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    ALLEANZA IRRAZIONALE - FINI-STORACE, IL PRANZO DELLA PACE E’ SERVITO - L’EX LEADER DI AN E UNO DEI SUOI COLONNELLI SI SONO RITROVATI A TAVOLA DOPO ANNI IN CUI SE LE SONO SUONATE SENZA PIETA': I DUE SI RITROVANO UNITI DAL COMUNE SCETTICISMO NEI CONFRONTI DELLA MELONI - STORACE CHE OGGI SCRIVE “A PRANZO CON UN CAPO” E’ LO STESSO CHE DICEVA “SE NON FOSSE UN REATO GLI CONSIGLIEREI DI SPARARSI: FINI DICEVA DI ESSERE UN COGLIONE, FORSE E' QUALCOSA DI PEGGIO”


     
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    Tommaso Labate per corriere.it

     

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    L’istinto iniziale è quello che porta dritto all’«oddio, ma sono proprio loro?». Poi, quando si capisce che sono davvero loro, impossibile non pensare a quei sodalizi che si riformano all’improvviso dopo grandi rotture, perché il passato remoto è più forte del passato prossimo, e quindi puoi costruirci sopra un presente e magari un futuro. Come Franco Franchi e Ciccio Ingrassia che si riappacificarono in diretta tv davanti a Pippo Baudo, come Stallio e Ollio che si rimisero insieme per un ultimo tour – due coppie affiatate e poi rotte e poi ricomposte – così Gianfranco Fini e Francesco Storace tornano a vedersi assieme dopo anni.

     

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    Il capo e l’uomo comunicazione, l’artefice della svolta della destra italiana a Fiuggi e l’uomo che ne portava in giro il verbo, il «messaggio» fatto persona e il suo «messaggero». La foto l’ha pubblicata Storace su Twitter. «A pranzo con un Capo», scrive l’ex presidente della Regione Lazio, oggi vicedirettore de Il Tempo, che sceglie con cura la C maiuscola. «Con Gianfranco Fini ho lavorato fianco a fianco e poi l’ho combattuto. Ma il valore di un rapporto leale nei momenti belli e in quelli peggiori non si dimentica né si rinnega. E oggi due ore a pranzo sono volate via con l’affetto di allora», aggiunge.

     

     

    FINI STORACE ALEMANNO FINI STORACE ALEMANNO

    L’ultima volta che si erano scambiati messaggi in pubblico era successo a tarda sera, sempre su Twitter, come quegli ex fidanzati a cui scappa un messaggino notturno di cui poi si pentono. «Francesco, ricominciamo dalla Fondazione», aveva scritto Fini alle 23 e 46 del 14 novembre 2014. «Ho mille dubbi, Gianfranco», aveva risposto Storace. Poi il nulla, seguito evidentemente da una fiamma – il rimando al simbolo del Movimento sociale e di Alleanza nazionale è tutt’altro che casua – che forse non si è mai spenta.

     

    Oggi la si trova nel simbolo di Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni, nella cui biografia politica i capitoli «Fini» e «Storace» sono tutt’altro che laterali. Entrambi hanno creduto in lei, anche se l’hanno fatto in due momenti diversi. E nessuno dei due l’ha fatto oggi, mentre la stella dell’ex leader dei giovani di An brilla nei sondaggi. Ma questo c’entra poco, forse, con una reunion che scalda i cuori dei cultori della Seconda repubblica, che siano di destra o centrodestra poco conta.

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    L’uno smilzo, l’altro robusto; l’uno timido, l’altro oltre ogni immaginabile idea umana di estroversione; l’uno che poi ha sposato la via della destra di governo, l’altro ancorato alla destra sociale; l’uno filo laziale, l’altro ultra romanista: dettagli non trascurabili dei protagonisti di uno di quegli amori politici che, come cantava Venditti, non finiscono. Al contrario, fanno dei giri immensi. E poi ritornano.

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