Dagotraduzione dal Guardian
Fake news
All’origine della stragrande disinformazione e delle teorie del complotto ci sarebbero solo 12 persone. È quanto emerso dal rapporto del Center for Countering Digital Hate (CCDH), organizzazione no profit, citato questa settimana dalla Casa Bianca.
Il seguito di queste 12 persone, soprannominate “la dozzina della disinformazione”, combinato tra tutte le piattaforme social, anche se l’impatto maggiore è su Facebook, copre 59 milioni di persone. Il CCDH ha analizzato 812.000 post e tweet di Facebook e ha scoperto che il 65% proveniva dalla dozzina di disinformazione.
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Vivek Murthy, chirurgo generale statunitense, e Joe Biden si sono concentrati questa settimana sulla disinformazione sui vaccini come forza trainante della diffusione del virus.
Solo su Facebook, la dozzina è responsabile del 73% di tutti i contenuti anti-vaccini, sebbene i vaccini siano stati ritenuti sicuri ed efficaci dal governo degli Stati Uniti e dalle sue agenzie di regolamentazione. E il 95% della disinformazione sul Covid segnalata su queste piattaforme non è stata rimossa.
FAKE NEWS SUI VACCINI SU YOUTUBE
Tra la dozzina ci sono medici che hanno abbracciato la pseudoscienza, un bodybuilder, un blogger del benessere, un fanatico religioso e, Robert F Kennedy Jr, il nipote di John F Kennedy che ha anche collegato i vaccini all'autismo e le reti cellulari a banda larga 5G alla pandemia di coronavirus.
Da allora Kennedy è stato rimosso da Instagram ma non da Facebook stesso. «Facebook, Google e Twitter hanno messo in atto politiche per prevenire la diffusione della disinformazione sui vaccini; ancora fino ad oggi, non tutti sono riusciti a far rispettare tali politiche in modo soddisfacente», ha scritto l'amministratore delegato di CCDH, Imran Ahmed, nel rapporto. «Tutti sono stati particolarmente inefficaci nel rimuovere la disinformazione dannosa e pericolosa sui vaccini contro il coronavirus».
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Sebbene da allora le piattaforme abbiano adottato misure per rimuovere molti post e abbiano sospeso tre dei 12 influencer da una delle piattaforme, il CCDH ha chiesto a Facebook e Instagram, Twitter e YouTube di rimuovere completamente dalle loro piattaforme la dozzina di disinformazione.
«Le politiche e le dichiarazioni aggiornate hanno poco valore a meno che non siano applicate con forza e coerenza», afferma il rapporto. «Siccome la stragrande maggioranza dei contenuti dannosi sono diffusi da un numero selezionato di account, la rimozione di quei pochi individui e gruppi può ridurre significativamente la quantità di disinformazione diffusa tra le piattaforme».