Antonello Piroso per la Verità
WEINSTEIN
«Fratelli e sorelle, vi chiedo perdono. Anch' io avevo sentito parlare di quella pecorella smarrita di Harvey Weinstein, una quindicina d' anni fa dall' arcivescovo Paul Marcinkus, ma non diedi peso alle voci. Mi sbagliavo. Ho commesso peccato di omissione, di cui mi pento con tutto me stesso».
Ecco, all' appello manca solo papa Francesco, e poi l' elenco sarà completo. Perché d' accordo: evangelicamente oportet ut scandala eveniant. Però ormai il pogrom è generale, non passa giorno senza che qualcuno si alzi, colpito da improvvisa memoria, per rivelare al mondo che sì, anche lui sapeva di Tizio, Caio o Sempronio, ma aveva taciuto; che sì, anche lei era stata molestata ma non aveva trovato il coraggio di denunciare la violenza;
che sì, l' «abominevole Harvey delle nevi» non era l' unico laido maiale incapace di tenere le mani a posto e il proprio gingillo nei pantaloni; che sì, purtroppo per fare carriera non solo a Hollywood e nel cinema, ma ovunque nel mondo e anche in altri ambiti professionali, «non c' è come non darla» (e non ci si riferiva alla fiducia, nel titolo del romanzo del 1990 dell' attrice Carrie Fisher, la principessa Leila di Star Wars).
Intendiamoci: stupratori e pedofili, sia detto con brutalità, dovrebbero essere lasciati marcire in una cella la cui chiave dovrebbe essere buttata in un tombino (ricordando per converso che la cessione di una parte del proprio corpo in cambio di un corrispettivo, per esempio: una parte in un film, non è violenza ma prostituzione).
Quello che qui si vuole segnalare è il fenomeno di chi si è messo in scia, scoperchiando il proprio personale vaso di Pandora, con un certo qual voluttuoso esibizionismo.
LORY DEL SANTO
Tra episodi gravissimi e parole in libertà, è un partito un Carnevale di Rio di coming out, autodenunce con cui si è scaduti talvolta nella pochade, all' insegna dell'«anche a me, una volta, è successo».
Ultimo caso last minute: l' ex presidente Usa George Bush senior, reo di aver palpato - già affetto da demenza senile e Parkinson, e con accanto la moglie Barbara - il lato B dell' attrice Heather Lind durante una sessione fotografica nel 2013, secondo quanto da lei rivelato... ora (cioè, 4 anni dopo: un' indignazione a rilascio lento).
Il «la» l' ha però dato paradossalmente un uomo, Terry Crews, una specie di culturista di una serie tv americana, che il 10 ottobre, cioè 5 giorni dopo l' esplosione del caso Weinstein, ha scritto su Twitter di aver subito molestie sessuali da un «dirigente di Hollywood di alto livello che ha afferrato le sue parti intime» di fronte a sua moglie (sua dell' attore).
miriana trevisan
A ruota, ma in Italia, ecco Miriana Trevisan, ex ragazza di Non è la Rai: «Dopo un' imbarazzante chiacchierata con un mostro sacro della televisione nel suo camerino, una sua dolce collaboratrice mi disse: "Hai ancora il rossetto intonso?, mi sa che allora non ti vedremo più". Un' altra volta, per una parte in un film, l' invito fu: "Dobbiamo parlare più intensamente, andiamo nella mia suite in albergo"».
Alessandra Mussolini: «Quando facevo l' attrice ho ricevuto proposte indecenti a palla ai provini. Ho smesso. Era impossibile».
Lory Del Santo: «Un regista italiano molto famoso, deceduto, mi convocò nel suo ufficio, io ero sconosciuta. Solo che non c' era nessuno, nemmeno la segretaria. Poi a un tratto sparisce in un' altra stanza. ro stupita. Mi chiama. Era nudo con addosso solo un perizoma rosso, con un filino rosso dietro. Era un ciccione peloso, mi faceva ribrezzo, e me ne sono andata».
TERRY CREWS
La modella neozelandese Zoe Brock ha invece ripescato dalla memoria quella volta in cui Fabrizio Lombardo -accusato da Asia Argento di essere il «Re Lenone» di Weinstein, Lombardo si è difeso punto su punto in un' intervista a Vanity Fair annunciando azioni legali - e la sua fidanzata dell' epoca, Claudia Gerini, le avrebbero proposto «una cosa a tre» (e no: non era dar vita a una band tipo i Police).
Anche Gerini presenterà querela: «Questa donna ha fatto bene a denunciare gli abusi, ma perché mettermi in mezzo con un episodio falso e che non c' entra nulla con la molestia che avrebbe subito da Weinstein? Mi dispiace, è una cosa gravissima e io devo fermarla. Quello che è sicuro è che l' episodio in cui mi coinvolge, peraltro una vicenda di libero sesso tra adulti consenzienti, non è mai accaduto».
E poi: no, non era Michele Placido, il regista/attore italiano che se lo tirò fuori davanti a una sedicenne Asia Argento (la smentita è dello stesso staff di Placido ma anche di Asia Argento, che ha specificato: «Non ho mai detto fosse un regista con cui stavo lavorando», ma allora, benedetta figlia, perché non fare il nome invece di dare l' impressione di giocare al game show Chi vuol esser sputtanato?).
asia argento
Basta? Macché.
Paolo Del Debbio (tu quoque, Paolo, ma per fortuna ironicamente): «Mi si presentò una donna in accappatoio in camerino. Me l' avevano mandata, fiutai la trappola, e non ci cascai».
Corrado Augias: «Un regista di teatro da poco scomparso mi raccontò che un' attrice da lui convocata per un provino, al momento del classico salto in camerino, schivò la presa e se ne andò. Non ebbe la parte (non ho capito se per il rifiuto o perché inadatta al ruolo) però il regista a distanza di anni raccontava ancora l' aneddoto con ammirazione, era stato l' unico rifiuto in una lunga carriera» (mi sbaglierò, ma Augias sembra quasi divertito dalla confidenza ricevuta dal regista di cui non fa il nome - perché non fa fine: via, siamo uomini di mondo, che diamine - ma di cui butta lì un indizio, «scomparso da poco». Mah).
quentin tarantino harvey weinstein
Il regista Roberto Faenza: «Ci sono almeno una decina di attrici italiane andate a letto con Weinstein per avere una particina in un suo film, tutti sapevano» (ma perché allora quasi tutti zitti, e loquaci, almeno alcuni, solo ora?). Per poi sentenziare: «Il caso esce solo adesso per distrarre dalle malefatte di Trump», peccato però che NY Times e New Yorker, che hanno scoperchiato la pentola dei crimini e misfatti di Weinstein, non abbiano mai simpatizzato per il presidente.
L' altro regista Quentin Tarantino: «Sapevo abbastanza su Weinstein (che gli ha prodotto Le iene e Pulp fiction, ndr) per fare più di quello che ho fatto. So che qualunque cosa io dico sembrerà solo una scusa di merda» (in effetti...).
GEORGE BUSH SR
Un terzo regista, Giovanni Veronesi: «Asia Argento mi parlò di Weinstein 20 anni fa, avrei dovuto denunciarlo, ma ero giovane» (senza rinunciare all' invito social politicamente corretto: «Le attrici italiane, invece di farsi i selfie, dovrebbero inondare Instagram con foto in cui reggono il cartello: #iostoconasiaargento», siamo a posto...).
HEATHER LIND BUSH
problemi di genere Ma poi, sono brutali e rapaci solo gli eterosessuali? No. Kevin Sorbo, Hercules in tv negli anni Novanta: «Gianni Versace mi invitò a quattro cene, all' ultima rimanemmo soli e all' improvviso la sua mano risalì per la mia gamba. Lo fermai ricordandogli: sono etero. E lui: per questo mi piaci, non sei femminile ma un vero uomo. Nella vita devi fottere tutto, devi fare il cane, il gatto, il ragazzo e la ragazza», insomma: 'ndo cojo cojo, detto alla romana.
A questo punto, vi tocca anche la mia, di verità. Quando ho letto su Vanity Fair la partecipata testimonianza dello scrittore Gianluigi Ricuperati: «Sono finito per sbaglio in un sex hotel per gay, e ho capito cosa prova una donna» (e cosa deve provare tra i gay, una donna? Dorme sonni tranquilli, mi sono detto di primo acchito, ma poi ho afferrato il senso), ho capito che dovevo confessare anch' io. Sì: di non poterne più, gettando la spugna.
PIROSO WEINSTEIN CON SCORSESE TARANTINO E DE NIRO lory del santo