Silvia Fumarola per “la Repubblica”
montalbano
Avvinti a Montalbano, in undici milioni — di media. Il Commissario dei sogni torna in tv e la platea televisiva perde ogni ritegno. Tutti addosso a Luca Zingaretti e ai suoi, per il più alto ascolto di sempre della serie tratta da Camilleri — che è iniziata nel 900, per dire, anche se era l’ultimo anno del secolo. Tutti vorrebbero tornare e trovare un’accoglienza simile: e in Rai, a RaiUno soprattutto, prendono atto, Sanremo, Don Matteo e Montalbano: per un grande ascolto ci vuole un grande appuntamento, che sia fatto in quel modo, popolare, rassicurante, fedele, amico. Con tanti saluti alla tv che cambia, o dovrebbe.
montalbano
Era, peraltro, Una faccenda delicata, uno degli episodi più aggrovigliati di sempre. C’era dentro una storia parallela di finta pedofilia che passava spegnendosi e basta.
Il ritmo era tirato per le lunghissime. E infine si cedeva anche alla tentazione dei molti sottofinali con più colpevoli possibili - che sai benissimo che non può essere quello l’assassino perché sono ancora le 23 e manca mezz’ora alla fine.
DON MATTEO
Niente, Montalbano è: quindi il popolo tv si assiepa e non vuole sentire ragioni. Che poi le ragioni girano semmai in favore del successo: episodi centellinati, stavolta soltanto due, nessuna sorpresa spiazzante, al massimo cambia l’attrice-fidanzata e arriva un volto molto conosciuto come Sonia Bergamasco - dai dieci milioni al cinema con Checco Zalone agli undici milioni in tv.
don matteo con belen
Catarella è tutti noi, fessacchiotto ma che risolve il caso, Fazio è tutti noi - saprebbe sbrigarli in due minuti questi omicidi con il suo puntiglio, ma esigenze superiori lo collocano in seconda fascia - Mimì Augello è tutti noi, ha messo la testa a posto certo, come no, e al primo stormir di sottana chi lo tiene più.
E lui, il Commissario più improbabile del mondo, nello scenario più irresistibile e impossibile del mondo, mare, terrazze: va in vacanza e la stanza d’albergo è uguale a casa sua, con terrazza, l’auto sgomma dentro vie deserte e parcheggia dove gli pare, sempre, lui Zingaretti che di nuovo nuota - e forse è la prima nuotata ripresa una volta sola anni fa, ma conta quanto è sexy uscendo dall’acqua a caccia di asciugamano: appunto Zingaretti, che gli vuoi dire?
carlo conti e gabriel garko
Il resto lo fa il clima in giro, segnalato da mesi: tutti che si affannano a rinforzare la tv del futuro, cose stra-glamour in giro, esibizioni twittatissime ovunque, per non dire delle serie tv Usa da urlo, bellissime, clamorose. Quando sono in un milione e mezzo di fronte, è tanto: mentre invece il tempo incerto là fuori, le ansie, le frustrazioni e le paure, il credere o non credere a chi ti vende un futuro decente, creano un casino emotivo che reclama rassicurazioni per il grande pubblico che alla fine conterà pure qualcosa.
E allora, per compattarlo tutto intero, basta un Sanremo centralizzato su Carlo Conti, basta Don Matteo che la fa in barba ai Carabinieri, fermo restando che anche i carabinieri scoprono il colpevole, ma il Don come dice Frassica - ha agganci in alto e lo scopre un minuto prima. E basta l’epopea di Montalbano che hai letto nei libri del Camilleri che sa anche intrigare assai e che approda in tv nella versione che tutti vogliono e aspettano. Quelli della nuova dirigenza Rai dicono: il pubblico ha esigenze nuove, bisogna cambiare parecchio se non tutto. Andarglielo a spiegare agli otto milioni, undici milioni, quindici milioni che si radunano solo per queste cose non sarà semplicissimo.
carlo conti e laura pausini