Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia
Maria Berlinguer per “La Stampa”
mirella serri foto di bacco (2)
Le donne devono stare alla larga «dalle più alte magistrature, dove occorre resistere e reagire all'eccesso di apporti sentimentali, dove occorre distillare il massimo di tecnicità». È il costituente Giovanni Leone a teorizzare che le donne non possono fare le magistrate perché hanno le mestruazioni. E tra i padri costituenti e i politici di allora non è l'unico a pensarla così.
Il repubblicano Conti gli dà manforte aggiungendo che in quei giorni sono intrattabili. Nervose, isteriche. Stereotipi e luoghi comuni che vengono da lontano e affondano le radici nel ventennio fascista. È lì che dobbiamo cercare le radici del maschilismo di Stato.
Lo racconta Mirella Serri che ieri ha presentato a Roma Mussolini ha fatto tanto per le donne! Le radici fasciste del maschilismo italiano con Paolo Mieli e Simona Colarizi. Il 28 ottobre Mussolini capeggiò una doppia marcia: quella per la presa del potere e per l'abbattimento della democrazie e quella contro le donne.
libro presentato
Il saggio di Mirella Serri è un affascinate e lungo viaggio nel maschilismo italiano che getta la sua ombra nera fino ai nostri giorni, nei femminicidi e nel linguaggio violento di Facebook. «È la Grande Guerra a mutare le condizioni delle donne: signore e signorine, impiegate e lavoratrici dell'industria offrono un importante apporto al mondo del lavoro e sembrano essere pronte a conquistarsi il diritto al voto ambito da decenni - scrive Serri -.
Occupato lo scranno di presidente del Consiglio, Mussolini scatena la controffensiva nei confronti delle donne.
È determinato nella volontà di costruire stereotipi che contrastino il femminismo. Ecco, poco dopo il suo insediamento, la cacciata delle donne dalla pubblica amministrazione (assunte durante la guerra, vengono licenziate in massa), ed ecco il dimezzamento dei salari femminili».
mirella serri paolo mieli foto di bacco
L'intervento mussoliniano ha uno scopo prioritario: dare una prova di forza, elaborare una simbologia alternativa a quella democratica e femminista: l'occupazione maschile, sostiene il neo dittatore, è un fattore indispensabile alla costruzione di una solida identità. L'occupazione femminile, invece è deleteria: «fomenta una indipendenza e conseguenti mode fisiche morali contrarie al parto».
Parole del duce che potrebbe pronunciare il premier ungherese Orban, che solo due giorni fa ha detto che le donne devono studiare meno perché altrimenti non si occupano della casa e della famiglia. A dare linfa alle teorie di Mussolini è un libro, Sesso e caratteredi Otto Weininger, che ha teorizzato la riduzione in subalternità, per mano di uno Stato forte, delle donne e degli ebrei.
La donna, dice, toglie dignità all'uomo con la sua presenza, lo indebolisce. «Mussolini capisce benissimo il nuovo peso sociale delle donne e ne ha paura» racconta Serri, spiegando che quando tre anni fa ha deciso di scrivere questo libro l'ascesa di Giorgia Meloni non era all'orizzonte.
paolo mieli mirella serri simona colarizi foto di bacco
Mussolini è un grande amatore non solo quando ha il potere ma anche quando è un uomo poverissimo: le donne lo aiutano moltissimo. Lo amano non ricambiate. Spesso lo mantengono, come Margherita Sarfatti che finanzia la marcia su Roma.
Benito è un violento. Da ragazzino per un diverbio con la giovane fidanzata le pianta un coltello nella mano. Picchia spesso e volentieri Claretta ed è molto manesco anche con Sarfatti. Come dice la sorella Edvige, opera nei confronti delle donne con molta brutalità. Lui percepisce le donne come un sostegno e come nemiche. Dice: «io non posso controllare la Bestia che è dentro di me». Così definisce il suo sesso, nel senso che quando le donne gli chiedono di non tradirle lui risponde: io sono troppo «sessuato» per non farlo.
fabrizio roncone mirella serri foto di bacco
Il libro scorre su due binari paralleli. Da una parte la storia di Mussolini, dall'altra quella dei suoi antagonisti che sono Anna Kuliscioff e Filippo Turati. Quando Mussolini viene nominato nel 1912 direttore dell'Avanti, li caccia.
Il duce il voto alle donne non vuole darlo, dice che le donne sono orinatoi. I fascisti, mentre scendono su Roma per la marcia, trattano con grande violenza le antifasciste che si oppongono. Tra loro Ferola Fedolfi di Imola, che pagherà il suo impegno con la vita, e che non è neanche ricordata sul sito dell'Anpi. «Quando una dittatura va al potere la prima cosa che fa è schiacciare le donne perché sono l'anello debole della catena e un regime può dimostrare la sua autorevolezza cavandosela con poco».
antonella basilico foto di bacco
La prima riforma di Mussolini è quella della scuola. «A dicembre del 1922 e gennaio del '23 lancia la riforma Gentile con una scuola solo per le donne. Le ragazze possono studiare canto, danza, lingue, pittura ma il corso non ha nessuno sbocco lavorativo». Nel '42 addirittura il governo fa un elenco dei lavori che possono fare le donne: fioriste, commesse, impiegate di serie B. E con il Codice Rocco rafforza il delitto d'onore.
paolo mieli foto di bacco mirella serri foto di bacco (1) gabriella marramao foto di bacco paolo forcellini foto di bacco gabriella marramao mirella serri foto di bacco pubblico