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    ALT! SI PUO’ DIRE “CASALESI E ASSOCIATI” ANZICHÉ CASALEGGIO E ASSOCIATI! – IL TRIBUNALE DI TRANI HA ASSOLTO IL GIORNALISTA DEL “CORRIERE”, CARLO VULPIO, CHE NEL 2019, PARLANDO DELLA SOCIETÀ DI DAVIDE, DISSE: “POLITICAMENTE I CASALESI D’ITALIA STANNO LÌ E DA LÌ PROFILANO TUTTI I LORO ADEPTI COME UNA SETTA QUALE PUÒ ESSERE SCIENTOLOGY” - ORA VULPIO SI ASPETTA (IRONICAMENTE) CHE I SOLONI DEL “CORRIERE”, OVVERO I SUOI EX DIRETTORI MIELI E DE BORTOLI, E L'ATTUALE, LUCIANO FONTANA, NE DIANO NOTIZIA: “NON DICO DUE PAGINE COME FANNO CON SAVIANO, MA UN PEZZULLO…” (STOCCATA A CAIRO CHE HA PORTATO LO “SGOMORRATO” IN VIA SOLFERINO)…


     
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    1 - DAGONOTA

    CARLO VULPIO CARLO VULPIO

    Attenzione: si può dire “Casalesi e associati”, anziché “Casaleggio e associati”. Lo ha stabilito un giudice di Trani, che ha assolto il giornalista del “Corriere della Sera”, Carlo Vulpio.

     

    Vulpio era stato denunciato per aver detto, durante la trasmissione televisiva “Speaker’s Corner” su Tele Dehon, che il M5S è ‘proprietà privata di una ditta commerciale’, accostando la Casaleggio Associati al clan dei Casalesi, aggiungendo: “Politicamente i casalesi stanno lì e da lì profilano tutti i loro adepti, come una setta quale può essere Scientology”.

     

    SENTENZA SU VULPIO E CASALEGGIO SENTENZA SU VULPIO E CASALEGGIO

    Ebbene, per il tribunale pugliese non è diffamazione, ma Vulpio ha solo descritto “con un linguaggio colorito fatti sostanzialmente veri”.

     

    E chissà che non ci sia almeno uno dei 350 giornalisti di Via Solferino che si degnerà di dare spazio a questa notizia, come scrive in una mail inviata ai colleghi Vulpio: “Non dico due pagine, come fanno con Saviano, ma almeno un pezzullo…” (Stoccata a Cairo che ha portato lo “sgomorrato” al “Corriere”).

     

    2 - «CASALEGGIO COME I CASALESI», IL GIUDICE DI TRANI DÀ TORTO AL GURU 5 STELLE

    Da www.lagazzettadelmezzogiorno.it

    DAVIDE CASALEGGIO A PORTA A PORTA DAVIDE CASALEGGIO A PORTA A PORTA

     

    Non è diffamatorio affermare che i Cinque Stelle sono «proprietà privata di una ditta commerciale che attraverso una piattaforma informatica […] comandano come dei burattini 338 parlamentari», nè tantomeno paragonare la Casaleggio Associati al clan camorristico dei Casalesi o descrivere i grillini come una «setta».

     

    Lo ha stabilito il Tribunale civile di Trani, cui la società milanese (che nel 2005 ha contribuito a inventare il fenomeno di Beppe Grillo) si era rivolta chiedendo un risarcimento da 100mila euro a Carlo Vulpio, inviato del «Corriere della Sera», e all’emittente Tele Dehon.

    CARLO VULPIO CARLO VULPIO

     

    Durante il programma «Speaker’s corner» del 30 gennaio 2019 il giornalista ha parlato della Casaleggio come una «setta» che imporrebbe ai parlamentari grillini il pagamento di 300 euro al mese e - «in caso di dissenso dall’indirizzo politico del Movimento» - anche «la somma di 100.000,00 euro».

     

    Ma il Tribunale (giudice Elio Di Molfetta) ha ritenuto che il giornalista (difeso dall’avvocato Vincenzo Giancaspro) abbia esposto «con un linguaggio colorito» fatti sostanzialmente veri attraverso «una narrazione dei fatti inestricabilmente legata ad opinioni personali».

     

    cairo luciano fontana cairo luciano fontana

    Il giudice ha infatti osservato che il rapporto tra Casaleggio, associazione Rousseau e partito politico è stato analizzato negli anni da articoli di giornale e libri, e che lo stesso statuto dell’associazione (che gestiva il blog grillino) prevede in effetti «che tutte le decisioni formalmente ascrivibili al “Movimento 5 Stelle” sono o sono state vagliate e assunte attraverso la piattaforma Rousseau» di cui sarebbe dominus Davide Casaleggio, «al contempo legale rappresentante della Casaleggio Srl e creatore della piattaforma».

     

    paolo mieli foto di bacco (1) paolo mieli foto di bacco (1)

    Stesso discorso per i 100mila euro, previsti dal codice etico del Movimento «(anche) in caso di dimissioni anticipate dalla carica determinate da “motivi di dissenso politico”».

     

    Il Tribunale ha poi ritenuto legittimo l’accostamento tra la Casaleggio e il clan dei Casalesi. Vulpio aveva parlato di «un’associazione che ha fini politici», che «fa capo alla società privata dei Casalesi, la Casalesi e Associati», e aggiungendo che «politicamente per me i veri Casalesi in Italia sono questi della Casalesi e Associati.

     

    DAVIDE CASALEGGIO DAVIDE CASALEGGIO

    Gli altri sono un gruppo cruento, sanguinario, pericoloso, ma ormai anche fuori gioco, ma politicamente i Casalesi d’Italia stanno lì e da lì profilano tutti i loro adepti come una setta quale può essere Scientology».

     

    La Casaleggio aveva ritenuto diffamatorio l’accostamento con la mafia, ma la sentenza ha inquadrato il discorso in un quadro più ampio: Vulpio, ha scritto il giudice, «non ha usato il nome dei Casalesi in assenza di qualsiasi elemento di verità a suo sostegno e in assenza di alcuna giustificazione, ma ha ben circostanziato tale uso al modo di agire della Casaleggio nel rapporto con i parlamentari e gli esponenti politici del “Movimento 5 Stelle”, nel senso di ritenere strettamente verticistico tale rapporto e quanto meno discutibile da parte di questi ultimi una qualsiasi forma di dissenso dalle direttive asseritamente loro imposte dalla società attrice». Casaleggio dovrà pagare 5mila euro di spese legali.

    DAVIDE CASALEGGIO DAVIDE CASALEGGIO

     

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