Antonio Riello per Dagospia
kandinsky
L'Espressionismo è stato la brillante interpretazione tedesca dell'Avanguardia Storica dell'inizio del XX Secolo. Dura, efficiente e tagliente come un macchinario made in Germany che si rispetti. Non ha certamente espresso la sensualità e/o le ironie concettuali dei coevi artisti parigini. Idealmente potrebbe essere immaginato Edvard Munch come suo nume tutelare.
La nuova mostra della Tate Modern di Londra è piena di belle sorprese sul mondo artistico germanico dei primi decenni del '900 (racconta bene il ruolo che ebbero le donne-artiste, finora poco indagato). Ma forse il titolo scelto e' un po' fuorviante. Infatti il focus qui è decisamente e unicamente su "Der Blaue Reiter" (in italiano "Il Cavaliere Azzurro"), un gruppo di pittori/pittrici che operavano sostanzialmente a Murnau, una cittadina poco distante da Monaco di Baviera.
munter 01 kandinsky e bossi
Il nome proviene da alcune opere di Franz Marc, la vera spina dorsale del movimento (i quadri rappresentavano dei cavalli di un bel blu vivace). Il movimento pubblicò un libro, "Almanac" (1912), e riuscì ad organizzare due mostre (1911 e 1912). Sì, molte erano le affinità elettive con gli Espressionisti che però erano attivi in un contesto tipicamente urbano (Dresda e Berlino) e radicalmente politicizzato dove l'ansia regnava sovrana.
Gli artisti di Murnau invece - decisamente meno stressati - avevano come punto di riferimento la Natura, il mondo rurale bavarese e la dimensione spirituale (al limite dell'esoterico, almeno per alcuni).
marc animale 03
Il perno di questa mostra è la coppia emblema: Wassily Kandinsky (1866-1944) e Gabriele Münter (1977-1962). Di Kandinsky si può ammirare, subito entrando, un olio su tela pre-astratto del 1906, "Coppia a cavallo". Lui sta iniziando in quegli anni un percorso che lo porterà rapidamente all'astrattismo vero e proprio, un passaggio assolutamente cruciale per i futuri destini dell'Arte Contemporanea.
Da parte sua Gabriele Münter non è solo la compagna del mitico pittore di origine russa, è una artista valida ed impegnata, dipinge e usa anche tecniche fotografiche. E' sua una scena, "Kandinsky e Erma Bossi a tavola" (1912), che ritrae il compagno assieme alla loro comune amica Erma Bossi: il grande pittore ha qui l'inconfondibile non-glamour del tipico turista tedesco di mezza età, calzature comprese (forse a lei piaceva così o forse lo aveva voluto punire con questo ritratto perchè era gelosa della Bossi, chissà?).
kandinsky playing music
Assieme viaggiano parecchio (le immagini e le memorie di un loro viaggio in Tunisia occupano una intera sala alla Tate). Lei è anche l'ancora economica che garantisce (grazie ai beni di famiglia) la sopravvivenza nei momenti difficili. Entrambi amano molto la musica e sono in contatto con Arnold Schöenberg (che per diletto dipinge pure lui). Dopo aver ascoltato una sua composizione musicale Kandinsky dipinge "Impression III Concert" (1911), opera magnifica che si può qui fortunatamente vedere con tutta la calma e la concentrazione richiesta dal caso.
portrait of marianne von werefkin
I colori erano considerati dal pittore al pari di vibrazioni musicali dotate di una loro presenza autonoma e quasi metafisica (nel periodo del Bauhaus, nel 1922, teorizzerà il tutto nel suo celebre trattato "Punto, Linea, Superficie"). La cultura "alternativa" del New Age (che arriverà cinquant'anni dopo) ha le sue radici anche in questi anni e in queste visioni di vecchia Europa borghese.
Nel gruppo di artisti del Blaue Reiter, oltre naturalmente a Franz Marc (1880-1916) e a sua moglie, Maria Franck-Marc (1876-1955), vanno annoverati Erma Bossi (1875-1952 all'anagrafe faceva Erminia Bosich ed era nata a Pola), Albert Bloch (1882-1961), August Macke 1887-1914), Marianne Werefkin (1860-1938), Alexej von Jawlensky (1864-1941) nonchè - in maniera discontinua - l'impareggiabile svizzero tedesco Paul Klee (1879-1940). Un insieme variegato e internazionale.
Moltissime opere esposte sono un prestito del Lenbachhaus Museum di Monaco. Indimenticabili i quadri di Marc dedicati agli animali. Potenti e, come sempre, superbi quelli di Klee.
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I musei londinesi cercano disperatamente materiale per circondare le proprie fatiche con un'aura di impeccabile inclusività. Stavolta la curatrice, Natalia Sidlina, agogna di trovare - con ammirevole insistenza antiquaria - nel Cavaliere Azzurro i prodromi del Femminismo e del Gender Fluid. E in effetti qualcosa c'è, come la fascinazione di Marianne Werefkin per l'androgino ballerino Alexander Sakharoff. Ma non molto di più, a dire il vero.
Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale spazzo' via questa straordinaria e breve esperienza. Marc, arruolatosi volontario nel 1914, fu ucciso a Verdun nel 1916 e August Macke morì quasi subito al fronte. Altri, più fortunati, si diressero verso nuove avventure artistiche. La (sgradevole) attualità - profonda e non modaiola - della mostra forse sta in questo mesto epilogo: le imprevedibili convulsioni della Storia possono schiacciare, rapidamente e con indifferenza, anche le più visionarie intenzioni creative.
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PS. Catalogo e merchandising all'altezza delle migliori aspettative e tradizioni della Tate (c'è perfino la "Birra Espressionista").
EXPRESSIONISTS
KANDINSKY MÜNTER
AND THE BLUE RIDER
Tate Modern, Bankside, Londra SEG 9TG
fino al 20 Ottobre 2024
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