ALLARME BOMBA TRIBUNALE TORINO
Federica Cravero e Alessandro Contaldo per la Repubblica
Allarme bomba al Palazzo di giustizia di Torino, dove per circa un'ora si è vissuta una situazione di emergenza. Due buste contenenti polvere esplosiva e fili elettrici ("Ordigni artigianali, ma che potevano esplodere" assicurano gli esperti) hanno provocato l'intervento dei vigili del fuoco e degli artificieri dei carabinieri.
Gli ingressi all'edificio sono stati chiusi, le udienze in corso sono state sospese, i pochi presenti sono stati allontanati dal cortile dove è stato parcheggiato il furgone degli artificieri al cui interno sono state introdotte le buste. Una volta messe in sicurezza le buste, l'allarme è rientrato ed è cominciato il ritorno alla normalità.
L'allarme era stato lanciato nella tarda mattinata dall'ufficio smistamento posta del tribunale, i cui addetti hanno notato le due buste sospette indirizzate ai pubblici ministeri Antonio Rinaudo e Roberto Sparagna. I due plichi sembravano contenere polvere esplosiva e presentavano alcuni rilievi che facevano pensare a circuiti elettrici.
I carabinieri sono subito intervenuti accertando che effettivamente le buste contenevano esplosivo, cavi elettrici e una batteria, e che, anche se gli ordigni erano artigianali, erano innescati e potevano esplodere. L'esplosivo era polvere pirotecnica, i cavi costituivano un circuito semplice, un piccolo contenitore era collegato con un filo al lembo di ciascuna busta: l’apertura del plico avrebbe chiuso il circuito e provocato la detonazione.
Gli esperti si sono messi al lavoro nel cortile dell'edificio, dove hanno scaricato la propria strumentazione e dove il furgone è diventato il loro laboratorio "da campo". Tutto è durato all'incirca un'ora e si è svolto senza scene di panico né particolari tensioni.
ALLARME BOMBA TRIBUNALE TORINO
Sparagna e Rinaudo sono i sostituti procuratori che si sono occupati di inchieste delicate su fenomeni eversivi o di rilievo politico: il primo ha condotto l'indagine "Scripta Manent" su una serie di attentati dinamitardi della Fai (la Federazione Anarchica Informale), il secondo è noto soprattutto per le numerose inchieste sui No Tav.