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    COME MAI, ALLA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI MEDIASET, PIER SILVIO HA RANDELLATO SALVINI? - IL CAPITONE SOGNA LA CONQUISTA DI FORZA ITALIA: FALLITO IL PROGETTO DI FEDERAZIONE FI-LEGA, HA TENTATO DI FARE SUO IL SANTINO DEL CAV INTITOLANDOGLI L'AEROPORTO DI MALPENSA (A INSAPUTA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI) - AGGIUNGERE LA PROPOSTA-KILLER DELLA LEGA DI ABBASSARE IL CANONE, AUMENTANDO IL TETTO PUBBLICITARIO DELLA RAI AL 7% (A DANNO A MEDIASET E LA7)...


     
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    pier silvio confalonieri meloni salvini crippa pier silvio confalonieri meloni salvini crippa

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    Alla presentazione dei palinsesti Mediaset, Pier Silvio Berlusconi ha randellato Salvini, mollandogli due sganassoni fragorosi. Prima ha affossato la proposta della Lega di aumentare il tetto pubblicitario della Rai dal 6 al 7 per cento, in modo da abbassare il canone (scelta che danneggerebbe Mediaset): “È un pasticcio assoluto. Il contrario di quel che andrebbe fatto. La morte dell'editoria italiana”.

    matteo salvini silvio berlusconi matteo salvini silvio berlusconi

     

     

     

     

     

    Poi ha criticato la modalità con cui il leghista voleva appropriarsi del “santino” di Silvio Berlusconi intitolandogli, a insaputa della Famiglia di Arcore, l'aeroporto di Milano Malpensa: “Fa piacere, ma noi figli siamo stati informati a cose fatte e le modalità dell'intitolazione non sono state perfette, nei tempi e nei modi”.

     

    Un “uno-due” che ha manifestato, senza equivoci, l’insofferenza di “Pier Dudi”. E qualche ragione per avere Salvini sul gozzo ce l’ha.

    matteo salvini silvio berlusconi matteo salvini silvio berlusconi

     

    Negli ultimi mesi di vita del Cav, il fidanzato di Francesca Verdini ha provato a papparsi gli elettori di Forza Italia (con il progetto di federazione Fi-Lega, condiviso anche da Licia Ronzulli), da cui i Berlusconi vantano un credito di 100 milioni di euro. Insomma, voleva portarsi a casa una “proprietà” della family di Arcore.

     

    A Pier Silvio non è andata giù neanche la durezza con cui, un anno fa, Salvini rivendicava la famigerata tassa sugli extraprofitti delle banche (poi quasi totalmente sgonfiata) che sarebbe andata a colpire anche Mediolanum, gioiellino della galassia Fininvest.

     

    Estratto dell’articolo di Federico Capurso e Francesco Moscatelli per "la Stampa"

     

    pier silvio berlusconi pier silvio berlusconi

    […] Pier Silvio, amministratore delegato di Mediaset, nel corso della serata di presentazione dei palinsesti della prossima stagione televisiva si mostra combattuto di fronte all'ipotesi di una sua discesa in campo. Tentato dal sogno di seguire le orme paterne e al tempo stesso frenato dai mille motivi e le mille voci amiche che lo spingono a desistere.

     

    giorgia meloni 3 giorgia meloni 3

    Ammette il suo «fascino per la politica», che sente come una parte integrante dell'eredità familiare, una questione di «dna che io, ahimé, sento di avere». Però no, l'idea di una sua prossima candidatura «è una balla. Sarebbe un suicidio».

     

    Eppure, ricorda «quando nel 2013 mio padre mi chiese di candidarmi, l'idea mi piacque». Ma un conto è «l'avventura delle elezioni - ragiona -, altra storia è il sacrificio della vita politica di tutti i giorni. L'azienda e i miei progetti ne risentirebbero troppo».

     

    pier silvio berlusconi - presentazione palinsesti mediaset pier silvio berlusconi - presentazione palinsesti mediaset

    Forza Italia entra in grande agitazione. Nessuno può dire con certezza quali siano i piani di Pier Silvio Berlusconi. E questa incertezza scuote tutti, anche a Palazzo Chigi. Giorgia Meloni teme che la voglia della famiglia Berlusconi di incidere sulla linea del governo, se crescesse, potrebbe rompere gli equilibri della coalizione.

     

    La premier considera Antonio Tajani un alleato affidabile con cui, finora, ha spesso giocato di sponda. Ma cosa succederebbe se sulle decisioni di FI entrasse uno dei figli di Berlusconi? «Sarebbe più difficile coordinarsi», sospirano i Fratelli d'Italia. La premier già mal digeriva gli interventi di Marina, la primogenita, che un anno fa attaccava la «magistratura politicizzata» e poi si scagliava contro la norma sugli extra profitti delle banche, fino al recente intervento in favore dei diritti Lgbt. Ora c'è anche Pier Silvio, che come la sorella entra nelle scelte del governo. Senza un ruolo politico, ma con un peso politico.

    matteo salvini ai funerali di silvio berlusconi matteo salvini ai funerali di silvio berlusconi

     

     

     

    A finire nel mirino però è soprattutto Matteo Salvini. Prima per la proposta della Lega di aumentare il tetto pubblicitario della Rai dal 6 al 7 per cento, in modo da abbassare il canone: «È un pasticcio assoluto. Il contrario di quel che andrebbe fatto. La morte dell'editoria italiana», lo stronca Pier Silvio.

     

    Che poi critica le modalità con cui è stato intitolato l'aeroporto di Milano Malpensa al padre: «Fa piacere, ma noi figli siamo stati informati a cose fatte e le modalità dell'intitolazione - punge - non sono state perfette, nei tempi e nei modi».

    antonio tajani e giorgia meloni al senato antonio tajani e giorgia meloni al senato

     

    […] Salvini alza le mani: «Non ho seguito le procedure», si difende, nonostante sia stato lui a mettere l'ultima firma e a dare l'annuncio dell'intitolazione.

     

    La partita più delicata, però, riguarda l'aumento della pubblicità in Rai, che danneggerebbe le tv private. Il vicepremier leghista tende la mano, chiede a Pier Silvio Berlusconi «un confronto sul futuro dell'offerta televisiva italiana», lasciando sul tavolo solo l'ipotesi di un «taglio del canone». Sparito il tema della pubblicità. Nessuno, d'altro canto, vuole una guerra. Gli uomini di Meloni cercano di disinnescare la polemica: «La proposta della Lega difficilmente vedrà la luce a breve. E in ogni caso - avvertono - non vogliamo trasformare la Rai in un'azienda controllata dagli sponsor».

     

    pier silvio berlusconi - presentazione palinsesti mediaset pier silvio berlusconi - presentazione palinsesti mediaset

    Dentro il partito forzista intanto torna a scorrere qualche veleno: «Le indicazioni politiche di Pier Silvio equivalgono a dire che la proprietà non ha fiducia in Antonio Tajani».

     

    Ma tutti scommettono sul fatto che alla fine il figlio del Cav desisterà per almeno tre buoni motivi. Il primo riguarda Mfe-Mediaset: la pre-condizione di qualunque impegno politico, infatti, sarebbe l'eliminazione del conflitto d'interessi e «mollare tutta l'azienda in mano a qualcuno non è un tema leggero», ammette lo stesso Pier Silvio.

    matteo salvini bacia il rosario matteo salvini bacia il rosario

     

    Il secondo motivo riguarda la famiglia: tutti, a partire dalla sorella Marina, hanno più volte espresso la loro contrarietà a un impegno diretto, ben consapevoli di quanto la politica abbia fatto anche molto male al padre. Il terzo ostacolo, infine, è intriso di realismo: Forza Italia al 10% e un centrosinistra in ripresa non sono le migliori condizioni per la discesa in campo di un nuovo Berlusconi.

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