Giuseppe Guastella per www.corriere.it
alberto genovese in tribunale a milano 4
Sono almeno altre due le violenze sessuali di cui è sospettato Alberto Genovese e che fanno salire a sei il numero delle presunte vittime dell’ex re delle startup, per il quale giovedì la Procura di Milano ha chiesto 8 anni di carcere nel processo sui primi due episodi.
E ora si scopre che ai filoni di indagine già in corso sulle violenze, sulla droga e su questioni fiscali, se ne è aggiunto anche uno per il tentativo di pagare con 8.000 euro il silenzio della modella che lo ha fatto arrestare.
alberto genovese in comunita' 11
Terrazza sentimento, l’appartamento con attico e piscina a due passi dal Duomo di Milano, era meta ambita nel mondo della notte milanese. Perché lì la droga girava gratis per i privilegiati, rigorosamente tutti tossici, che facevano la fila davanti alla porta, spiega lo stesso Genovese nell’interrogatorio davanti al gup di Milano Chiara Valori che a settembre emetterà la sentenza.
Tra loro, le ragazze poco più che maggiorenni che, selezionate dalla cerchia degli amici di Genovese e da lui approvate, si presentavano a qualsiasi ora. «C’era la musica, c’era da bere e c’era cocaina, ketamina, 2c-b, c’era Md, c’era marijuana. Si faceva uso di sostanze e si faceva il bagno in piscina», racconta.
alberto genovese
Era in questo via vai, sostengono i sostituti pm Rosaria Stagnaro, Paolo Filippini e l’aggiunto Letizia Mannella, che trovava le sue vittime. Alla modella di 18 anni abusata ferocemente nell’appartamento, alla 23enne violentata pesantemente ad Ibiza, parti lese nel processo in corso, e alle due giovani donne che nei mesi scorsi lo hanno denunciato per trattamenti analoghi (i loro racconti non sono stati giudicati sufficienti dal gip Tommasi Perna per un nuovo arresto, ma l’accusa resta), si aggiungono almeno altre due vittime.
alberto genovese
Si tratta di violenze su una ragazza italiana e su una di origini straniere su cui i pm già avrebbero molti elementi investigatitivi, ma agli atti c’è anche la vicenda di una lituana che sarebbe tornata in patria da Ibiza in condizioni fisiche molto precarie.
Come ci sono più elementi sulla cessione di droga agli ospiti e su chi riforniva Genovese e sulla evasione fiscale che avrebbe fatto tra il 2018 e il 2019 con la holding Auliv, indagine per cui gli sono stati sequestrati 4,3 milioni.
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L’ultimo filone riguarda gli 8.000 euro che, poco prima di essere arrestato, l’ex imprenditore tentò di far arrivare alla prima vittima appena uscita dall’ospedale dopo gli abusi. La giovane rifiutò i soldi, ma il gesto potrebbe portare ad un’accusa di corruzione in atti giudiziari, dato che la ragazza era ed è il testimone chiave delle indagini.
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Il 45enne ha dichiarato di fronte al gup Valori che, quando era lucido, il suo «desiderio era quello di mettere a tacere pagando la persona, come se questo potesse avere effetto sulle vicende giuridiche», ma quando era drogato credeva che i soldi erano per i «proprietari» della giovane, che immaginava fosse una prostituta, prima che si vendicassero su di lui. Ma ammette: «Per evitare conseguenze, avrei pagato qualsiasi cifra, non posso nasconderlo».
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