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Alla base della nuova ondata di contagi di coronavirus in Australia, nello Stato di Vittoria, potrebbe esserci una storia di sesso. "Colpevoli" le guardie di sicurezza dell’hotel a 5 stelle dove, a Melbourne, venivano tenuti in quarantena tutti coloro che rientravano da viaggi all’estero, avrebbero avuto rapporti sessuali con alcuini degli ospiti single che dovevano in realtà essere tenuti in isolamento.
E intanto a Melbourne è ripartita l’epidemia. Lo Stato di Vittoria ha registrato 77 nuovi casi ieri, il picco più alto del 31 marzo e circa 300 mila residenti nella sua capitale, Melbourne, sono rientrati di nuovo in un sistema di rigido lockdown. Eppure a fine aprile l’Australia aveva battuto il virus.
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Nel verificare le ragioni dei contagi, si è scoperto che qualcosa di strano sicuramente è avvenuto allo Stamford Plaza di Melbourne, dove venivano isolati nelle loro stanze per 14 giorni i possibili malati di Covid. Collegati al lussuoso hotel di Melbourne ci sono 31 nuovi contagi e, secondo l’Herald Sun, alcune guardie hanno confessato di aver avuto «rapporti impropri» con alcuni ospiti single. Il premier dello Stato di Vittoria, Daniel Andrews, ha confermato che ci sono state «violazioni ai protocolli di sicurezza» da parte del personale degli hotel.
Nell’ambito del programma di quarantena, chi rientra da viaggi all’estero in Australia deve trascorrere 14 giorni chiuso in una camera d’albergo prima di poter tornare alla vita normale. Lo Stato sta pagando il conto per oltre 20mila persone che sono rientrate nel Paese dal 28 marzo: circa duemila dollari a testa.
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Adesso però i contagi sono anche risaliti e si scopre che le guardie di sicurezza negli hotel erano malamente addestrati, si stringevano la mano, condividevano gli ascensori, alcuni hanno cominciato a lavorare avendo fatto solo qualche ora di addestramento, altri sono stati sorpresi a dormire sul posto di lavoro, altri ancora permettevano alle famiglie in quarantena di passare da una stanza all’altra per giocare a carte e fare giochi di società.
Lo scandalo è ora oggetto di un’indagine giudiziaria anche perchè il premier, Daniel Andrews, ha riconosciuto che «un certo numero» di casi, tra fine maggio e inizio giugno, potrebbe essere collegato a una «violazione del controllo dei contagi» nel programma di quarantena dell’hotel.