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    CHI SORVEGLIA I SORVEGLIANTI SPIONI? - LA E-SURV, CON IL SUO SOFTWARE SPIA CHE HA CARPITO LE CONVERSAZIONI DI MIGLIAIA DI PERSONE E FREGATO GLI ATTI DI 898 INCHIESTE, LAVORAVA ANCHE CON I SERVIZI? – A ROMA C'È UN'INCHIESTA, PARALLELA A QUELLA DI NAPOLI CHE HA PORTATO ALL'ARRESTO DEI VERTICI DELLA SOCIETÀ E SPUNTA UN CONTRATTO (OVVIAMENTE SEGRETO) TRA L’AISE E E-SURV


     
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    Antonio Massari e Valeria Pacelli per “il Fatto Quotidiano”

     

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    La procura di Roma sta cercando di capire meglio i limiti del contratto di sperimentazione tra l' Aise, i servizi segreti esteri, e la E-surv, la società di Catanzaro che produce il software Exodus per intercettare. Software già finito nel mirino delle procure di Benevento e Napoli. Due giorni fa, proprio i magistrati campani infatti hanno chiesto e ottenuto l' arresto ai domiciliari di Diego Fasano, ritenuto dai pm amministratore di fatto della E-surv, e Salvatore Ansani, "creatore e gestore della Exodus".

     

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    I due sono accusati di accesso abusivo ai sistemi informatici, di intercettazioni illegali e frode nelle pubbliche forniture. L' accusa in sostanza è quella di aver captato dati e comunicazioni senza autorizzazione dell' Autorità giudiziaria, intercettando fraudolentemente anche persone che non erano indagate, per poi conservare in un cloud in Oregon (stati Uniti) il materiale. E-Surv lavorava con parecchie procure italiana (Benevento, Napoli, Roma, Castrovillari, Catanzaro, per citarne alcune) e il sospetto - da verificare - è che in quel cloud siano finite anche intercettazioni legate alle indagini.

     

    Se da Napoli due giorni fa sono scattati gli arresti ai domiciliari, anche a Roma c' è un fascicolo sul software Exodus. Gli investigatori della capitale cercano di capire se e che tipo di informazioni investigative siano state conservate e per quale uso. Non solo: vogliono anche scoprire se il cloud in Oregon sia mai stato hackerato.

     

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    Ma c' è una parte dell' inchiesta romana che è particolarmente delicata e che riguarda i nostri 007. L' esistenza di un fascicolo è stata anticipato due settimane fa da l' Espresso. L' inchiesta capitolina sulla quale si tiene il massimo riserbo però sta accertando come l' Aise abbia utilizzato quel software. Gli investigatori si stanno concentrando sul contratto di sperimentazione (segreto) tra l' Aise e E-Surv che sarebbe stato stilato a fine del 2016.

     

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    Il punto è infatti capire se questo software sia stato utilizzato dai servizi e per quali indagini. Per rispondere a queste domande l' amministrazione dell' Aise ha già mandato una memoria in Procura. Intanto come anticipato da L' Espresso sulla vicenda sta indagando anche il Copasir, il comitato parlamentare che di fatto controlla l' operato dei servizi segreti, e il garante della Privacy.

    Infatti il rischio è che adesso le vittime, chi era intercettato senza neanche essere finito mai sotto indagine, possano intentare cause civili, scatenando - se fossero accertate le accuse della procura di Napoli - un boom di fascicoli.

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    Secondo le accuse dei pm campani ci sono state 234 captazioni di volontari, ossia "soggetti 'bersaglio', che venivano intercettati a loro insaputa, per il solo fatto di aver scaricato l' applicazione infettata dallo store, e dunque in assenza di autorizzazione dell' Autorità Giudiziaria". Sarebbero state quindi della cavie usate per testare il sistema.

     

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    Come Roma continuano anche le indagini napoletane, dove sono già state raccolte le testimonianze di dipendenti della E-Surv o di società a questa collegate. Come Eugenio R. "Io personalmente - ha raccontato ai pm - non ho mai lavorato alle dipendenze di E-Surv, però posso dire che la stessa si occupava di video sorveglianza, e credo anche, di attività di intercettazione telematica. () Ho poi capito che si trattava di intercettazioni anche da un discorso fatto in azienda da Diego Fasano, credo a febbraio 2018, nel quale lo stesso vantava le potenzialità del prodotto Exodus come un prodotto che 'aiutava a catturare i criminali' e che era in uso alle forze dell' ordine.

     

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    Diceva anche che noi - intendendo la società E-surv e il prodotto Exodus - 'siamo gli oscuri' intendendo dire che potevamo spiare i criminali attraverso dei programmi 'trojan' inseriti in qualsiasi dispositivo, soprattutto i dispositivi android e personal computer". Un altro dipendente, alla domanda "non vi erano rischi di infettare persone 'a tappeto' e ignare attraverso il download delle applicazioni infettate", ai pm risponde: "Dopo l' estate del 2017 posi il problema ad Ansani e mi fu riferito dallo stesso che vi erano dei target che lui definiva 'involontari', cioè dei soggetti 'bersaglio' che venivano intercettati a loro insaputa per il solo fatto di aver scaricato l' applicazione infettata dallo store. Ricordo che la storia venne fuori nel momento in cui iniziammo a riceve attacchi informatici dall' esterno".

     

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    "Ansani - continua il verbale - mi spiegò per tranquillizzarmi che nella piattaforma vi erano infezioni effettuate allo scopo di 'test' e che loro - intendendo l' azienda - avevano delle 'garanzie funzionali' per poter operare in quel modo. A quel punto inizi ad avere serie preoccupazioni sulla mia permanenza in azienda, anche perchè avevo iniziato a notare che di frequente Ansani non si limitava a esaminare la piattaforma ma addirittura ne esaminava il contenuto: intendo dire che diverse volte l' ho visto con le cuffie mentre ascoltava quelli che ritengo fossero i files delle intercettazioni che arrivano nelle cartelle".

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