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(ANSA) - In Italia le infezioni ospedaliere fanno 5-7 mila morti l'anno, e fra i soggetti a rischio ci sono anche gli anziani che vivono nelle residenze assistenziali. L'allarme è stato lanciato dalla Società Italiana di Malattie Infettive (Simit), che oggi ha presentato il proprio Libro Bianco sottolineando che nel nostro paese la rete delle infettivologie si sta 'sgretolando'.
"In Italia c'è un'epidemia da germi resistenti correlata a ricoveri - ha sottolineato Massimo Andreoni, presidente uscente della società, che ha lasciato il posto ad Antonio Chirianni - e se non si utilizza l'esperienza degli infettivologi peggiorerà. Uno dei problemi - ha aggiunto Chirianni - è che il chirurgo viene lasciato solo nell'utilizzo degli antibiotici, senza che venga coinvolto l'infettivologo".
infezioni ospedaliere
Particolarmente a rischio, ha sottolineato il vicepresidente Simit Marco Tinelli, sono le persone fragili, a cominciare dagli anziani. "Ci sono 300mila posti letto nelle residenze assistite per l'anziano - ha sottolineato - e lì il rischio sale del 30%". Alle infezioni ospedaliere si aggiungono quelle ormai 'classiche', come l'Aids che è responsabile del 20% dei ricoveri, o le epatiti, ma anche tutti i germi 'nuovi' portati dalla globalizzazione, come il West Nile o la Chikungunya.
infezioni ospedaliere
I posti letto nelle infettivologie però, sottolinea il libro, sono diminuiti del 25% negli ultimi cinque anni. "Noi nel 2003 abbiamo messo in piedi dei presidi durante l'epidemia di Sars - ha spiegato il vicepresidente Simit Massimo Galli - e li abbiamo dovuti difendere con le unghie, invece un paese moderno deve avere delle reti di protezione, e deve poterle attivare con grande velocità".