NEONATI MORTI, LA PROCURA CHIEDE IL CARCERE PER CHIARA
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(ANSA) - BOLOGNA, 30 SET - La procura di Parma ha presentato appello contro l'ordinanza con cui il Gip di Parma ha disposto i domiciliari per Chiara Petrolini, la giovane di Traversetolo (Parma) accusata della vicenda dei neonati morti e sepolti nel giardino della sua villetta e ha chiesto che la ragazza sia mandata in carcere.
Il Gip aveva infatti respinto la richiesta fatta dalla procura per soppressione di cadavere, ritendendo il reato occultamento di cadavere.
VIDEO - IL PADRE DEI NEONATI SEPOLTI IN GIARDINO PARLA ALLE IENE
«CHIARA HA FINTO FINO ALL’ULTIMO POTEVAMO TENERE I DUE BAMBINI»
Estratto dell’articolo di Floriana Rullo per il "Corriere della Sera"
CHIARA PETROLINI
«Chiara è sempre stata normale, non è mai cambiata nè nel corpo e neppure nei suoi atteggiamenti. Era una maschera». E ancora: «Io e lei non avevamo rapporti protetti, lei diceva di prendere la pillola. Non mi ha mai detto di aver smesso di usarla. Le sue amiche lo sapevano. Non capisco cosa sia successo. Non abbiamo mai parlato di bambini, neanche per scherzare. Se li avesse voluti tenere non mi sarei tirato certo indietro».
A parlare per la prima volta è il fidanzato di Chiara Petrolini, il padre dei due neonati sepolti nel giardino della villetta di Traversetolo, in provincia di Parma. Il giovane (21 anni come la ragazza), in un’intervista alle Iene ha ripercorso il suo legame con la compagna e, soprattutto, ha raccontato dei giorni in cui ha scoperto di essere il padre dei due piccoli, ritrovati senza vita.
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«Il nostro primo bacio è stato in discoteca, oggi è come se fosse un ricordo sporcato — dice —. Pensare che, l’anno scorso, a settembre, quando ci siamo rimessi insieme mi sono tatuato sul polso il suo nome. Prima di questo fatto, nella relazione, lo str... ero io, perché l’avevo tradita. […]».
Ancora oggi […] la domanda che tutti gli fanno continua ad essere sempre la stessa: «“Ma come fai a non accorgertene?” mi dicono. Vorrei dare una spiegazione a chi non se la dà. Io non l’ho mai vista cambiata, non si notava nulla […]. Immagino che all’ottavo, al nono mese avesse più paura che si potesse vedere qualcosa, eppure non si notava niente. Tra il primo e il secondo bambino c’è stato un anno di stop tra noi. Fino a che mi ha chiesto di rivederla e io ci sono cascato un’altra volta».
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Dal 7 agosto ad oggi, con Chiara agli arresti domiciliari per omicidio premeditato e soppressione di cadavere, — oggi la procura potrebbe impugnare la decisione e richiedere per lei il carcere —, il 21enne racconta di aver «rivisto e ristudiato tutto e non torna ancora — ammette —. Non riesco a spiegarmi come sia successo. Il giorno che hanno trovato il primo bambino mi ha anche mandato un messaggio: “Hanno trovato un bambino in casa mia. Siamo choccati”.
Per me era tutto strano, non lo collegavo a lei, non volevo rovinarle la vacanza. Poi mi hanno chiamato i carabinieri. Ero consapevole di non aver fatto nulla, eppure c’entravo lo stesso, in qualche modo. Non ci credevo. Ancora adesso fatico a realizzare».
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I due neonati ora dovranno essere registrati all’anagrafe e poi dichiarati morti. «[…] non abbiamo mai, neanche per scherzare, parlato di bambini — racconta ragazzo —.
Non era nemmeno tra i miei piani. Ma se fosse successo me li sarei tenuti».
Di una cosa il 21enne sembra però certo. Chiara ha deciso di fare tutto da sola per paura «del giudizio degli altri […]. Lei ci teneva al giudizio delle altre persone. Rigava dritto in tutto, non c’era mai una cosa fuori posto. Se lei li avesse voluti tenere io non mi sarei tirato indietro. Ora, su di lei, sono vuoto».
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