1 – RECORD DI IMMIGRATI, 606 MILA NEL 2022 LA BREXIT FALLISCE ANCHE SU QUESTO FRONTE
Alessandra Rizzo per “La Stampa”
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Sono tredici anni che i conservatori promettono di ridurre l'immigrazione nel Paese, e i numeri continuano a salire. Nemmeno la Brexit è riuscita a invertire la tendenza. È tutto qui il problema di Rishi Sunak, quando il nuovo dato sugli ingressi regolari mostra un livello record: l'anno scorso sono entrate nel Paese 606mila persone in più di quelle che ne sono uscite. Il dato precedente sull'immigrazione regolare netta era di 504mila.
Secondo l'Ufficio Nazionale di Statistica, nel 2022 sono arrivate un milione e 163mila persone, e ne sono uscite 557mila. Aumenta l'immigrazione da paesi extra Europei, con 925mila arrivi, mentre diminuisce quella dall'Europa, appena 151mila arrivi, a fronte di oltre 200mila partenze.
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Più di centomila persone sono arrivate dall'Ucraina e 52mila dall'ex colonia Hong Kong. Moltissimi gli studenti e i loro familiari, tanto che il governo ha varato un giro di vite sui ricongiungimenti familiari a partire dal 2024. I dati creano imbarazzo nel governo, tanto più se si considerano gli sbarchi di immigrati irregolari, 45 mila nel 2022.
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Boris Johnson Brexit
Dal 2010, cioè da David Cameron in poi, tutti i primi ministri Tory hanno promesso di tagliare l'immigrazione. Il referendum sulla Brexit è stato vinto grazie al famoso slogan "take back control", riprendersi il controllo, soprattutto delle frontiere. Ma non è accaduto.
Nigel Farage, l'ex leader dell'Ukip che della Brexit è stato uno dei maggiori artefici, ieri ha gridato alla "totale violazione della fiducia tra gli elettori e questo governo".
nigel farage lascia il partito
L'istituto di statistica ha sottolineato la natura «potenzialmente temporanea» del livello record, dovuto a una «serie di eventi mondiali senza precedenti avvenuti nel 2022 e alla fine delle restrizioni da Covid». […]
1 – BREXIT, UN OSTACOLO AGLI SCAMBI UMANI
Articolo di “Le Monde” - dalla rassegna stampa estera di “Epr comunicazione”
CODE DI AUTO A DOVER
I passeggeri bloccati nel porto di Dover durante il fine settimana di Pasqua avevano forse senso dell'umorismo? Ci sono stati enormi ritardi per questa importante partenza festiva, con alcuni pullman bloccati fino a quattordici ore. La colpa è almeno in parte della Brexit? "Non credo sia giusto dire che questo sia un effetto negativo della Brexit", ha dichiarato Suella Braverman, ministro dell'Interno del Regno Unito e convinta sostenitrice dell'uscita dall'Unione Europea (UE).
CODE DI CAMION A DOVER
Tuttavia, il porto di Dover ha chiarito che la colpa è dei "lunghi controlli al confine francese". Sebbene il Regno Unito non abbia mai fatto parte dell'area Schengen e il controllo dei passaporti sia sempre stato necessario, ora è più complicato di prima. Con la Brexit, è necessario verificare che i passeggeri non abbiano trascorso più di novanta giorni nell'UE negli ultimi sei mesi (oltre, è necessario un visto), e poi timbrare il passaporto. Si tratta di una manciata di secondi in più per ogni passeggero, il che può essere un vero grattacapo nelle ore di punta.
rishi sunak e ursula von der leyen annunciano l accordo sull irlanda del nord
L'aneddoto del fine settimana di Pasqua rivela un problema più profondo: dopo la Brexit, il traffico di passeggeri tra il Regno Unito e l'UE ha subito un calo. Oltre alle conseguenze commerciali e geopolitiche, il divorzio dall'UE sta anche allontanando le persone.
[…] Tuttavia, il calo degli scambi commerciali è confermato. Nel porto di Calais, il numero di veicoli passeggeri è diminuito del 35% a fine marzo rispetto al 2018 (l'ultimo anno non perturbato dalla Brexit, che inizialmente doveva avvenire il 31 marzo 2019). Anche il numero di veicoli privati che hanno attraversato il tunnel della Manica è diminuito del 20% nel primo trimestre rispetto al 2018; per l'Eurostar il calo è stato del 7%.
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Naturalmente anche il traffico aereo globale non è tornato ai livelli pre-Covida 19. Nel fine settimana di Pasqua, Getlink, l'operatore dell'Eurotunnel, ha registrato i migliori dati di traffico dal 2018. Anche le prenotazioni per l'estate sono incoraggianti. Ma è difficile ignorare l'effetto Brexit.
Alla stazione di St Pancras a Londra, dove il terminal Eurostar è stretto, sono state installate nuove macchine automatiche per la lettura dei passaporti, ma dietro di esse staziona un agente della polizia di frontiera, costretto a timbrare i passaporti uno per uno. Non è possibile arrivare trenta minuti prima della partenza: è meglio prevedere un'ora di tempo.
RISHI SUNAK SUELLA BRAVERMAN
Questo rallentamento sta costringendo Eurostar a lasciare deliberatamente vuoto un terzo del suo primo treno del mattino presto: semplicemente non c'è abbastanza tempo per controllare tutti. "Abbiamo 14 viaggi di andata e ritorno al giorno tra Londra e Parigi, rispetto ai 16-18 del 2019", spiega un portavoce.
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L'inaridimento degli scambi va ben oltre il turismo. Il numero di giovani europei che chiedono di studiare nelle università britanniche è diminuito del 60%. Il motivo principale è che le tasse universitarie sono più che raddoppiate. Sono salite a circa 20.000 euro l'anno da quando gli europei sono stati equiparati agli studenti cinesi, americani e indiani. Gli scambi Erasmus sono cessati, poiché il Regno Unito si è ritirato dal programma. Il Turing Scheme, che lo sostituisce, nel 2022 aveva un terzo di studenti in meno e copriva tutto il mondo, non solo l'Europa.
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Questa enorme confusione potrebbe peggiorare ulteriormente. L'Unione Europea vuole introdurre il sistema di ingresso/uscita (EES): ogni turista che entra nello spazio europeo dovrà farsi fotografare e prendere le impronte digitali, proprio come negli Stati Uniti.
Questa nuova regola non è rivolta specificamente al Regno Unito, ma è il luogo in cui la sua applicazione sarà probabilmente più difficile. "Immaginate di dover prendere una foto e le impronte digitali con un tablet per ogni auto che passa! Puissesseau. È un incubo, ed è destinato a rallentare il flusso del traffico". Di fronte a queste difficoltà, l'applicazione della VAS è stata rinviata a una data ancora imprecisata. Ma le difficoltà legate alla Brexit sono tutt'altro che superate.
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