ALLEGRI MAROTTA
Filippo Bonsignore per il Corriere della Sera
La storia è ancora tutta da scrivere. E, come spesso accade in questi casi, può riservare un finale a sorpresa. Ma il punto di partenza è chiaro: l' epopea di Massimiliano Allegri sulla panchina della Juventus sembra volgere rapidamente al termine.
A fine stagione potrebbe essere addio, con un anno di anticipo sulla scadenza del contratto, fissata per il giugno 2018. Intendiamoci, nessuna rottura traumatica ma un approdo soltanto un po' più accelerato alla fine di un ciclo che finora è stato vincente e che promette di essere tale anche in questa stagione. È giusto non dimenticare, infatti, il modo in cui Max ha saputo raccogliere la pesantissima eredità di Antonio Conte nell' estate 2014 dopo l' addio, quello sì inatteso e fragoroso, del tecnico che ha riportato al vertice i bianconeri. Allegri è entrato con intelligenza nel mondo juventino, ha continuato a seguire la strada tattica tracciata dal suo predecessore, aggiungendo piano piano le sue idee e le sue novità.
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Ha dovuto superare lo scetticismo con cui era stato accolto e convivere a lungo con il paragone con il passato ma si è conquistato presto la fiducia della squadra che necessitava di un condottiero più morbido dopo il triennio contiano. E, soprattutto, ha vinto: cinque titoli e una finale di Champions League raggiunta contro ogni pronostico, che ha ridato alla Juve una dimensione europea. Ora i bianconeri sono nuovamente in fuga verso il sesto scudetto di fila e hanno raggiunto gli ottavi di Champions vincendo il girone. Non c' è, quindi, un problema di risultati.
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Le ragioni di un addio anticipato sarebbero da ricercare piuttosto in un feeling con lo spogliatoio che non è più lo stesso di prima. In visioni a volte diverse con la società sulla gestione di alcuni campioni (Higuain escluso a San Siro contro l' Inter; Dybala in panchina a Doha e poi bacchettato pubblicamente) o su alcune scelte tattiche (vedi il crollo con il Genoa). Ma anche in una tentazione, non nuova per Allegri, che risponde al nome di Premier League. Già lo scorso anno il Chelsea aveva pensato a lui prima di scegliere Conte e prima del rinnovo con la Juve fino al 2018. Ora il tema torna d' attualità e Max potrebbe davvero decidere di anticipare lo sbarco Oltremanica.
SIMEONE 2
L' eventualità non coglierebbe di sorpresa nessuno in corso Galileo Ferraris, dove le riflessioni sul profilo del possibile allenatore di domani sono già iniziate. Il nome che riscuote più consensi, al momento, è quello di Paulo Sousa. Il portoghese non rinnoverà il contratto con la Fiorentina (c' è un' opzione che non verrà esercitata dalla società viola): è già stato seguito quando guidava il Basilea e ha il vantaggio di conoscere l' ambiente, essendo stato una della colonne della Juve di Lippi di metà anni '90.
Sotto la lente ci sono anche Diego Simeone, che si è auto-candidato per l' Inter ma è un allenatore modello Conte che - si sussurra - piace molto al presidente Agnelli, Leonardo Jardim, tecnico portoghese del Monaco, ed Eusebio Di Francesco, la via giovane e italiana. La storia è ancora tutta da scrivere.
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