1.DIMON,PREOCCUPATO PER TENSIONI IN EUROPA DA ITALIA A TURCHIA
(ANSA) - Il numero uno di JPMorgan Chase, Jamie Dimon, si e' detto preoccupato per le crescenti tensioni in Europa, a partire dalla Brexit e dalla situazione in Italia e in Turchia. Lo riportano i media Usa dopo la conference call in cui Dimon ha illustrato i conti trimestrali del suo gruppo. Dimon ha affermato come a preoccupare sono anche gli sviluppi in Medio Oriente e in America Latina.
jamie dimon jpmorgan
"Brexit, Italia, commercio, ritiro del Quantitative Easing, Turchia, Argentina, Arabia saudita. E' una lunga lista di cose", ha affermato Dimon. "In generale - ha aggiunto - queste cose non necessariamente mettono a rischio una economia Usa forte, ma possono avere un effetto".
2.DIMON LANCIA L'ALLARME MERCATI, SITUAZIONE ESPLOSIVA
(ANSA) - Il numero uno di JPMorgan, Jamie Dimon, suona il campanello d'allarme: "Le questioni geopolitiche stanno esplodendo ovunque", ha affermato dopo aver presentato i conti del suo gruppo, esprimendo forti preoccupazioni per l'aumento dell'inflazione e per le turbolenze sui mercati finanziari.
Per Dimon l'aumento dei tassi di interesse e le crescenti tensioni geopolitiche - non solo la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, ma anche le tensioni in Europa e in America Latina, compresi gli sviluppi in Italia - potrebbero "far deragliare" l'economia americana. "La crescita e' ancora molto forte - ha spiegato - e questo porta a salari piu' alti, creazione di posti di lavoro, spese per investimenti, piu' credito ai consumatori.
jamie dimon
Una situazione generalizzata che non cambiera' immediatamente"."Ma - ha aggiunto il numero uno di JPMorgan Chase - ci sono altri fattori che vanno presi in considerazione. Se i tassi vanno su perche' c'e' inflazione questo non e' un vantaggio, ma una cosa negativa. Cosi' come non lo sono le questioni geopolitiche che stanno divampando dappertutto". "E' una lunga lista, e nessuno dovrebbe sorprendersi se poi succede qualcosa lungo la strada".
MA JAMIE DIMON È LO STESSO CHE SI DEFINISCE UN DEMOCRATICO E NELL'ULTIMO ANNO HA DETTO CHE: TRUMP NON AVRÀ UN SECONDO MANDATO, LE SUE POLITICHE CON LA CINA RISCHIANO DI FAR DERAGLIARE LA LOCOMOTIVA AMERICANA (CHE INVECE PARE INARRESTABILE) E CHE SI RITIENE ''PIÙ INTELLIGENTE DI LUI, POTREI BATTERLO ALLE ELEZIONI''? LEGGETE QUI:
23 NOVEMBRE 2017 - JAMIE DIMON: TRUMP NON AVRA’ SECONDO MANDATO
jamie dimon primo da destra
Donald Trump potrebbe essere un presidente da un solo mandato, sempre che il partito Democratico riesca a presentare un candidato credibile da qui a tre anni. Lo sostiene il Ceo di Jp Morgan Chase, Jamie Dimon, aggiungendo che Trump potrebbe restare alla Casa Bianca “altri tre anni e mezzo” (ossia sino alla scadenza dell’attuale mandato), ma “i Democratici dovranno trovare un candidato ragionevole, o Trump vincerà di nuovo”.
DIMON DESCRIVE LO SFIDANTE IDEALE
Per Dimon, che in passato si era definito “a malapena” un Democratico, un candidato ragionevole sarà solo un candidato in grado di portare avanti un’agenda “a favore della libera concorrenza”, del lavoro e della crescita economica. Dimon, che ha parlato nel corso di una cena al Economic Club of Chicago, è sempre più di frequente a Washington da quando è stato eletto Trump, per fare azione di lobbying su temi quali la modifica della tassazione aziendale, le politiche di immigrazione e i finanziamenti legati ai mutui.
23 LUGLIO 2018: BANCHE D’AFFARI USA CONTRO TRUMP: “FARÀ DERAGLIARE LOCOMOTIVA USA”
http://www.wallstreetitalia.com/
jamie dimon jp morgan
La politiche protezionistiche messe in atto da Donald Trump nel commercio internazionale rischiano di far saltare il boom economico americano. L’avvertimento arriva da uno dei banchieri più noti a Wall Street, ovvero Jamie Dimon, numero uno di Jp Morgan. Che in un’intervista alla Cnn Money non nasconde le sue preoccupazioni sul futuro dell’economia a stelle a strisce.
“Se si alzano le barriere su altri 200 miliardi di dollari di merci e si aumentano i dazi sulle auto, il rischio di far deragliare la crescita è alto” ha spiegato Dimon.
13 SETTEMBRE 2018: JAMIE DIMON (JP MORGAN) SFIDA TRUMP
Dal ''Sole 24 Ore''
jamie dimon in famiglia
Nel giorno in cui Jamie Dimon ha ceduto parte dei suoi poteri ai suoi vice Daniel Pinto e Gordon Smith, il manager americano da 13 anni alla guida di Jp Morgan, ha pensato di misurarsi con il presidente degli Stati Uniti d’America: «Penso che potrei battere Trump, perché sono tenace come lui ma sono più intelligente di lui», ha detto Dimon.
Certo, anche per uno dei pochi grandi banchieri sopravvissuti al crack di Lehman Brothers, gli anni passano e oggi esclude di voler correre per la Casa Bianca nel 2020. Dimon resterà amministratore delegato di JP Morgan per altri cinque anni ma si prepara alla successione anche in banca e ieri ha annunciato che sta cedendo la gestione giornaliera del gruppo ai due co-presidenti, Daniel Pinto e Gordon Smith, rispettivamente 55 e 60 anni.
3.ARRIVANO I NOSTRI JP MORGAN SNOBBA IL DEFICIT E COMPRA PIÙ BTP
Daniele Capezzone per “la Verità”
I nemici italiani del governo avevano calcolato, usato e arruolato un po' di tutto, dalla Commissione Ue alle agenzie di rating, ma avevano dimenticato un dettaglio: la volontà degli Usa di offrire una sponda all' Italia. E così ieri ha parlato Nick Gartside, uno degli uomini al vertice di Jp Morgan: «Stiamo aumentando l' esposizione in Btp.
Donald Trump
Crediamo che l' incertezza politica in Italia sia adeguatamente remunerata. Il deficit al 2,4%? Nulla di strano». I nemici italiani del governo avevano calcolato, usato e arruolato un po' di tutto: giornaloni, moniti del Fondo Monetario Internazionale, raffiche di attacchi dalla Commissione europea (sempre a Borse aperte), punture di spillo dell' Ufficio parlamentare di bilancio, giù giù fino alle sortite ormai settimanali del presidente dell' Inps, Tito Boeri. Ma avevano dimenticato un «dettaglio» (si fa per dire): e cioè Donald Trump, e la precisa volontà politica della Casa Bianca di offrire una sponda all' Italia in ogni forma possibile (diretta, indiretta, in termini di influenza, eccetera).
I banchieri Lloyd Blankfein Jamie Dimon John Mack e Brian Moynihan alla Commissione d inchiesta
Unica nel panorama della stampa italiana, La Verità aveva riferito esattamente in questi termini i colloqui e i retroscena dell' incontro del 30 luglio scorso a Washington tra Trump e il primo ministro Giuseppe Conte: incoraggiamento all' Italia nella linea dura sull' immigrazione illegale, no alla pretesa egemonica francese su Libia e Nord Africa, in Europa supporto a un riequilibrio rispetto allo strapotere dell' asse francotedesco (con sostegno politico Usa all' Italia, all' Austria e ai Paesi del Gruppo di Visegrad), e anche un ombrello aperto sui mercati per proteggerci in caso di pioggia. A poco a poco, su ognuno di quei dossier, la mano americana sulle nostre spalle comincia a farsi sentire.
Si pensi solo alla Libia: il piano del presidente francese Emmanuel Macron, volto a imporre elezioni-lampo, è stato fatto saltare in sede Onu proprio grazie agli Usa; sarà invece centrale una conferenza che si svolgerà in Italia; e grazie a una positiva triangolazione con il mondo anglosassone (in questo caso, con gli inglesi di Bp), Eni sembra consolidare il suo ruolo rispetto alla francese Total nei nuovi accordi petroliferi nella regione.
TRUMP DARTH VADER
Ieri si è avuto un altro segnale anche più importante: certo non deriva da una direttiva della Casa Bianca (non sarebbe ovviamente possibile), ma corrisponde al clima, all' atmosfera di sostegno a noi creata dall' amministrazione Trump. Proprio nei giorni dei più duri attacchi verso l' Italia, ha parlato (intervista al Sole 24 Ore) Nick Gartside, uno degli uomini al vertice della banca americana Jp Morgan.
Ed è stato chiarissimo: «Alcuni dei nostri fondi stanno aumentando l' esposizione in Btp». Avete letto bene: non mantenendo, ma aumentando. E ancora: «Ad oggi crediamo che l' incertezza politica in Italia sia adeguatamente remunerata». E anche quando interrogato sul deficit al 2,4%, Gartside nega di essere preoccupato: «Non eccessivamente.
Tanti governi, a partire da quello americano, stanno facendo deficit spending. Non vedo nulla di strano nel fatto che anche l' Italia faccia altrettanto».
Jamie dimon - copertina Fortune
E pure sul debito, il rappresentante di Jp Morgan è netto: «Allo stato attuale, la sostenibilità del debito italiano non è in discussione». Gartside dà per «scontata» una bocciatura da parte di Moody' s, ammette che «c' è da aspettarsi molta volatilità in vista delle decisioni delle agenzie di rating», ma aggiunge anche che bisognerà farci l' abitudine, è già successo con Brexit e con le presidenziali francesi, e che potrà addirittura essere «un' opportunità: altrimenti non compreremmo Btp». In serata, lo stesso premier Conte dà mostra di aver ricevuto il messaggio con un post su Facebook che accosta due segnali: «Steve Mnuchin, Segretario al Tesoro degli Stati Uniti d' America, ha dichiarato che l' Italia non rappresenta un fattore di rischio. Stesso concetto lo ha espresso oggi anche Nick Gartside, capo della divisione reddito fisso di JP Morgan, e quindi non certo una fonte vicina al governo».
Ma a mandare di traverso il caffè a chi partecipa alle campagne di creazione del panico, oltre a Mnuchin e Jp Morgan, ha contribuito anche Klaus Regling, managing director dell' Esm, il fondo salvastati, parlando da Bali: «Non c' è un pericolo immediato che l' Italia perda l' accesso ai mercati, né che il suo rating scenda sotto l' investment grade». Regling ha ricordato che l' Italia non ha mai perso l' accesso ai mercati, nemmeno nelle fasi più acute delle crisi passate, e che è assolutamente scorretto ogni paragone tra Italia e Grecia, aggiungendo che attende di leggere i dettagli della manovra.
A questo punto ci sono due conseguenze. La prima è che, nel momento in cui qualcuno ti offre un ombrello, devi aprirlo e saperlo usare. È dunque auspicabile che, nel dosaggio della manovra (che sarà consegnata il 15 a Bruxelles e il 20 alle Camere), il Governo valorizzi gli elementi (tagli di tasse) più capaci di irrobustire la crescita. Investitori importanti sono e resteranno al fianco dell' Italia: ma è evidente che la loro fiducia occorre meritarsela. Mercati e investitori valutano due cose: la stabilità di un governo (e i numeri di Lega e M5S in Parlamento sono blindati) e le prospettive di crescita di un Paese.
JP MORGAN
La partita è tutta qui, e nell' allocazione delle risorse il Governo farà bene a considerarlo.
La seconda conseguenza è di carattere geopolitico. Il governo italiano ha tutto l' interesse a mostrarsi leale e credibile con Washington, sia nella collocazione internazionale complessiva, sia negli investimenti su sicurezza e difesa, nell' ambito dell' Occidente e della Nato. E ogni segnale sarà valutato: per capirci, non è certo il momento per tagli o ridimensionamenti dei programmi per gli F35 e dei relativi acquisti e investimenti.