Marco Maroni per “il Fatto Quotidiano”
SABINA RATTI ALESSANDRO PROFUMO
Conti "in linea con le attese" e il tentativo dell'amministratore delegato di mantenere la poltrona. Si può riassumere così la giornata di ieri di Leonardo (ex Finmeccanica).
Il colosso degli armamenti a partecipazione pubblica (Tesoro al 30,2%) ha presentato la semestrale: utile in calo a 106 milioni di euro, dai 213 di un anno prima, che sconta il costo straordinario di 170 milioni per l' accordo sui prepensionamenti.
Escludendo quello, il risultato netto contabile crescerebbe dell' 11%, a 236 milioni. Ricavi a 5,589 miliardi di euro, in aumento dell' 1,7%, del 4% se si esclude l' effetto dei cambi. Sono risultati, secondo l' amministratore delegato, Alessandro Profumo, "in linea con le attese". Più nel dettaglio, però, si vedono ordini in calo del 9%, portafoglio ordini giù del 3,9%; e soprattutto un calo del margine operativo lordo, l' indicatore che guardano gli investitori: - 14%.
matteo salvini luigi di maio
Ma forse più interessante dei dati di bilancio è l' intervista che Profumo ha rilasciato al quotidiano Libero, in edicola ieri. Una pagina nella quale il manager appare in perfetta sintonia con il nuovo governo. A partire dal cosiddetto "sovranismo", che non considera in contraddizione con l' europeismo sempre professato, "se per sovranismo si intende avere a cuore gli interessi nazionali"; inoltre "è importante che l' Italia rivendichi il proprio ruolo e i propri interessi nazionali".
Nel nuovo governo Profumo sostiene di aver trovato "attenzione" e "alta capacità d' ascolto"; e in particolare, se la Lega ha grande esperienza politica ("i 25 anni di mestiere di Salvini si vedono tutti"), i 5 Stelle ne hanno meno ma compensano con "una forte predisposizione all' apprendimento". Quanto allo stravolgimento politico del 4 marzo: "I cambi di maggioranza sono una cosa sana".
alessandro profumo
Sono le parole di un manager che si era dichiarato disponibile a impegnarsi in politica per il Pd. Che grazie a quel partito nel 2012 è diventato presidente di Mps, carica che gli costerà un rinvio a giudizio a Milano (aggiotaggio e falso in bilancio, per la vicenda dei derivati Alexandia e Santorini), e che ai vertici di Leonardo è stato nominato dal governo Renzi, nel maggio 2017.
Una nomina che, oltre a far alzare il sopracciglio ai vertici militari, che si sono domandati che c' entrasse un banchiere con l' azienda di armamenti, ha scatenato aspre critiche da parte del Centrodestra e del Movimento 5 Stelle, a cui non è andata giù la nomina di un imputato ai vertici della partecipata pubblica. "Amministratori delle grandi partecipate di Stato imputati per reati gravi? È un fatto che non può lasciare M5S indifferente", scriveva in una nota il Movimento, mentre presentava in Parlamento una mozione di sfiducia nei confronti di Padoan.
salvini di maio
La freddezza nei confronti del manager non si è stemperata da quando il Movimento governa. Come s' è visto, al di là delle foto ufficiali con le strette di mano, nella visita del neo ministro dell' Industria, Luigi Di Maio negli stabilimenti Leonardo di Pomigliano. Da quando Profumo è ad, il titolo di Leonardo in Borsa è passato da 15,5 a 9,27 euro. E anche questo non aiuta. Per mantenere la poltrona servono molte pubbliche relazioni.