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MATTEO ORFINI
I mal di pancia dopo l’accordo plenario. Ieri i grandi elettori del Pd, all’assemblea con Renzie, hanno votato all’unanimità la proposta del segretario sul nome di Mattarella. Ma più passano le ore e più cresce il risentimento nei confronti di Renzie da parte di un’area ben determinata del partito: i Giovani Turchi.
La corrente che fa capo al presidente del partito, Matteo Orfini, è furiosa perché si è sentita scavalcata da Renzie con bersaniani e dalemiani, grandi sponsor della candidatura del giudice costituzionale palermitano. Non è ovviamente detto che questa rabbia si traduca in voti contrari (i Giovani Turchi sono una quarantina circa), ma i rumors che arrivano da Pd suggeriscono di guardare con grande attenzione a questa corrente se si vogliono cercare le postazioni dalle quali potrebbero sparare i franchi tiratori. “Sono molto incazzati”, dicono alcuni deputati della minoranza interna.
matteo renzi a davos 7
Le ultime ore che separano dal quarto scrutinio, quello in cui Renzie tenterà l’affondo su Mattarella, non sono serenissime neppure per l’inquilino di Palazzo Chigi. Da un lato c’è la soddisfazione per aver messo nell’angolo Berlusconi e aver ricompattato formalmente il Pd, dall’altro c’è una certa apprensione per il tipo di presidente che sarà Mattarella, ammesso che tutto vada come deve andare.
Pierluigi Bersani
La realtà è che Renzi lo conosce pochissimo e lo ha scelto nella convinzione che sarà un presidente con poche pretese di protagonismo e abbastanza malleabile. Insomma, non un soprammobile, ma quasi. Però il premier sa benissimo che Bersani e D’Alema, che lo conoscono molto meglio di lui, puntano invece sul fatto che Mattarella gli darà del filo da torcere. E questo dubbio lo fa dormire male.