TUTTE LE FOTO SENZA CENSURA NELLA GALLERY
Geoffrey Le Guilcer per “Vice”
Alexandre Dupouy è un archeologo del sesso. Il collezionista francese ha trascorso una vita a raccogliere quella che chiama “paccottiglia erotica e pornografica”, e da mezzo secolo il suo negozio “Le Larmes D’Eros” (aperto solo su appuntamento) è una specie di museo della storia del sesso.
Nel 1975 ricevette la chiamata da un libraio che si presentò con un baule zeppo di fotografie in bianco e nero che ritraevano prostitute fra il 1925 e il 1935. Furono scattate da lui stesso nel bordello di Pigalle, voleva venderle ma mantenere l’anonimato. Lo chiameremo "Monsieur X."
prostituta francese fra gli alberi
Le immagini nel 2014 sono state pubblicate nel libro “Bad Girls”, di Dupouy e Monsieur X., appunto. E’ il primo a descrivere la tipica prostituta di quegli anni: «In genere era una ragazza arrivata dalla campagna a Parigi in cerca di fortuna e per mandare i soldi alla sua famiglia. Affamata e disoccupata entrava nelle grazie di qualche Madame che le offriva riparo, insieme ad altre 15 giovani. Arrivava a guadagnare anche dieci volte più di un lavoratore comune. Di media, se un operaio guadagnava due franchi al giorno, una prostituta di strada ne guadagnava 5 e una di bordello ne guadagnava 20».
In che condizioni lavoravano?: «Come nello sport, dopo tre anni erano sfinite. Le malattie erano comuni, i condom esistevano ma non erano obbligatori. le ragazze si lavavano con spugne igieniche di nessuna efficacia. All’inizio del ventesimo secolo Parigi era la capitale della prostituzione e gli uomini non avevano vita coniugale molto eccitante. Nella pubertà c’era sempre uno zio che ti faceva scoprire le gioie della carne in un bordello. I bordelli a Parigi furono legali fino al 1946».
Sul retro di ogni foto Monsieur X scrisse i nomi delle prostitute: Mado, Suzette, Gypsi, Mimi, Nono, Pepe. deve essere stato amichevole e generoso con loro. E’ sorprendente quanto le ragazze appaiano rilassate e divertite. “La Sfinge” era il tipico bordello anni 30, con bar, ristorante, e ingresso aperto anche alle signore. Molti politici, gaullisti e comunisti, accusarono alcuni proprietari di collaborare coi tedeschi durante l’occupazione. A volte era vero, altre no. “La Sfinge” era più legata alla resistenza, il “One-Two-Two” (122 Rue de Provence) accoglieva tedeschi che portavano cibo e champagne. Se una ragazza era più in carne delle altre, significava che non le interessava così tanto la liberazione.
Oggi in Francia ci sono meno prostitute di allora. Credo sia questione di rapporti coniugali diversi: all’epoca se il marito chiedeva una fellatio alla moglie, o riceveva un no o riceveva un pessimo trattamento. Attualmente i clienti fissi sono quelli che non riescono a fare sesso, quelli che vogliono tradire le mogli e gli erotomani milionari alla Strauss-Kahn.