Emanuela Audisio per "la Repubblica"
MILLA
Stregoni, proprio così. Chiamateli sorciers , marabout oppure native doctors . Quelli dei riti voodoo. Ufficialmente nelle nazionali africane sono aggregati alle squadre come fisioterapisti o accompagnatori. Lo sport è magia, forza misteriosa, figurarsi se loro non lo sanno. Il vero sorcier africano vive nella grande foresta pluviale equatoriale e si nutre delle tradizioni e dei segreti del popolo dei pigmei. In particolare in Camerun, Guinea equatoriale, Gabon, e per una piccola parte nel Congo e nella Repubblica Centrafricana.
Lì ci sono i sorciers più potenti e temuti: sono quelli che hanno potuto avvicinare i piccoli esseri sacri delle regioni di Bertoua, Yokadouma e Lolodorf. Ci sono atleti che diventano stregoni e "protettori" di loro stessi.
Ricordate il calciatore Roger Milla: il più vecchio (42 anni) a segnare in un Mondiale ('94), uno che a Italia '90 a 38 anni suonati portò il Camerun ai quarti di finale esultando con la makossa , portando la mano destra in aria, la sinistra sulla pancia e scuotendo un po' il sedere. Ha finito la carriera senza grandi incidenti. In Africa lo conoscono come il grande stregone e amico dei pigmei di Lolodorf, che lo hanno adottato, insegnandogli segreti, "scudi" magici, amuleti e altri straordinari ripari.
MILLA
In Africa se lo ricordano tutti: Camerun- Inghilterra, quarti di finale di Italia '90, durissimo contrasto, Milla si accascia, sembra non più potersi rialzare: arriva la barella, lui dice di no e fa segno alla panchina di portargli la sua borsa personale. Ancora sdraiato sull' erba, caccia la mano nella borsa, ne estrae qualcosa di misterioso che si passa sulla gamba ferita.
Una manciata di secondi dopo è di nuovo in piedi, come se nulla fosse. Come on baby . Ma la sua grande e riuscita magia, dicono sia legata soprattutto ai Mondiali di Francia del '98. La misteriosa crisi epilettica che colpì Ronaldo prima della finale con i Zidane e compagni sarebbe stata provocata in qualche modo da Roger, non a caso, smaltita la sbornia di festeggiamenti, il giocatore sarà avvicinato da Jacques Chirac in persona. Il presidente francese gli dichiara stima e riconoscenza e lo promuove come ambasciatore sportivo internazionale.
N'KONO
Nel corso di una visita ufficiale a Yaoundé lo presenta come «mon frère Roger». Sylvie Jumel ha raccontato in un libro ( La stregoneria al cuore della Repubblica ) che la simpatia di Chirac per gli stregoni africani era datata '95, quando il presidente, temendo un insuccesso politico nella corsa contro Edouard Balladur, aveva fatto arrivare dal Senegal un charter stipato di marabout.
Thomas N' Kono, portiere del Camerun, idolo del ragazzino Buffon, compagno d' avventura di Milla, durante la Coppa d' Africa del 2002 in Mali è stato addirittura arrestato dalla polizia locale per «stregoneria». Era stato sorpreso con un amuleto a compiere una "macumba" al palo, un' ora e mezza prima della semifinale con il Mali. Fu squalificato per un anno, nessuno in Africa contestava la sostanza dell' accusa, semmai la durezza della pena, che venne ridotta.
jacques chirac
Facile sostenere che gli europei sulla materia sono più scettici. Ma il compianto Philippe Troussier, nato a Parigi, figlio del macellaio di Arnage, cresciuto tra rillette e boudin , tra lardo e grasso di maiale, allenatore francese, nove anni passati in Africa, tra Costa d' Avorio e Burkina Faso, soprannominato «lo stregone bianco», era sempre pronto ad intrattenervi sull' importanza dei riti religiosi tribali, dell' unione tra corpo e spirito. Tanto da avere la visione che Dio abitava in Africa.
N'KONO
«L'ho visto, era seduto su un baobab ». E la Francia, campione mondiale, nel 2002 come esordisce nella Coppa del Mondo? Con l' improvviso forfait di Zinedine Zidane prima della partita contro il Senegal che ripropone il tema su tutti i media africani: quanto è grande la potenza dei marabout?
Finisce infatti con la grande Francia sconfitta. E con una statistica: in tutte le ultime partite internazionali, gli avversari del Senegal alla vigilia dell' incontro dovevano misteriosamente rinunciare al loro migliore giocatore: nella Coppa d' Africa in Mali era accaduto con l' Egitto, orfano di Hossam Hassan, poi con la Zambia senza l' attaccante Dennis Lota, quindi con la Repubblica democratica del Congo, privata di Shabani Nonda. E con il Camerun, in finale, senza Patrick Mboma. Questo senza scomodare Voltaire.
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