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    “IL SOGGIORNO ALLE CANARIE CON LO STIPENDIO DELL’ATAC? MI SONO ROTTA LA GAMBA UN ANNO E MEZZO FA. PERCHE’ NON TORNO? RIABILITAZIONE LUNGA”. PARLA LA CAPOSTAZIONE DELL’AZIENDA DEI TRASPORTI CAPITOLINA IN MALATTIA DA MARZO DEL 2020. LA DONNA HA APERTO UNA CASA VACANZE ALLE CANARIE CON JACUZZI E VISTA SULL’OCEANO: "HO UN BEL PANORAMA PER RIMETTERMI, NO?" - L'IRONIA DI GRAMELLINI: "SI PENSAVA CHE LA FACCIA TOSTA FOSSE UNA PREROGATIVA MASCHILE E INVECE..."


     
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    dipendente atac canarie dipendente atac canarie

    Massimo Gramellini per il Corriere della Sera
     
    T. G., come di certi rapper, di te si conoscono solo le iniziali, ma bisogna ammettere che sei una donna capace di realizzare i tuoi sogni. Quanti lascerebbero un posto di lavoro sicuro per andare ad aprire un B&B alle Canarie? Molti, a chiacchiere. Solo che tu lo hai fatto davvero: all'inizio della pandemia, prendendo in parola chi sui giornali suggeriva di sfruttare lo choc per cambiare vita.
     
    Hai smesso di timbrare il cartellino dell'Atac - un'azienda di Roma che si occupa di trasporto urbano con risultati alterni, però sempre pieni di passione: non per nulla i suoi mezzi prendono spesso fuoco - ma, da vera romantica, non te la sei sentita di rompere del tutto e hai scelto di tenere aperto un canale di comunicazione con il tuo passato. Dalle Canarie inviavi all'Atac i certificati medici in cui ti davi malata, così da permettere ai contribuenti italiani di continuare a finanziare il tuo stipendio e quindi il tuo sogno: una (doppia) vita in vacanza a spese nostre.
     
    Saresti stata la furbetta perfetta, T.G., se non avessi ceduto alla tentazione di vantartene sui social, postando foto di aperitivi al tramonto e piscine vista mare. Ci è voluto del tempo, ma alla fine qualcuno a Roma ha cominciato a sospettare che tu non spedissi quelle immagini dalla fermata dei bus di Tor Pignattara. Guardiamo il lato positivo: si era sempre sostenuto che la faccia tosta fosse una prerogativa maschile e invece, almeno in questo campo, si procede speditamente verso la parità.

     

     

     

    "HO UN B&B ALLE CANARIE MA TENGO IL POSTO ALL'ATAC"

    Lorenzo De Cicco per il Messaggero - Roma

     

    «Qui è un paradiso, c'è il sole tutto l'anno, ma tante isole sono stupende, vogliamo parlare della Sardegna?». Direttamente da Puerto Rico de Gran Canaria, T. G., la capostazione dell'Atac «in malattia» dal marzo 2020, col B&B nelle isole subtropicali, non sembra troppo sorpresa dalla telefonata del cronista. La partecipata dei trasporti del Campidoglio, dopo un anno e mezzo di referti medici (e soprattutto, dopo la scoperta dell'attività parallela come proprietaria di una casa vacanze vista oceano), ha deciso di metterla alla porta: «Ma ho tutti i certificati in regola», replica lei, col tono di una che non si darà per vinta.

     

    Il soggiorno a Las Palmas con lo stipendio dell'Atac? È stata tutta una coincidenza, dice lei. «Mi sono rotta la gamba qui, pensi, appena arrivata sull'isola, all'inizio del 2020. Una casualità. Sono scivolata dalle scale, stavano facendo alcuni lavori». Quindi è in malattia da un anno e mezzo per una frattura? «Che devo fare, purtroppo... Adesso sto facendo la fisioterapia. Con la pandemia qui si era bloccato tutto, ancora stiamo in allerta 4 per il Covid, non ho potuto iniziare prima. Ho anche la spalla storta! Ho il gesso».

     

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    Ma su Whatsapp sfoggia come immagine del profilo una bella foto con vista sul porto di Gran Canaria, e il gesso non c''è... «È una foto vecchia, di qualche anno fa». Sarà una riabilitazione lunga? «Mi ha beccato che sono uscita dalla terapia acquatica (la telefonata è alle 9 di sera, ndr), ma ho almeno altre 15 sedute. Sa, decide l'ortopedico, perché ho ripreso ora le cure». Alle Canarie non è arrivata proprio per caso. «Ho due case di proprietà. Il mio compagno è spagnolo, ma lui gira per il mondo, è pilota».

     

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    Lei invece è stipendiata per passare il turno nelle stazioni delle ferrovie e della metro, a Roma. Che c'entra il B&B in un arcipelago dell'Atlantico? «Ho una casa vacanze, registrata con tutti i permessi, ma con la pandemia non è facile affittare. Non affitto più». In realtà sulla pagina della struttura, dove compariva fino a ieri mattina il numero di cellulare della capostazione, ci sono annunci recenti, l'ultimo è del 2 agosto. Tra le foto di una jacuzzi, di un brindisi sulla terrazza fronte mare, della piscina a sfioro. «Sì, ma quella della foto non è la piscina reale. È mia figlia che mi aiuta, fa marketing».

     

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    Farà ricorso contro l'Atac se procedono con la sospensione e poi col licenziamento? «Innanzitutto all'Atac devono dire le cose vere - ribatte la capostazione - Perché i certificati medici ci sono, non capisco cosa abbiano contestato». Messaggio chiaro: il posto se lo tiene stretto. «Vedremo se applicano la legge oppure no. Io per il momento sono concentrata solo sulla mia salute. E ho un bel panorama per rimettermi, no?». 

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