Dario Del Porto e Conchita Sannino per “la Repubblica”
Alfredo Romeo esce dal carcere
Nomi, cifre e dettagli delle tangenti: erano annotati nei “pizzini” scritti di pugno dall’imprenditore napoletano Alfredo Romeo e poi recuperati dagli investigatori addirittura in una discarica, tra i rifiuti. E dunque nuovi scenari, si aprono, nell’inchiesta sugli appalti che scuote i palazzi del potere. Spunta un clamoroso retroscena: Romeo stava meditando l’acquisto dell’Unità allo scopo, evidentemente, di ingraziarsi il Pd e Matteo Renzi.
La Procura ha intercettato per mesi con il virus spia trojan Romeo e il suo consulente, l’ex deputato di An Italo Bocchino. Proprio l’ex parlamentare avrebbe dato indicazioni all’imprenditore «su quando e come pagare». Oppure su «come compiacere i rappresentanti della cosa pubblica di turno» in altro modo. Perfino, sottolineano, «attraverso l’acquisto di testate giornalistiche». Come l’Unità, lo storico quotidiano del Pci.
ALFREDO ROMEO
I pm di Napoli Henry John Woodcock e Celeste Carrano, che indagano in coordinamento con il pool di Roma diretto dal procuratore aggiunto Paolo Ielo, hanno chiesto ai carabinieri e alla Guardia di Finanza di perquisire gli uffici di Romeo e di due suoi collaboratori tra Napoli e Roma.
Il trojan ha captato i «fluviali colloqui» dove Romeo e Bocchino discutono, nella ricostruzione degli inquirenti, di come avevano «approcciato e gestito svariate gare d’appalto in tutta Italia, da Palermo a Napoli, dalla Basilicata a Roma».
Ma negli ultimi tempi Romeo parlava con voce sempre più bassa. Nei suoi uffici capitolini di via Pallacorda, aveva preso l’abitudine di scrivere su foglietti le notizie più scottanti. Biglietti poi trovati, integri o spezzettati, nella spazzatura e vengono ora confrontati con le intercettazioni.
italo bocchino
Nella capitale si indaga sul filone degli appalti Consip, dove sono indagati per una fuga di notizie il comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette e il ministro dello Sport Luca Lotti. Entrambi respingono le accuse. Un dirigente Consip, Mario Gasparri, è indagato per corruzione. E si indaga su una segnalazione della Finanza: Romeo si procurò circa 350 mila euro in contanti. Una provvista di fondi neri, sospetta la Procura.