FRANCESCA PIERANTOZZI per il Messaggero
jean alesi
«Volevo soltanto fargli uno scherzo»: Jean Alesi ha provato a giustificarsi così, ma alla procura di Nimes, nel sud della Francia, non gli hanno creduto ed è finito nei guai. Di più: l'ex pilota della Ferrari si è ritrovato in stato di fermo. Con un petardo di grosse dimensioni ha mandato in frantumi la finestra dell'ufficio di suo cognato.
Scherzo di cattivo gusto? No, perché l'ordigno era stato collocato domenica scorsa, alle 10 di sera, con molta cura, incastrato fra la cornice della finestra ed il muro dello studio da architetto del cognato, che ha in corso un procedimento di separazione con la sorella di Alesi. L'ex pilota ha ammesso di essere stato lui a sistemare il petardo, «un grosso fuoco d'artificio comprato in Italia», ha specificato, aggiungendo poi che non immaginava che esplodesse e provocasse tanti danni.
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Tredici stagioni in Formula 1, un solo Gran Premio vinto (alla guida di una Ferrari), ha detto di non essere in lite col cognato. Lui conferma ma ha presentato denuncia. È stato un vicino che ha segnato il numero della targa di un veicolo che si allontanava e che è poi risultato appartenere a José Alesi, fratello dell'ex pilota di Maranello fra il 1991 e il 1995. L'auto si era allontanata a fari spenti subito dopo la forte esplosione.
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Jean Alesi, 57 anni, accortosi del guaio combinato, si è recato in commissariato nella giornata di ieri per scagionare il fratello, primo fermato come proprietario dell'auto sospetta. Ha spiegato che nell'auto c'erano lui, il figlio e un suo amico. Alesi ora deve rispondere di danneggiamenti e procurato rischio a persone nel quadro di un conflitto familiare.
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