mantenere una struttura che l'ha resa unica, forte, indispensabile e che funziona ormai dal 1895. Lunga vita ai padiglioni!

    la biennale la biennale anselm kiefer palazzo ducale 05 anselm kiefer palazzo ducale 05 marlene dumas marlene dumas kiefer palazzo ducale venezia kiefer palazzo ducale venezia kiefer palazzo ducale venezia kiefer palazzo ducale venezia Marlene Dumas Marlene Dumas KATHARINA FRITSCH BIENNALE 2022 KATHARINA FRITSCH BIENNALE 2022

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