Estratto dell’articolo di Marco Respinti per www.liberoquotidiano.it
johns hopkins university
Salto mortale con doppio avvitamento nella prestigiosa Johns Hopkins University di Baltimora, e inevitabile spanciata finale. Siccome tutto il mondo è paese, anche la solenne Johns Hopkins contempla un «Centro per la diversità e l’inclusione». Nella sezione del Centro sul sito web di ateneo ci si può iscrivere alla newsletter o localizzare una toilette all-gender.
Ci si può anche unire a uno dei gruppi d’incontro «identitari»: gli asessuali, gli omosessuali religiosi, quelli di colore, quelli internazionali, i dubbiosi alla ricerca del gender perfetto, nonché trans e non-binari di ogni tipo. E poi ci sono una pletora di documenti e di scritti. Uno però è indispensabile: il Glossario. La ridda delle sigle (FLI, LGBTQIA+, etc.) disorienta infatti anche i meglio disposti.
manifestazione per i diritti delle coppie omosessuali
[…]Tra le definizioni annoverate dal Glossario c’è, ovvio, anche quella di «lesbica»: «Una donna emotivamente, sentimentalmente, sessualmente, affettivamente o relazionalmente attratta da altre donne». Quello, cioè, che intendiamo tutti quando diciamo «lesbica» e quello che con «lesbica» intendono pure l’irreprensibile Johns Hopkins e il suo apposito «Centro per la diversità e l’inclusione».
il glossario della johns hopkins university
Almeno fino a poco tempo fa. Perché poi, in data che nessuno è stato in grado di accertare, la definizione di «lesbica» contenuta nel Glossario è stata emendata così: «Un non-uomo attratto da non-uomini» (siccome però in inglese gli articoli e gli aggettivi hanno genere invariabile, si potrebbe tradurre pure: «Una non-uomo attratta da non-uomini»). Spiegando: «Laddove in passato si definiva “lesbica” una donna emotivamente, sentimentalmente e/o sessualmente attratta da altre donne, questa definizione aggiornata comprende anche le persone non-binarie che possano identificarsi con quella designazione».
È il primo dei due avvitamenti menzionati d’esordio: metti il caso, cioè, di lesbiche che non siano donne. Epperò l’analogo non vale nella definizione di «Gay».
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Ora, le donne si sono infuriate […] Fra loro Nikki Haley, candidata conservatrice alla Casa Bianca, J.K. Rowling, la mamma di Harry Potter amica dei trans e odiata da loro perché dice che, comunque uno si senta, i maschi restano maschi e le femmine restano femmine, e Martina Navratilova.
Notoriamente lesbica, la campionessa di tennis ha tuonato il suo «ecchecca**o» femminista via Twitter: «“Lesbica” era letteralmente l’unica parola che in inglese non è legata a “uomo” e a “maschio”», visto che in inglese «femmina» si dice «female» e quindi contiene «male», cioè «maschio», così come donna si dice «woman» e contiene «man», cioè «uomo». […] uno scippo trans che azzera le donne a prescindere […]
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[…] All’austera Johns Hopkins gira la testa. Tant’è che si è affrettata a ritirare il Glossario riveduto dal web, sostituendolo con il secondo dei due avvitamenti: «Pur essendo il glossario una risorsa messa a disposizione dall’Ufficio per la diversità e l’inclusione della Johns Hopkins University, le definizioni in esso contenute non sono state revisionate o approvate dai dirigenti dall’Ufficio per la diversità e l’inclusione della Johns Hopkins University e quindi il linguaggio in esso adoperato è stato rimosso per essere sottoposto a revisione». […]
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