DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Giuseppe Alberto Falci per ilnapolista.it
Pigi Battista, giornalista e scrittore e soprattutto juventino. Da dove partiamo: dall’ennesimo pareggio con il Bologna?
«No, bisogna avvolgere il nastro».
Dall’addio traumatico di Massimiliano Allegri?
«Direi che quello è lo snodo cruciale. Noi veniamo da un grande ripudio e da una grande frattura che si è materializzata allo stadio Olimpico la sera della vittoria di Coppa Italia quando Massimiliano Allegri ha rudemente proposto a Giuntoli di levarsi dalle scatole».
A quel punto Giuntoli ha accomodato alla porta Allegri. Un errore?
«Quella è la scena primaria. È stata una violenta separazione con Allegri ed è passata l’idea che con Thiago Motta si arrivasse a una nuova alba. Tutto questo ha diviso il popolo juventino, come succede alle elezioni quando c’è la rottura fra élite e popolo. Quando Allegri ha detto “Dov’è Rocchi?” si è messo contro le élite che vedeva con sussiego e sospetto queste azioni del descamisado Allegri».
A sei mesi di distanza dalla separazione con Allegri bisognerebbe almeno chiedergli scusa?
«A uno con quel passato ci si dovrebbe solo inchinare. Cinque scudetti, due finali di Champions, cinque coppa Italia, due Supercoppa italiane. Questo passato dovrebbe indurre un certo equilibrio. Ma questa è l’Italia del 25 luglio: prima viva il Duce e poi tutti a buttare i busti di Mussolini.
Allegri è stato demonizzato, gli hanno dato colpe nonostante avesse una squadra nettamente inferiore a quella del primo ciclo. Basta confrontare la Juve della finale di Berlino o di Cardiff con quella della Coppa Italia del maggio scorso. Di cosa parliamo? Quando si facevano tutte le proiezioni sulla Champions League le grandi squadre da battere erano Real Madrid, Barcellona, Liverpool, Bayern Monaco e Juventus. E ora?».
E ora c’è la rivoluzione di Thiago Motta…
MAX ALLEGRI IN VERSIONE PAPA MEME
«Allegri nonostante una squadra di molte figure mediocri ma di carattere incomparabilmente inferiore rispetto al primo ciclo e con una società messa sotto accusa, ha portato la Juve al secondo e al terzo posto e ha ottenuto un altro trofeo grazie alla vittoria con l’Atalanta, la stessa Atalanta che poi ha stravinto l’Europa League».
Quanto ha pesato la campagna mediatica contro Allegri?
«A un certo punto ci fu questa rivolta popolare dell’adanismo: il brutto gioco, il corto muso, e dunque l’idea che sarebbe stato necessario ripudiare Allegri».
Lo stesso Allegri già allontanato nel 2018, dopo il quinto scudetto consecutivo…
«Anche li, chi prendono? Maurizio Sarri, ci rendiamo conto? Non Guardiola, Maurizio Sarri».
Torniamo all’ultimo anno di Allegri.
«È stato destabilizzato per mesi, a febbraio gli fanno una campagna acquisti ridicola prendendo Alcaraz, centrocampista ignoto ai più che Allegri nemmeno voleva. In parallelo inizia una forte delegittimazione quotidiana da parte dei giornali che la società non guardava con grande sfavore».
Fatto fuori Allegri tocca a Thiago Motta, l’allenatore che ha portato il Bologna in Champions League…
«Non prendono né Baroni né Gasperini ma ingaggiano Motta perché incarnava il bel giuoco – mi raccomando g-i-u-o-co. Ma nel calcio il bel giuoco se non porta al risultato è masturbazione mentale…».
E la campagna acquisti da circa 200 milioni?
«Demenziale: sapendo che Milik non sta bene non acquistano un centravanti. È mai possibile che non ci sia un sostituito di Vlahovic? Ma non finisce qui. Spendono una cifra mostruosa per Douglas Luiz, che ricordiamo per i due rigori procurati contro la Juve. La domanda è: Luiz vale 50 milioni? Perché Giuntoli non ha acquistato Tavares costato alla Lazio 5 milioni?
massimiliano allegri coppa italia
Perché non ha strappato all’Atletico Madrid Alvaro Morata? Hanno mandato con prepotenza una serie di giocatori che oggi ci avrebbero fatto comodo come Rugani e perché no come De Sciglio che farebbe la differenza al posto di Rouhi. Io dico questo: se vuoi fare il repulisti devi prendere dei giocatori che non fanno rimpiangere i precedenti…
Nel centrocampo della Juve hanno giocato prima Pirlo, Pogba, Vidal. Poi Pjanic, Matuidi, Khedira. Oggi ci ritroviamo con Locatelli, Fagioli, Mckennie. Non esiste una grande squadra senza grandi giocatori in mezzo al campo».
Pigi, in estrema sintesi, è inutile che i tifosi della Juve sperino nel miracolo? La stagione è già fallimentare?
«Questa atmosfera di ripudio, di anno zero, di terra bruciata del passato, la damnatio memoriae di Allegri, è una cosa che non ha nessun aggancio con quello che accade realmente. Stiamo parlando di una squadra esclusa dal giro scudetto e dal giro delle coppe.
E poi voglio vedere cosa succederà con la Champions. Il punto è che non c’è niente di peggio di una trionfale rivoluzione che non conferma le aspettative. E poi è sbagliato ragionare sui tre anni. La Juve deve vincere. I grandi allenatori hanno vinto al primo anno. Conte conquistò lo scudetto con Matri e Vucinic».
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