RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
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Nell’ancien régime oltre alle percentuali dei consensi raccolti da partiti si conteggiavano pure i voti reali che dipendono dal numero delle persone che sono andate al seggio.
La ragione è molto semplice, sia pure ignorata nell’ultima tornata delle europee dove a cantar troppo presto vittoria brindando con il vino della casa di Bruneo Vespa, è stata soprattutto la ducetta della Garbatella, Giorgia Meloni.
Il che nulla toglie al valore, soprattutto politico, del consenso superiore al 28,8% raccolto da Fratelli d’Italia.
Come vedremo, però, parlare anche di “svolta a destra” nel Paese con una nuova leader che avanza ce ne passa, con buona pace dei commenti a mezzo stampa (tarocca).
Intanto, l’aspirante Evita de’ noantri non ha saltato l’asticella del 30% che nelle ultime quattro elezioni europee era stata superata sia pure con percentuali di affluenza superiori a quelli registrati oggi da Prodi (Ulivo, 31%), Berlusconi (Popolo libertà, 35,3%), Renzi (Pd, 40,8%), Salvini (Lega, 34,26%). Il che rivela pure, visti i precedenti, che alle europee il passaggio dalle stelle alle stalle è assai breve…Tant’è.
Se l’affluenza alle urne, com’è accaduto in Italia domenica scorsa (24 milioni di astenuti, oltre la metà dei votanti), resta sotto la soglia del 50% automaticamente s’alza la percentuale dei voti ottenuti dai partiti rispetto alle politiche del 2022 (vedi tabella).
È questo il peso concreto dell’astensionismo, cioè di chi ignora la sua ferrea legge: giù i votanti e su le percentuali (illusorie) di chi ha non ha disertato i seggi. E soltanto con la somma dei voti reali si possono spiegare (e commentare) le stesse tendenze politiche dell’elettorato.
Nel duello tra la Meloni (FdI) e la Schlein (Pd) la bilancia pende dalla parte della segretaria del Nazareno: la premier si è persa per strada oltre 700 mila elettori (10% in meno dalla tornata delle politiche). È andata meglio alla sua competitrice nella fida bipolare (imperfetta) che incassa 160 mila voti in più. La distanza tra due partiti si è ridotta a poco meno di 1 milione di voti (5%).
E la migliore fotografia dei tracolli ce la racconta proprio la tabella dei voti reali: Cinque stelle di Conte oltre 2 milioni di elettori persi; Forza Italia meno 60 mila; Lega di Salvini (nonostante Vannacci) meno 400 mila. Oltre al Pd, a segnare un più in pagella sono i Verdi di Bonelli e Fratoianni (con l’aggiunta della Salis) più 500 mila. Quanto a Calenda e Renzi si mettano il quorum in pace, la realtà supera la fantasia di un centro che non quadra mai.
astensionismobonelli fratoianni salisROBERTO VANNACCI MATTEO SALVINIGIORGIA MELONI VS ELLY SCHLEIN
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