CRIS WANG
Paolo Coccorese per la Stampa
Come tanti cinesi che vivono in Italia, ha scelto di rinunciare al suo nome originario. Troppo difficile da pronunciare per gli amici e i professori dell' Accademia di Belle Arti, che l' ha portato a Torino quattro anni fa. Invece di sceglierne uno italiano, però, si è ispirato al mondo dell' hip hop americano, la sua passione fin da quando era bambino e abitava a Dandong, al confine con la Corea del Nord.
«Non è il mio cantante preferito, ma ho preso spunto da Chris Brown», dice Cris Wang, 24 anni. Primo artista dei due mondi del nostro Paese. Nei testi delle sue canzoni, con rime in cinese, ritornelli in italiano e titolo in inglese, c' è il desiderio di successo di tutti i rapper del mondo. Il denaro, la bella vita, le ragazze. Tutto quello che si può riassumere con «l' american dream» spiega sorridendo.
CRIS WANG
I video Il sold out del concerto torinese di sabato sera, il primo organizzato nel nostro Paese, ha preso alla sprovvista gli stessi organizzatori. Quasi duecento giovani si sono dati appuntamenti in un locale del centro per ascoltare le canzoni di un rapper dai testi incomprensibili, ma che costruisce un ponte inaspettato tra Paesi e tradizioni musicali distanti. «Ho scoperto il rap sul web grazie a mio padre, che lavorava in un negozio. Mi piacevano 50 Cent e Tupac. Artisti che le radio cinesi non passavano, mentre oggi sono tantissimi i giovani cinesi che cantano in rima», racconta.
CRIS WANG
Sulla sua pagina di YouTube, ha caricato i primi video, che sono visti soprattutto in Oriente. Sono girati per le strade di Torino. In uno si vede il grattacielo di Intesa Sanpaolo e la zona intorno alla Stazione di Porta Susa. Angolo di città che col suo profilo, ispirato alla Defence parigina, è lontano dalla tradizione delle città storiche italiane. «In tanti mi hanno chiesto dove è stato girato. In Cina in pochi credevano che fosse Torino», spiega il giovane, che ha deciso di fare squadra con due ragazzi torinesi conosciuti in un negozio di abbigliamento sportivo. «Essendo appassionato di basket e streetwear era un cliente affezionato. Poi un giorno abbiamo scoperto il suo amore per le rime - dicono gli altri appartenenti alla sua crew (gruppo), Edoardo Salviato e Mattia Giordano -. Nessuno capisce quello che canta, ma ha una musicalità coinvolgente».
Tra spaccio e ricchezza Incastri di rime che entrano in testa diventando piccoli tormentoni. Come la sua canzone più riuscita. S' intitola 20 euro ed evoca una serata casalinga trascorsa con gli amici tra una birra, la pizza, lo spleen e quel ritornello, preso dagli angoli dello spaccio del suo quartiere, dove basta passeggiare per sentire «Quanto vuoi? Venti euro». Ma nei suoi testi quello che colpisce è altro. «Racconto il sogno di diventare ricco, parlo di vestiti firmati e della bella vita», dice. Perché in Cina e in Italia i giovani non sono tanto diversi. Ascoltano musica rap, indossano scarpe da ginnastica e sognano il successo.
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