Leonardo Martinelli per “la Stampa”
AMANDA LEAR SI MUORE SOLO DA VIVI 1
È appena arrivata nella sua casa a Saint-Tropez, dopo che è rimasta rintanata per il confinamento nella campagna della Provenza, in quella dimora dove vive gran parte dell' anno, piena di ricordi.
Una liberazione per Amanda Lear?
«In realtà, ora che possiamo uscire ed è quasi tutto finito, provo un sentimento di ansia e di paura. La gente che fa rumore non ci siamo più abituati. Poi io da sola sto bene».
Per tre mesi ha dipinto, una grande passione. E si è occupata dei suoi gatti, «facevo da mangiare, il bucato, pulivo. Una massaia perfetta». Neppure voglia di parlare ai giornalisti: di cosa?
david bowie amanda lear
Ma adesso, sulle principali piattaforme, è appena uscito on demand Si muore solo da vivi, regista Alberto Rizzi (e con Alessandro Roja e Alessandra Mastronardi), dove c' è pure lei, Amanda, «un bel film, ci credo molto». Intanto si prepara a ritornare in studio di registrazione per il nuovo album.
Cominciamo dal film: che storia è?
«Quella di un uomo che, a causa del terremoto in Emilia, ha perso tutto e deve ricominciare da capo. È un musicista, ma da anni non ha più la sua band. La vuole ricostituire e contatta la sua vecchia manager musicale. Sono io, Giusi Ganaglia».
salvador dali' e amanda lear negli anni 60
E chi è Giusi?
«Una che se la tira un po', ma non è antipatica. Abbiamo girato a Correggio, in Emilia. Io tra lì e la Romagna, 40 anni fa, feci le mie prime tournée, quando ero la regina della disco music. Mi chiamò dalla Germania, dove registravo gli album, un manager vero, Luciano Tosetto. Fu un periodo meraviglioso: era la prima volta che mi esibivo in pubblico, dal vivo. Erano piccole discoteche, non era facile, dalla sala mi dicevano di tutto. Ma è stata una bella gavetta.
amanda lear
A proposito di musica, quando uscirà il nuovo album?
«Ci stavo lavorando, ma il lockdown ha bloccato tutto. Sarà il diciottesimo della mia carriera. In realtà non volevo più cantare, ormai mi piace troppo recitare, da una decina d' anni a teatro in tutta la Francia. Ma ho ancora tanti fans che aspettano da me un album. Ho registrato già tre brani: uno di Ritz Ortolani, era stato completamente dimenticato. Ritornerò negli studi a settembre».
Ancora musica disco?
«Macché, a me non piace, non mi è mai piaciuta. Lo so, ancora oggi la fanno tutti. Ma per me è finita. Preferisco canzoni d' amore, melodiche. Voglio far sognare, piangere, innamorare».
La sua voce è ancora quella di Tomorrow, bassa e profonda?
AMANDA LEAR PHILIPPE MALAGNAC
«Quarant' anni fa il mio produttore tedesco mi diceva: canta alla Marlene, devi essere la Dietrich della disco music. Mi spingeva verso una voce artificiale, sempre più bassa, che ha fatto il mio successo. Mi faceva fumare e si registrava alla quattro di notte e lui era contento.
Oggi è diverso».
In che senso?
«Sono cambiata facendo teatro. Al mio primo spettacolo a Parigi, il regista si mise nel balcone più alto e, quando parlavo, mi diceva: non si sente. Ho imparato a piazzare la voce più alta e più forte. Poi la voce è un muscolo e io, grazie al teatro, l' ho allenata. Canto meglio oggi di quaranta anni fa».
Il film di Rizzi racconta la storia di una persona che perde tutto. È capitato anche a lei
«Sì, era la notte tra il 15 e il 16 dicembre 2000. Scoppiò un incendio nella mia casa in Provenza. Morì mio marito, Alain-Philippe Malagnac. E bruciarono i ricordi di una vita, tutto. Io ero a Cologno Monzese, negli studi di Canale 5, a registrare un programma. Corsi lì, ma non c' era niente da fare».
AMANDA LEAR PHILIPPE MALAGNAC 5
Quale fu la sua prima reazione?
«La rabbia, la rivolta: cosa ho fatto di male, per meritarmi tutto questo? Poi capisci che, sebbene tu sia famosa, non sei intoccabile. È stata una grande lezione di vita: sono diventata più comprensiva, prima ero una bambina viziata. E quella casa l' ho voluta ricostruire».
Quali ricordi ha di Alain?
«Era una persona meravigliosa, pieno di qualità e di difetti. Era tenero, molto vulnerabile.
Prima e dopo ho avuto tante storie, anche molto belle. Ma di grandi amori nella vita ne hai uno solo».
amanda lear e andy warhol
Pochi mesi dopo si ritrovò a New York, l' 11 settembre 2001. Crollarono le torri gemelle
«La mattina in una galleria c' era il vernissage di una mia mostra di pittura. Ricordo il fumo fuori ovunque. Scapparono tutti, rimasi lì da sola come una cretina in mezzo ai miei quadri. C' era quell' odore di bruciato, come all' indomani dell' incendio a casa mia. Ma il fuoco brucia e anche pulisce.
Dopo si deve ricostruire. Si ricomincia».
SI MUORE SOLO DA VIVI AMANDA LEAR SI MUORE SOLO DA VIVI SI MUORE SOLO DA VIVI
amanda lear 2 amanda lear AMANDA LEAR MALAGNAC amanda lear e anthony hornez DALi' AMANDA LEAR AMANDA LEAR DALI' I DIPINTI DI AMANDA LEAR amanda lear stryx malgioglio amanda lear amanda lear amanda lear il amanda lear 1 AMANDA LEAR BOWIE AMANDA LEAR BOWIE amanda lear e alain philippe malagnac d’argens de villele I DIPINTI DI AMANDA LEAR I DIPINTI DI AMANDA LEAR amanda lear amanda lear (4) amanda lear amanda lear amanda lear amanda lear amanda lear amanda lear amanda lear cover andrea giordana e amanda lear amanda lear amanda lear 1 amanda lear 2 amanda lear alla sfilata evento di jean paul gaultier 1 amanda lear e david bowie 1 amanda lear e gianluca de rubertis amanda lear e dali' 1 amanda lear e dali' 2 amanda lear e manuel casella amanda lear 1 gene gnocchi amanda lear amanda lear 10 amanda lear 2 amanda lear 3 amanda lear 11 amanda lear 6 amanda lear amanda lear amanda lear amanda lear alla sfilata evento di jean paul gaultier amanda lear 3