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    "SONO ANDATO A PRANZO DA MIA MAMMA CON L'AUTO, A BORDO C'ERA IL CADAVERE DI GIULIA" – ALESSANDRO IMPAGNATIELLO, ASCOLTATO IN TRIBUNALE A MILANO, RACCONTA COME HA UCCISO LA SUA RAGAZZA, GIULIA TRAMONTANO, E COSA HA FATTO DOPO: “NESSUNO MI HA AIUTATO AD AMMAZZARLA NÉ A NASCONDERE IL SUO CORPO. LE HO SOMMINISTRATO IL VELENO PER TOPI A MENTRE DORMIVA, QUALCHE CHICCO, PER DUE VOLTE PER PROVOCARLE UN ABORTO" - DOPO AVERLA UCCISA, IMPAGNATIELLO VOLEVA DARE FUOCO AL CADAVERE, FINO A "RENDERLO CENERE"


     
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    IMPAGNATIELLO, 'A PRANZO DA MIA MAMMA CON IL CADAVERE IN AUTO'

    ALESSANDRO IMPAGNATIELLO ALESSANDRO IMPAGNATIELLO

    (ANSA) - MILANO, 27 MAG - "Sono andato a pranzo da mia mamma con l'auto, a bordo c'era il corpo di Giulia". Lo ha detto Alessandro Impagnatiello, raccontando in aula l'episodio del 30 maggio del 2023, tre giorni dopo l'omicidio di Giulia, prima che lasciasse il cadavere dietro ad alcuni box a poche centinaia di metri dalla loro abitazione a Senago, nel Milanese.

     

    Raccontato i dettagli dell'omicidio della fidanzata Giulia Tramontano, l'ex barman ha risposto "assolutamente no" quando gli è stato chiesto dal pm Alessia Menegazzo se qualcuno lo abbia aiutato ad uccidere la 29enne o a nascondere il cadavere. Impagnatiello ha però ammesso di aver tentato di sviare le indagini:

     

    GIULIA TRAMONTANO GIULIA TRAMONTANO

    "I messaggi che mandavo a Giulia erano lettere di addio, era quella parte di me che non credeva a ciò che era successo. Una parte di me che contrastava con quella che aveva agito senza controllo quella sera". Raccontando dei due tentativi di dare fuoco al corpo della fidanzata, Impagnatiello ha detto che voleva "renderla cenere".

     

    IMPAGNATIELLO, 'HO DATO VELENO A GIULIA MENTRE DORMIVA'

    (ANSA) - MILANO, 27 MAG - "Ho somministrato il veleno per topi a Giulia mentre dormiva, qualche chicco, per due volte nella prima metà di maggio. Ma non per farle del male, ma per provocare un aborto". Lo ha detto Alessandro Impagnatiello, interrogato oggi in aula, durente il processo in cui è accusato di aver ucciso Giulia Tramontano, la sua fidanzata al settimo mese di gravidanza. "Non è stata una cosa continuativa. E' avvenuto a maggio è in due occasioni, a distanza breve", ha detto.

     

    alessandro impagnatiello 1 alessandro impagnatiello 1

    Al pm Alessia Menegazzo e al presidente della Corte d'Assise di Milano Antonella Bertoja, che hanno fatto notare come la sua versione contrastasse con l'esito degli accertamenti scientifici e con l'istruttoria dibattimentale, in base ai quali è emerso che il veleno sarebbe stato somministrato da parecchio tempo prima, Impagnatiello ha ribadito: "Non è stata una cosa continuativa. Ho somministrato il veleno a maggio, in due occasioni, a distanza breve. Mentre dormiva con la bocca semichiusa per due volte le ho appoggiato un chicco" sulla lingua. "Non volevo farle male - ha aggiunto - ma procurarle un aborto".

    ALESSANDRO IMPAGNATIELLO - GIULIA TRAMONTANO ALESSANDRO IMPAGNATIELLO - GIULIA TRAMONTANO

     

    IMPAGNATIELLO, IL CELLULARE DI GIULIA L'HO BUTTATO NEL TOMBINO

    (ANSA) - MILANO, 27 MAG - "Il cellulare di Giulia l'ho gettato assieme ai documenti e alle carte di credito nel tombino" nel parcheggio del McDonald's, "dove io lascio il motorino per andare al lavoro" in metro. Lo ha affermato oggi in aula Alessandro Impagnatiello, durante il suo interrogatorio in cui ha raccontato come ha ucciso un anno fa Giulia Tramontano, la sua fidanzata al settimo mese di gravidanza.

    giulia tramontano giulia tramontano

     

    L'uomo ha riferito di aver cercato di bruciare per tre volte il corpo di Giula e di aver pulito l'appartamento usando "sgrassatori ma non candeggina" per non lasciare tracce del suo tentativo di cancellare i segni dell'omicidio. Impagnatiello ora sta ricostruendo gli spostamenti del cadavere, come lui ha detto, "senza alcuna logica. Un susseguirsi di cantina, box e box e cantina".

     

    L'uomo ha anche affermato che il delitto è avvenuto tra le 19.30 e le 20 e che "successivamente, saranno state le 21- 21.30 in mezzo a tutte queste azioni veramente ipnotiche, confusionali, c'era una parte di me, una minuscola parte di me, che era viva e cercava aiuto". Era come se quella parte "cercasse di essere vista da qualcuno - ha aggiunto - perché spostare il suo corpo per quattro rampe di scale in una palazzina dove ci sono famiglie, era come se cercassi di fare in modo che qualcuno mi vedesse, mi scoprisse, mi fermasse, chiamasse la polizia e interrompesse tutto".

     

    i familiari di giulia tramontano i familiari di giulia tramontano

    IMPAGNATIELLO, AVEVO SPACCATURA IN TESTA E NON CAPIVO PIÙ NULLA

    (ANSA) - MILANO, 27 MAG - "Nella mia testa si è creata una spaccatura tale che non capivo più nulla. Giravo per casa, sono uscito, vagavo attorno all'abitazione, fumavo cannabinoide, cercavo di mangiare ma non sono riuscito, mi sono fatto una doccia". Così Alessandro Impagnatiello, interrogato in aula, ha descritto come ha trascorso le due ore circa in cui, il pomeriggio del 27 maggio di un anno fa, ha atteso il rientro a casa di Giulia Tramontano, la sua fidanzata al settimo mese di gravidanza, poi uccisa.

     

    alessandro impagnatiello alessandro impagnatiello

    Quel giorno Giulia si era incontrata con la ragazza con cui Impagnatiello aveva una relazione parallela. Le due donne gli avevano chiesto di incontrarsi sul posto di lavoro, ma lui non volle assolutamente. "Chiesi di vederci il giorno dopo fuori dal lavoro, perché quello era un ambiente dove avevo responsabilità con i dipendenti, ci tenevo alla mia immagine. Sarebbe stata una umiliazione sul posto di lavoro che sarebbe scaturita dalla mia vita privata, e avrebbe fatto crollare la mia immagine. Era una cosa che non riuscivo a sopportare".

     

    IMPAGNATIELLO, GIULIA SI È VOLTATA E L'HO COLPITA AL COLLO

    (ANSA) - MILANO, 27 MAG - "Giulia mi ignora. Io mi muovo, vado verso la cucina, vedo che c'era questo coltello con cui stava tagliando delle verdure", mentre era china in soggiorno per prendere un cerotto da un cassetto in basso di un mobile in quanto si era tagliata e "mi metto immobile alle spalle in attesa che si rialzi per tornare in cucina, l'ho colpita all'altezza del collo, ma non so con quanti colpi. Lei prima si è voltata". Così Alessandro Impagnatiello ha ripercorso in aula il momento in cui ha ucciso la sua fidanzata Giulia Tramontano, al settimo mese di gravidanza.

    alessandro impagnatiello alessandro impagnatiello

     

    Impagnatiello ha raccontato di aver cercato "di mangiare qualcosa, cercai di distrarmi con un panino, con qualcosa di pronto trovato in frigo, ma non avevo fame, solo per tenermi occupato. Poi lasciai spazio a Giulia in cucina. Nel momento in cui uscii, entrò lei in cucina". Erano circa le 19.45. "Giulia - ha ricostruito la dinamica - stava preparando qualcosa per sè quando sentii un piccolo lamento, si era fatta male a un dito. Di fronte al divano, c'è un mobile con un cassetto in basso con dentro i medicinali di cui faceva uso Giulia ed anche cerotti. Le chiesi cosa fosse successo, ma non mi rispose.

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    Lo chiesi di nuovo, ero a pochi metri da lei, e continuava a non rispondermi. Come se non esistessi. Ero totalmente invisibile ai suoi occhi. Mi ignorava". "Mentre lei era abbassata" per cercare nel sacchetto dei farmaci "vado verso la cucina, - ha aggiunto - vedo che c'era questo coltello con cui stava tagliando delle verdure, mi sono piazzato immobile alle sue spalle, in attesa che si rialzasse per tornare in cucina. La colpii, all'altezza del collo. Ma non so quanti colpi, è una informazione che non ho mai avuto. L'ho saputo dalla tv". E rispondendo a una domanda precisa ha detto: "Si è voltata verso di me". I due si sono guardati in faccia e poi i fendenti.

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