AMA RIFIUTI
Sergio Rizzo per “la Repubblica”
La raccolta differenziata è ferma. L' assenteismo galoppa. Il servizio è sotto i livelli minimi accettabili. E i cittadini sono inferociti. Roma è sommersa dai rifiuti e l' Ama dalle proteste: oltre 360 mila l' anno, mille al giorno, 41 l' ora, uno ogni minuto e mezzo. Con un aumento del 36,8% solo nel 2018.
Rifiuti, un' azienda allo sbando Nelle 4 pagine con cui il Campidoglio ha chiesto la revoca del consiglio di amministrazione dell' azienda ambientale più grande d' Europa (7.500 dipendenti) è descritta una situazione allucinante. Con tanto di firma del direttore del Comune, Franco Giampaoletti. C' è da dire che forse nemmeno Mandrake, per la piega che avevano preso le cose, senza uno straccio di strategia politica per rimediare a una situazione cronicamente disastrosa, sarebbe riuscito a fare meglio del presidente Lorenzo Bagnacani e dei consiglieri. Dice tutto lo sconcertante episodio del furto di carburante. Un giorno hanno beccato un dipendente che faceva il pieno al distributore dell' Ama. Per sé e chissà quanti altri: colto in flagrante, ne aveva succhiato tanto da riempire una cisterna. E non era la prima volta.
cassonetti pieni di spazzatura davanti alle scuole di roma 7
La cosa doveva essere nota, se è vero che c' erano verbali di contestazione a quel signore placidamente addormentati in armadi chiusi, finché non sono arrivati i nuovi amministratori.
Solo a quel punto è saltata una testa importante.
cassonetti pieni di spazzatura davanti alle scuole di roma
I bilanci contestati Peccato però che la ragione reale della revoca dell' intero consiglio decisa a metà febbraio dal Comune fosse ben diversa rispetto ai rilievi sulla qualità del servizio.
E cioè che i tre consiglieri si erano rifiutati di firmare un bilancio in perdita. Circostanza davvero singolare. Non si è mai visto infatti il padrone di una società, qual è in questo caso il Comune di Roma, esercitare pressioni per trasformare un utile di 568 mila euro in un rosso di 18 milioni. Buco che inevitabilmente si dovrebbe riflettere anche sul proprio bilancio. Ma questo sarebbe decisamente il meno, di fronte alle conseguenze che la nuova guerra dei rifiuti rischia di innescare. Non senza profonde ripercussioni politiche: mancano due mesi alle elezioni europee che per il M5S sono decisive.
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Dimissioni e cda revocato Oggi la Capitale d' Italia, sotto il delicatissimo profilo dei rifiuti che l' assediano ormai da anni senza soluzione di continuità, è letteralmente allo sbando. Dopo che il Comune ha bocciato il bilancio dell' Ama l' assessora all' Ambiente Pinuccia Montanari, stimata e sponsorizzata da Beppe Grillo, se n' è andata lasciando vuota la poltrona. Il cda è stato revocato e il potere di gestire l' azienda subito affidato a un collegio sindacale scaduto, presieduto da Mauro Lonardo: professionista che fa il revisore dell' Ama da una dozzina d' anni, durante i quali è successo davvero di tutto. E che in questa assurda vicenda ha avuto un ruolo centrale.
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Perché a maggio aveva approvato il progetto di bilancio e a novembre aveva presentato una relazione opposta, ribaltando il giudizio positivo di qualche mese prima dopo un incontro "privato" con il direttore del Comune.
Ora hanno messo l' azienda nelle mani del direttore operativo Massimo Bagatti, richiamato improvvisamente dal viaggio di nozze e nominato amministratore temporaneo. Che però quel bilancio, in attesa di essere approvato da almeno dieci mesi, non lo firma. Perché chiunque lo faccia, adesso, lo fa a proprio rischio e pericolo. I due esposti in Procura C' è un esposto presentato in gran segreto il 6 novembre alla procura di Roma dall' intero cda: Bagnacani, Vanessa Ranieri e Andrea Masullo.
AMA ROMA
L' hanno portato al capo dell' ufficio, Giuseppe Pignatone, segnalando l' incomprensibile richiesta del Campidoglio di svalutare alcuni crediti vantati verso il Comune per i cosiddetti "servizi cimiteriali" con il risultato di mandare bilancio in rosso. Ma di esposti in procura ce ne sono addirittura due. C' è anche quello di una dirigente dell' assessorato all' Ambiente. Si chiama Rosalba Matassa: anche lei ha denunciato pressioni per indurla a ritirare la determina con la quale aveva giudicato corretta la valutazione del cda su quei crediti per i servizi cimiteriali. Divenuti il pretesto per uno scontro che oltre a precipitare la città ancora di più nel caos, potrebbe mettere in discussione la stessa sopravvivenza dell' Ama. Sempre che l' obiettivo non sia proprio quello.
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Concessione a rischio revoca L' Ama ha in pancia una concessione fino al 2029 stipulata dal sindaco Ignazio Marino. Valore residuo: 7 miliardi di euro. E i bilanci in perdita, soprattutto se ripetuti, sarebbero condizioni ideali per revocare quella concessione, portare i libri in tribunale e aprire una valvola da 7 miliardi per i concorrenti. Ecco il sospetto dei maligni.
Comunque sia, niente meglio del collasso dell' Ama, che in due anni e mezzo ha cambiato vertice cinque volte, riflette il collasso di una città complicata. Ma anche quello di un' amministrazione incapace a governarla, rischiando di ritrovarsi talvolta in balìa di interessi assai poco coerenti con le tanto sbandierate spinte al cambiamento.
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I guai giudiziari L' amministratore delegato dell' Acea Stefano Donnarumma è indagato nell' ambito dell' inchiesta sullo stadio della Roma che ha portato in carcere l' ormai ex presidente del consiglio comunale Marcello De Vito con l' accusa di corruzione. Stessa accusa mossa all' ex presidente dell' Acea Luca Lanzalone, ora a processo, uno dei più ascoltati consiglieri dei vertici grillini che l' avevano spedito a Roma per supportare la sindaca Virginia Raggi. Indagato risulta anche l' assessore Daniele Frongia. Per non parlare dei guai dell' amministrazione. L' ex braccio destro della sindaca Raffaele Marra è stato condannato in primo grado a tre anni e mezzo per corruzione. Soltanto negli ultimi due mesi, poi, si è scoperto un "sistema oliato", come l' ha definito l' Ansa, che consentiva di far sparire migliaia di multe: 197 indagati. È quindi saltato fuori un giro di mazzette per agevolare le pratiche edilizie: quattro arresti.
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Intanto i magistrati indagavano su un' associazione a delinquere che aveva come core business i permessi ai clan degli ambulanti: 16 indagati. Tutto questo con una sindaca che dichiara ogni giorno guerra alla corruzione.
Atac in rosso e bus usati da Israele Dulcis in fundo, mentre le stazioni della metro A che attraversano il centro sono chiuse perché le scale mobili non funzionano e Virginia Raggi revoca l' appalto di manutenzione, va ricordato che se l' Ama rischia di dover portare i libri in tribunale, quelli dell' Atac ci sono già. E ora si fa fronte ai problemi più impellenti del trasporto pubblico con 70 autobus arrivati freschi freschi da Israele. Usati, ma in buono stato.
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