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    MAZZATE SU MAZZANTI – ALTRO FLOP DELL’ITALVOLLEY DONNE (CHE CHIUDE GLI EUROPEI FUORI DAL PODIO): IL CT HA AMMESSO DI “NON AVERE PIÙ LA SQUADRA IN MANO“, COME È POSSIBILE CHE NON SIA STATO SOSTITUITO? MAZZANTI HA LASCIATO A CASA GIOCATRICI COME MONICA DE GENNARO (A DISPETTO DELL’ETÀ, ANCORA IL MIGLIOR LIBERO AL MONDO, PER DISTACCO), CATERINA BOSETTI E CRISTINA CHIRICHELLA - IL CASO EGONU: TRA PAOLETTA E MAZZANTI DEVE ESSERE ACCADUTO QUALCOSA DI VERAMENTE GRAVE, CHE HA PORTATO ALLA..."


     
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    Estratto da https://www.oasport.it/

     

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    La grande fortuna del ct Mazzanti fu che, solo poche settimane dopo, si disputarono degli Europei che, con tutto il rispetto, possiamo considerare di Serie B. O, per non turbare le coscienze, quantomeno di riparazione. Si trattò di un evento secondario, buono per chi aveva toppato completamente le Olimpiadi e aveva bisogno come il pane di un riscatto. Ebbene, l’Italia sfruttò l’occasione e lo vinse.

     

    Mazzanti, che era in bilico, e forse molto vicino all’esonero, non solo salvò la panchina, ma la consolidò. A posteriori, possiamo dire che quel successo si rivelò quasi nocivo per il prosieguo del cammino azzurro negli anni a venire, perché probabilmente dopo i Giochi era il momento giusto per iniziare un nuovo ciclo.

     

     

    L’inizio del 2022 aveva illuso che l’Italia fosse tornata quella schiacciasassi che prometteva di incamerare titoli a raffica. Il successo in Nations League, competizione dove sovente non tutte le nazionali schierano le proprie migliori giocatrici, sembrava foriero di un Mondiale stracolmo di emozioni, fino magari al successo finale. Nulla di tutto questo.

     

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    La rassegna iridata portò ad un bronzo che non soddisfò nessuno. Ma, quel che è peggio, la crepa all’interno del gruppo divenne una voragine ormai non più rimarginabile. Scoppiò la polemica legata alle dichiarazioni di Paola Egonu, che accusò di sentirsi a disagio per presunti insulti razzisti subiti (non si è veramente mai capito da parte di chi, se di tifosi, compagne di squadra o altri), ventilando un addio alla maglia azzurra che, nei fatti, non è mai avvenuto.

     

    Da anni il rapporto tra Egonu e Mazzanti è decisamente problematico. Alcuni episodi non escono dallo spogliatoio, ma è evidente che deve essere accaduto qualcosa di veramente grave, che ha portato alla creazione di fazioni all’interno della squadra. Una spaccatura insanabile, con giocatrici che probabilmente mal si sopportano tra loro.

     

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    In una situazione come questa, nella quale ieri il ct ha candidamente ammesso di “non avere più la squadra in mano“, come è possibile che l’allenatore non sia stato sostituito? E qui non si può negare che tra i colpevoli, probabilmente in cima alla lista, vada collocata la Federazione. Si è deciso di non fare nulla, non dire nulla e non essere nulla. Mazzanti è apparso come il capitano di un equipaggio ammutinato. Eppure è rimasto al suo posto a governare una nave alla deriva. Ha tentato di metterci una pezza, ma sovente la toppa è peggio del buco. Ha lasciato a casa giocatrici come Monica De Gennaro (a dispetto dell’età, ancora il miglior libero al mondo, per distacco), Caterina Bosetti e Cristina Chirichella: l’Italia poteva permetterselo? No, come si è visto. 

     

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    Morale della favola. L’Italia ha affrontato un Europeo giocando oggettivamente contro il nulla sino alla semifinale. 

     

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    Le premesse appaiono dunque tempestose. Mazzanti, di fatto, ha fallito alle Olimpiadi 2021, ai Mondiali 2022 ed ora agli Europei 2023. Servirà un nuovo disastro a Parigi 2024 per convincere finalmente la Federazione ad intervenire e provare finalmente ad iniziare una difficile ricostruzione? È vero che ai Giochi manca meno di un anno, ma è un tempo sufficiente per provare a fare qualcosa, senza rimanere inermi attendendo un fiasco che, nelle condizioni attuali, non si vede come possa essere evitato.

     

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    Mazzanti, per sua ammissione, non aveva la squadra in mano ai Mondiali, ma a nostro avviso non l’ha avuta agli Europei e, sinceramente, non pensiamo che l’avrà ai Giochi. Quando le fratture sono troppo profonde, l’unica strada è lasciarsi. Cambiare tecnico, magari dopo il preolimpico, ci sembra l’unica soluzione per provare a ritrovare ambizioni in vista di Parigi 2024. In caso contrario, non stupiamoci se lo scoglio dei quarti di finale rimarrà ancora insormontabile.

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