Nicola Catenaro per il “Corriere della Sera”
Florin Covaciu e Denis Stranueanu Costel, i due evasi dal carcere di pescara
Hanno scavalcato il muro di cinta durante l'ora d'aria, intorno alle 9 del mattino. E sono stati riacciuffati la sera, intorno alle 18.45. Una fuga durata meno di dieci ore. Un passante li ha avvistati e riconosciuti, grazie alle foto segnaletiche diffuse dalla polizia, in un luogo non molto distante dal carcere di San Donato da cui erano scappati. Quasi come in un film, cercavano un po' di refrigerio in una tinozza piena d'acqua alle spalle di un complesso sportivo dismesso.
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Erano stremati dal caldo e dalla sete. Si sono accorti di essere circondati e hanno tentato la fuga tra vicoli e case, ma poco prima di raggiungere la ferrovia sono stati fermati dalle volanti e dagli uomini della mobile agli ordini del vice questore Dante Cosentino. Ora sono rinchiusi a Vasto. È la terza evasione nel giro di un anno dalla casa circondariale di Pescara, circa 300 detenuti spesso qui per reati collegati alla droga o con problemi di tossicodipendenza. Era già accaduto ad aprile dell'anno scorso e l'11 luglio di quest' anno. E sempre dallo stesso punto. Tutti i fuggitivi sono sempre stati regolarmente individuati e riportati dentro.
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Ma c'è un evidente problema di sicurezza, più volte segnalato. «La prima recinzione, di cemento e metallo, è alta solo 2 metri - spiega Nicola Di Felice, segretario regionale del sindacato di polizia penitenziaria Osapp - mentre il muro esterno non arriva a 3 metri. Non è difficile scavalcare se si è in due e ci si aiuta. Questo carcere è un pericolo per la città e non è stato fatto niente per aumentare la sicurezza».
Poi ci sono gli organici carenti. «A Pescara mancano più di cinquanta unità - sottolinea Ruggero Di Giovanni, segretario regionale del sindacato Uilpa polizia penitenziaria - e spesso gli agenti sono costretti a fare più mansioni. Come si fa a garantire una sorveglianza puntuale se la persona che fa entrare i detenuti nel cortile è la stessa che poi deve salire sulla garitta a controllarli?».
carcere di san donato di pescara
I due evasi, di nazionalità rumena, sono giovani: uno, Florin Covaciu, ha 23 anni, mentre l'altro, Denis Costel Strauneanu, ne ha 26. Hanno precedenti per rapine e lesioni. Il più anziano, cinque anni fa, a Rebibbia, è stato protagonista di una violenza sessuale ai danni di un detenuto con problemi psicologici.
carcere di san donato a pescara
«Il carcere di Pescara è all'interno della città - fa notare Di Giovanni - se è così facile uscire potrebbe essere altrettanto facile per gli evasi prendere in ostaggio un passante o mettere in atto una rapina». La richiesta di cambiare passo arriva anche dalla Cgil. «Vogliamo l'avvicendamento dei vertici della casa circondariale e un accertamento da parte dell'ufficio ispettivo del ministero», dice Giuseppe Merola, coordinatore di Funzione pubblica Abruzzo-Molise per il settore giustizia. L'altro ieri, nel corso della riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza - convocata d'urgenza dal prefetto, Giancarlo Di Vincenzo - il direttore della casa circondariale, Lucia Di Feliciantonio, ha detto di aver adottato alcune iniziative per evitare il ripetersi di simili episodi.
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Il sindaco Carlo Masci ha invece chiesto lo spostamento del carcere, «insicuro e obsoleto», in altro sito più idoneo con le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Ieri pomeriggio, il provveditore interregionale dell'Amministrazione penitenziaria, Carmelo Cantone, ha svolto di persona un sopralluogo nella struttura.
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