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    "ALLA FRANCIA SERVE UNA DONNA ALL'ELISEO" – MARINE LE PEN CHIUDE LA CAMPAGNA A PERPIGNAN NEL SUD DELLA FRANCIA IN VISTA DELLE PRESIDENZIALI DI DOMENICA: “VIETERÒ IL VELO NEI LUOGHI PUBBLICI” - LA ZARINA SOVRANISTA FINIRÀ AL BALLOTTAGGIO CON MACRON E POTREBBE VINCERE –- SUGLI IMMIGRATI LE SUE PROPOSTE PREVEDONO LA “PREFERENZA NAZIONALE” PER I FRANCESI. L’ANTISEMITISMO PARE ESSERE DIVENTATO UN RICORDO DEL PASSATO MA I LEGAMI CON PUTIN POSSONO ESSERE UNA ZAVORRA...


     
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    Leonardo Martinelli per “la Stampa”

     

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    Cos' è venuta a fare qui? In fondo alla Francia, a una trentina di chilometri dalla frontiera spagnola? Benvenuti a Perpignano, 122mila abitanti, una delle città più povere di Francia. Marine Le Pen vi ha tenuto ieri il suo ultimo grande meeting, in vista del primo turno delle presidenziali, domenica prossima. A breve distanza dalle vie del centro, case antiche, variopinte e mediterranee, che a malapena nascondono le stradine del quartiere Saint-Jacques: zozze, le facciate disfatte, i giovani adolescenti che tengono al guinzaglio cani minacciosi da combattimento. Ma perché è venuta proprio qui?

     

    In questa campagna, che la zarina dell'estrema destra ha pensato nei minimi dettagli, la scelta di Perpignano non può essere casuale. Sindaco della città è dal 2020 Louis Aliot, per una decina d'anni, fino al 2019, compagno nella vita di Marine.

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    Fu lui (un «moderato di estrema destra», lo chiamavano così) a spingerla, fin dal 2011, quando lei divenne presidente del partito del padre, sulla strada della «dédiabolisation»: una normalizzazione che ha continuato a scrivere anche negli ultimi tempi, anche se a tratti con l'inchiostro simpatico.

     

    Sugli immigrati le sue proposte prevedono la «preferenza nazionale» per i francesi nelle assunzioni dello Stato e nelle case popolari, senza contare che gli stranieri (anche gli europei e gli italiani) dovranno, se diventerà presidente, lasciare la Francia, nel caso ci risiedano da almeno un anno senza lavorare. Non era mai arrivata a tanto.

     

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    Sì, lo «sdoganamento» consigliato da Louis, a ben vedere, presenta qualche crepa. Ma è la scelta ostentata. E venire qui ieri è stato un omaggio all'ex compagno: come dire, avevi ragione tu (perché lei di tentennamenti ne ha avuti). Aliot, un fisico solido da ex rugbista (ma in tasca ha anche un dottorato di diritto pubblico, una rarità tra i lepenisti), prima di salire sul palco per presentare l'ex compagna, è emozionato: «Marine ha saputo trarre delle lezioni dagli sbagli del passato - sottolinea -. È diventata più sincera e naturale».

     

    Lui si ricorda della strada fatta, dopo che decise di non parlare più a Jean-Marie Le Pen, con il quale aveva collaborato a lungo. Aveva detto che le camere a gas dei nazisti erano «un dettaglio»: il nonno materno di Aliot era un ebreo algerino. Sì, altri tempi, anche l'antisemitismo è stato fatto fuori. Ma eccola lei, finalmente a parlare. E si lancia in una volata femminista, sul fatto che la Francia deve avere un presidente al femminile, «perché le donne sono più sensibili ai valori della protezione, più concrete e più prudenti per quanto riguarda i loro figli».

    «Buona», ormai. Materna.

     

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    Toyna, 33 anni, annuisce: «Dopo il 2017 e il dibattito con Emmanuel Macron, avevo deciso di non votarla più. Era troppo aggressiva. Ma oggi è cambiata e vincerà». Fa l'estetista a Perpignano, una piccola attività in una città disastrata. Se Le Pen è venuta qui, è anche per parlare a questa Francia periferica, sia geograficamente che socialmente: è uno dei suoi principali bacini elettorali. Dominique Sistach è un sociologo, docente all'università di Perpignano. Non voterà per Le Pen. Mentre lei parla, è in un bar del centro, a bere il caffè.

     

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    Spiega che Perpignano «è stata una città industriale, ma dalla fine degli Anni 50 iniziò un declino inesorabile. Non l'ha aiutata la gestione inefficace e certe volte corrotta della destra, quella tradizionale». Paul Alduy e il figlio Jean-Paul sono stati sindaci uno dietro l'altro dal 1959 al 2009. A seguito arrivò uno scagnozzo del loro clan, Jean-Marc Pujol, che solo Aliot è riuscito a battere. Perpignano «è una città di minoranze - continua Sistach -. I gitani sedentari abitano principalmente a Saint-Jacques, che sembra la copia di uno dei peggiori quartieri di Napoli».

     

     Poi ci sono i marocchini, gli algerini, i portoghesi, i pieds-noirs (i coloni francesi cacciati dall'Algeria dopo l'indipendenza). E i nuovi arrivati: «I giovani fuggono nelle grandi città, qui viene a fare la pensione un ceto medio-basso, che proviene dalla banlieue di Parigi e di Lione e dal Nord della Francia. Sono attratti dai prezzi immobiliari bassissimi, il sole e il mare». Di questi pensionati o dei giovani disoccupati (a Perpignano il 32% della popolazione vive sotto la soglia della povertà) ad ascoltare Marine ieri ce n'erano tanti. «La zona della Catalogna spagnola, al di là del confine, era molto più povera - conclude Sistach -. Poi, dagli Anni 90, le cose si sono invertite: oggi siamo più poveri noi». Ieri sera, ai francesi di Perpignano Le Pen ha promesso una «rinascita».

     

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    LE PEN

    Da blitzquotidiano.it

      

    Marine Le Pen, la candidata alle presidenziali francesi che ha promesso di vietare l’uso del velo negli spazi pubblici, ha affermato che intende sanzionare con una “multa” chi lo indosserà. “Verrà inflitta una contravvenzione così come accade per il divieto di circolare senza la cintura di sicurezza. Mi sembra che la Polizia riesca molto bene a fare applicare questa misura”, ha affermato la candidata del Rassemblement National, intervistata da radio Rtl a tre giorni dal voto per l’Eliseo.

     

    Francia, Marine Le Pen vuole multare chi usa il velo negli spazi pubblici

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    “E’ una misura assolutamente applicabile – ha sostenuto Le Pen – è ancora una volta una misura che i francesi chiedono”. Perché “in questi ultimi venti anni questo velo è stato utilizzato dagli islamisti come uniforme e come dimostrazione dell’avanzata del fondamentalismo islamista”.  Al contrario, ha aggiunto Le Pen, non sarà più vietata la kippah ebraica.

     

    Nel 2011, la Francia è stata il primo Paese europeo a varare la legge (entrata in vigore in aprile di quell’anno) che ha messo al bando l’uso del burqa, vietando la “dissimulazione del volto nei luoghi pubblici”, senza menzione esplicita del velo integrale islamico. Tuttavia le donne che indossano il burqa o il niqab devono pagare una multa, e possono essere obbligate a seguire uno stage di “educazione civica”.

     

     

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    La legge crea inoltre un nuovo reato, la “dissimulazione forzata del viso”. Chi obbliga una donna a coprirsi completamente rischia il carcere ed una multa. Ma ora la candidata di estrema destra, in forte progressione nei sondaggi in vista del voto presidenziale di domenica, intende spingersi oltre vietando il semplice velo.

     

    Le Pen: “Intanto entreranno nel mio governo, il premier? Un’idea ce l’ho”

    Le Pen pensa già al Governo. Crede più che mai nell’Eliseo e cavalca i sondaggi ogni giorno più promettenti: “Farò un governo di unione nazionale”, aggiungendo che in tanti “si uniranno”, anche di schieramenti politici diversi dal Rassemblement National.

     

     

    Nella “lista” che già dice di aver pronta, figurano – oltre alla nipote Marion Maréchal – anche personaggi “della sinistra di Chévenement (sovranista, ndr)”. “Il mio problema – dice – sarà di scegliere, non di cercare”. Il primo ministro? “Un’idea già ce l’ho…”.

     

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    Macron fermo nei sondaggi, la Le Pen ad un soffio

    A tre giorni dal primo turno delle presidenziali, lo slancio di Marine Le Pen non si esaurisce e la candidata del Rassemblement National è a soli 5 punti da un Emmanuel Macron che alcuni sondaggi danno immobile, altri addirittura in lieve calo.

     

     

    La possibilità che la leader dell’estrema destra conquisti l’Eliseo è ormai sulla bocca di tutti in Francia, dove il tema della guerra, che si aggiunge a due anni di pandemia, fa temere un’astensione storica, oltre il 30% al primo turno.

     

    Sono le elezioni della gauche in frantumi, della destra che fallisce nella scelta della candidata, Valérie Pécresse, del tentativo di rottura del polemista di estrema destra Eric Zemmour, riuscito a metà. Ma soprattutto potrebbero diventare quelle in cui la figlia del fondatore del Front National riesce a coronare il sogno di famiglia, una Le Pen all’Eliseo.

     

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    Macron, protagonista di una ‘micro-campagna’ – appena un mese, un solo comizio – è stato assorbito dalla carica di presidente del paese cui spetta la guida dell’Europa per questo semestre ed ha poi portato avanti una faticosa e infruttuosa mediazione sulla guerra.

     

    La situazione in Ucraina lo ha fatto volare per alcuni giorni ad oltre il 30% delle intenzioni di voto nei sondaggi per poi riprecipitare al 26-27% in questi giorni. L’avversaria, al contrario, ha guadagnato 4 punti in due settimane, raggiungendo ormai il 21,5%. E le possibilità di vittoria del presidente uscente in quello che sembra il sicuro ballottaggio fra i due sono sempre più sfumate.

     

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    Macron, fino a poco tempo fa era super favorito

    Eppure Macron era ultra favorito, anche se lontano dal 66% di cinque anni fa. Ora è ridotto a un pericolosissimo 56% contro il 44% dell’avversaria per alcuni sondaggi, che si assottiglia a un 53% contro il 47% secondo altre rilevazioni. Con un pericolosissimo margine di errore in entrambe i casi del 3,1%.

     

    Negli ultimi giorni il presidente uscente si è a più riprese riproposto come baluardo filoeuropeo contro le ali estreme (Le Pen, Zemmour ma anche Jean-Luc Mélenchon, la sinistra radicale de La France Insoumise), accusando i suoi tre inseguitori nei sondaggi di “compiacenza nei confronti di Vladimir Putin”.

     

    Macron, da parte sua, non è riuscito a disfarsi della sua immagine di “presidente dei ricchi”, e la polemica per il ricorso dei suoi governi alle prestazioni di studi di consulenza privati, in particolare l’americana McKinsey, non gli ha giovato.

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