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    ALITALIA A CACCIA DI CASH - LA COMPAGNIA SMENTISCE L'ALLARME SULLA CASSA MA LE BANCHE RESTANO FREDDE SUI CREDITI DA CONCEDERE A DEL TORCHIO (IN BALLO 200 MILIONI)


     
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    Gianni Dragoni per "Il Sole 24 Ore"

    Alitalia in tensione finanziaria. Le banche fino a ieri non avevano concesso alla compagnia i 200 milioni di euro di nuovi prestiti che erano previsti nella manovra finanziaria di 500 milioni lanciata in ottobre dall'amministratore delegato, Gabriele Del Torchio. Il primo passo della manovra è stata la ricapitalizzazione di 300 milioni conclusa, con qualche affanno e l'intervento dello Stato (attraverso Poste), a fine anno.

    frame spot Alitaliaframe spot Alitalia

    L'estensione delle linee di credito è all'esame degli organi deliberanti delle banche. Intesa Sanpaolo ha approvato ieri nuovi crediti per 70 milioni, ma con alcuni dissensi dei rappresentanti torinesi (Compagnia di San Paolo), a causa della fragilità dei conti di Alitalia: Pietro Garibaldi ha votato contro nel comitato parti correlate del consiglio di sorveglianza, Carla Ferrari si è astenuta nel consiglio di gestione, che di solito delibera all'unanimità. «Non possiamo tirarci indietro. L'operazione è da fare», è in sostanza la motivazione data, con imbarazzo, dal vertice della banca.

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    C'è chi rammenta di aver sentito qualche mese fa l'a.d. della banca, Carlo Messina, assicurare che Intesa non avrebbe concesso nuovi prestiti per più di 20-30 milioni. Una frase che sarebbe finita anche nei verbali del consiglio. Alla fine la cifra è di 70 milioni. Anche da UniCredit è atteso un nuovo prestito di 70 milioni. I rimanenti 60 dovrebbero venire da Popolare di Sondrio e Mps.

    Anche il cda di Alitalia ieri ha esaminato i problemi di cassa, su cui c'è l'attenzione del collegio sindacale presieduto da Giovannni Barbara. Nelle cronache giornalistiche degli ultimi giorni di dicembre, dopo il completamento della ricapitalizzazione e dopo le ripetute (e probabilmente interessate) indiscrezioni su un'imminente adesione di Etihad a un'ulteriore iniezione di capitali per 300 milioni, era trapelato che il rifinanziamento bancario ci fosse già stato. Invece non è così, la "fase due" della manovra di Del Torchio non è ancora andata a buon fine.

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    Gli stipendi di gennaio sono arrivati ieri, con un giorno di ritardo sul fatidico "27" del mese, sui conti bancari dei 14mila dipendenti del gruppo. «Nessun allarme liquidità», dice Alitalia, che parla di "disguidi tecnici".

    L'allarme sulla cassa si era diffuso sabato, il giorno dopo l'ultimo incontro con i sindacati sul piano di ristrutturazione che prevede una riduzione equivalente a 1.900 dipendenti e una «riduzione del costo del lavoro unitario». Venerdì il direttore del personale, Giorgio Rossi, aveva incontrato i rappresentanti dei piloti e assistenti di volo.

    GABRIELE DEL TORCHIOGABRIELE DEL TORCHIO

    Da lì è trapelato l'allarme cassa, secondo fonti sindacali una forzatura dell'azienda per tentare di ammorbidirli. Non ci sono stati altri incontri sul piano, che prevede 128 milioni di risparmi sul costo del lavoro, nell'ambito di tagli di costi per 295 milioni. L'obiettivo di Del Torchio è «recuperare competitività sul medio raggio, dominato dalle low cost».

    Altri incontri non sono in calendario, la previsione è che un'intesa non sia possibile prima di febbraio. L'azienda intende «evitare licenziamenti ed espulsioni», gli esuberi dovrebbero quindi essere coperti con ammortizzatori sociali, cioè contratti di solidarietà e cigs, ma occorre trovare i fondi. Ci sono peraltro già 2.200 dipendenti di terra di Alitalia con i contratti di solidarietà da luglio, per due anni. Quanto alla trattativa con Etihad, prosegue ma, a parte le incognite, i tempi non si prevedono brevi.

    CARLO MESSINA E FRANCESCO MICHELI ALLA PRIMA DELLA SCALA 2013CARLO MESSINA E FRANCESCO MICHELI ALLA PRIMA DELLA SCALA 2013

    L'Enav ha annunciato una riduzione delle tariffe pagate dalle compagnie per l'assistenza agli atterraggi e decolli in aeroporto anche per tutto il 2014. Considerando che senza interventi la tariffa sarebbe stata pari a 269,78 euro, Enav dice che ci sarà uno sconto del 27,4% per Fiumicino, del 20,6% per Malpensa, Linate e Venezia, dell'8,8% in tutti gli altri scali. L'Enav coprirà i mancati introiti con i «recuperi di efficienza del 2013 e risorse interne per 24 milioni».

    Pietro GaribaldiPietro Garibaldi

     

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