Renato Franco per corriere.it
amadeus fiorello
Amareggiato e affaticato. Lo stato d’animo di Amadeus non può essere dei migliori. La sua giornata è cominciata male con il tweet di Franceschini a far prendere una brutta piega al suo umore. Così è iniziato il giro di telefonate, whatsapp e incontri. Il conduttore si è sfogato con chi gli sta vicino: basta, chi me lo fa fare, mollo tutto, se non mi ammalo di Covid rischia di venirmi un infarto, avrebbe confessato.
Sanremo è sempre complicato, ogni anno non mancano le polemiche. Ma quest’anno — con la pandemia in corso — è tutto più difficile. Amadeus non è un tipo malleabile, ha le idee chiare e continua a ripeterlo: non mi sono intestardito sulla presenza dei figuranti, non faccio i capricci, il calore del pubblico è essenziale per la riuscita dello spettacolo.
amadeus mentana meme
Non ha cambiato idea di un millimetro rispetto a quanto detto proprio pochi giorni fa al Corriere: «Dobbiamo offrire al pubblico a casa e agli artisti che sono sul palco la possibilità di avere uno spettacolo vero. Chi dice che il pubblico non serve fa un altro mestiere. Io non mi metto a sindacare sui protocolli sanitari e mi affido al giudizio di tecnici ed esperti. Su come si fa uno spettacolo invece penso di avere l’esperienza per sapere come si realizza uno show così importante».
dario franceschini con la mascherina 2
La sua posizione è tetragona. Amadeus non si capacita di queste difficoltà: non sono contro la legge, rispetto il Dpcm che consente la presenza del pubblico, l’Ariston va considerato come uno studio televisivo. È questo il suo mantra. Così come c’è il pubblico in altri show non capisce perché non dovrebbe esserci a Sanremo. Tanto più che il teatro è stato completamente cambiato e riadattato alle nuove esigenze che il virus impone: sono state levate le poltrone, sono state tolte 18 file, è stata chiusa la galleria, è stato ripensato da cima a fondo. Insomma il teatro va inteso come parte integrante della scenografia.
SANREMO AMADEUS
Del resto — ragiona Amadeus — le trasmissioni televisive in diretta o registrate possono svolgersi in presenza di pubblico, ossia comparse, figuranti, ospiti. Dunque perché non si può equiparare l’Ariston a uno studio che ospita «un programma tv seriale»? Concetti ribaditi sia al direttore di Rai1 Coletta sia all’amministratore delegato Salini che si è affacciato in una pausa del cda Rai. «Senza pubblico non si fa il Festival e se ne riparla nel 2022: che problema c’è?», ha detto ai due dirigenti.
E ancora una volta ha chiesto compattezza, come nell’intervista di pochi giorni fa: «Non vorrei che sembrasse che mi sono intestardito a fare Sanremo a tutti i costi. Lo devo volere la Rai, la discografia e la città di Sanremo. Lo dobbiamo volere tutti: o siamo compatti e lavoriamo per farlo al meglio oppure salta tutto». Nei colloqui Amadeus ha ribadito gli stessi concetti: non indietreggio perché lo spettacolo ha bisogno del pubblico.
AMADEUS CON LA PARRUCCA
Al di là delle ragioni della politica (di cui è intessuta la Rai) il ragionamento di Amadeus non sembra campato in aria. Sanremo è da tutti considerato e percepito come un evento televisivo e non certo come un evento teatrale, il suo successo è determinato non dai duemila spettatori paganti che in tempi normali entrano all’Ariston, ma dai milioni di spettatori che lo vedono in tv. E anche questo Amadeus lo sa.
BASSETTI
Novella Toloni per ilgiornale.it
La questione pubblico in sala è il nodo cruciale del prossimo festival di Sanremo.
amadeus fiorello
Se ne discute da mesi ma una posizione certa non è ancora stata presa dai vertici Rai e dagli organizzatori. Abolita l'idea della nave-bolla, l'ipotesi dei figuranti al teatro Ariston sembrava essere la più probabile. Il "no" del ministro Speranza, però, ha rimesso in discussione tutto e scatenato la reazione del direttore artistico Amadeus, che ha minacciato addirittura l'addio.
Quello che è certo è che serve un protocollo di sicurezza per ridurre a zero i possibili contagi da Covid-19 e tra le varie proposte, nelle ultime ore, è arrivata anche quella dell'infettivologo Matteo Bassetti.
dario franceschini con la mascherina
Il responsabile di Malattie Infettive dell'Ospedale San Martino, intervistato da Telenord, ha avanzato una soluzione che annullerebbe i rischi di contagio, consentendo l'ingresso all'Ariston degli spettatori. Non è ancora chiaro quante persone - figuranti o spettatori - potranno sedersi nelle fila dell'Ariston ma l'importante, ha spiegato Matteo Bassetti: "E' che qualunque cosa si decida questo avvenga con un protocollo disegnato sulla base della capienza del teatro e poi i meccanismi si possono trovare".
MATTEO BASSETTI
Il meccanismo della bolla Covid free sembra essere il più accreditato e funzionale al modello organizzativo del festival di Sanremo. "L'idea è quella del meccanismo che oggi governa il mondo del calcio - ha spiegato Matteo Bassetti - potrebbe funzionare: tamponi ogni 3 giorni ed isolamento in bolla per un periodo congruo". Ma la soluzione migliore sembra essere quella di privilegiare i soli vaccinati:
"Ho proposto di riempire il teatro, magari non come nelle precedenti edizioni, con persone già vaccinate. In Italia abbiamo un milione e mezzo di vaccinati, sono prevalentemente operatori sanitari e residenti in rsa e quindi, per quest'anno, si potrebbero, passatemi il termine, premiare alcuni operatori che potrebbero essere estratti, che hanno fatto la seconda dose del vaccino e che potrebbero quindi essere più sicuri dei non vaccinati".
amadeus fiorello
La proposta dell'infettivologo Matteo Bassetti potrebbe essere una valida e concreta soluzione al veto imposto dal ministro della Salute Roberto Speranza e ribadito dal ministro Dario Fraceschini, che hanno detto "no" al pubblico in sala. Vaccinare chi siederà all'Ariston potrebbe essere l'unico modo per consentire il regolare svolgimento della popolare kermesse musicale giunta alla sua 71esima edizione. Questo senza scatenare l'indignazione generale dopo che da mesi teatri e cinema sono chiusi al pubblico.
amadeus LUCIO PRESTA AMADEUS A SANREMO amadeus sanremo giovani