ELENA POLIDORI
Filippo Ceccarelli ed Elena Polidori per ‘la Repubblica’
Elmetto giallo e scarpe anti-infortunio. Croc croc, i sassi sbriciolati sotto i piedi. Sarà scontato, ma dovunque si guarda è solo distruzione. Insieme all' orientamento, il vuoto e la polvere si sono mangiati anche i ricordi.
Riviste da vicino per la prima volta dopo un anno, tutte quelle macerie sono ancora lì e stordiscono. Ma nel frattempo Amatrice è diventata una necropoli per gli spettacoli.
filippo ceccarelli
È consolante e al tempo stesso amaro riconoscere, fra gli esiti del dopo sisma, un luogo e una comunità che resistono trasformandosi loro malgrado in un palcoscenico, un set, un auditorium, uno stadio, uno studio televisivo diffuso, un cielo aperto alle scorribande dei droni, un mega ristorante frammentato e delocalizzato, una miriade di pagine Facebook; e anche un po' un circo.
Forse era inevitabile, al giorno d' oggi; forse era necessario per mantenere alta l' attenzione, misurare e mobilitare la solidarietà, che non è certo mancata. Grazie a tutti, di cuore. Grazie a Bocelli, alla musica lirica, sinfonica, gospel, rap, irlandese, ciaramelle e concerti d' alta montagna.
amatrice un anno dopo
E grazie allo sport: le partite del cuore, la nazionale cantanti, la nazionale terremotati, il compleanno di Baggio, la panchina d' oro al sindaco Pirozzi, l' abbraccio di Ranieri, il premio Scopigno; e gli atleti della corsa podistica che applaudivano agli amatriciani, la pedalata solidale, gli incontri di boxe, la Yamaha di Valentino Rossi all' asta, il video col vecchio Dan Peterson che dice «Amatriciee nummero unooo!» e il "Babbo Natale dal cielo" dei Paracadutisti di Terni.
amatrice un anno dopo
Ma il problema è che a un anno di distanza molto, anzi troppo è rimasto fuori campo, nascosto dalle telecamere e alle telecamere, cancellato dalla sceneggiatura pop del post terremoto, o tagliato in fase di montaggio. Perché il regime delle immagini è prepotente, gli spettacoli sfuggono di mano, creano nuovi riti, ma intasano la vita sociale e soprattutto non potranno mai sostituire i progetti e quindi il futuro.
Dopo tutto l' emergenza è ancora lì; Curcio si è dimesso; Errani se ne sta per andare; le casette ci sono e non ci sono; le stalle non ne parliamo; la gente del posto comincia a scocciarsi, scrive rabbiosa sui social, organizza flash mob, blocca la via Salaria. Il Centro del gusto dell' architetto Boeri esiste, è bello e funziona. Ma il resto? Sono scattati i primi provvedimenti giudiziari per i crolli, robetta piuttosto antica, ottuagenari indiziati. La Procura di Rieti indaga.
amatrice un anno dopo
Il Papa è venuto con una golf dai vetri scuri. Ma diversi ospiti illustri in elicottero, i potenti anche stranieri e i vip nostrani s' affacciano sulla zona rossa, si commuovono, talvolta lasciano soldi. I governanti italiani fanno promesse, non di rado temerarie; alcuni parlamentari hanno sperimentato per un paio di giorni la vita degli sfollati. I politici iniziano a temere fischi e contestazioni. Tutti regolarmente dicono «non vi lasceremo soli». La retorica, fin troppo abbondante, potrebbe rovesciarsi addosso a tele-guardoni, esibizionisti solidali e generosi narcisi.
Tutto o quasi è stato allestito per essere visto e trasmesso. Fra le photo- opportunity, ostensione di macroscopici assegni, scambi di magliette le più varie, distribuzione di felpe ed emblematici scarponi. Vanno bene anche questi. Però adesso magari ci sarebbe più bisogno di progetti che di emozioni, e forse dopo un anno vale più una scelta sensata di una testimonianza strappalacrime, è meglio una buona legge che l' ennesima immagine suggestiva, l' ultimo video choc, l' estremo beau geste.
AMATRICE
Le macerie, per dire. Sono drammaticamente ipnotiche, toccano corde profonde, nel loro sgomento aprono scenari senza tempo, eppure lì sotto appena un anno fa pulsava la vita, poi è sopraggiunta la morte, e lo sguardo rischia ora di profanarle entrambe.
Si capisce perché un mago delle immagini come Paolo Sorrentino abbia scelto queste rovine per ambientarvi qualche scena del suo prossimo film.
elenoire casalegno con eva grimaldi per amatrice
Ma si capisce anche la reazione di chi - l' ex parroco, don Sante Paoletti, ora in Sabina - vuole tenersi quei brandelli di cielo e quelle pietre da cui ancora spuntano tavoli, stoviglie e materassi «nel silenzio del proprio cuore, come in un nascosto sacrario». Il dibattito che brevemente ne è nato anche sulla rete è stato l' unico all' altezza dei tempi, i quali impongono il dominio degli spettacoli su tutto, compreso il dolore.
CARLO AMATRICE
Ad aprile il sindaco aveva vietato i selfie, ma poi ha consentito che Sorrentino potesse girare perché il cinema «è immortale e Amatrice, seppur ferita, vuole esserci per sempre ». Lo stesso Pirozzi, d' altra parte, nella difficile condizione in cui la catastrofe l' ha precipitato, fin dal primo minuto, la notte del 24 agosto 2016, si è visto costretto ad alzare la voce per conquistare attenzione.
CARLO AMATRICE
Così è diventato, o meglio è dovuto diventare personaggio; e i suoi modi diretti e la sua ruvida schiettezza hanno ottenuto consenso, fino a fargli sognare e minacciare l' istituzione di un' entità indipendente che nel nome richiama un tratto feudale, o nobiliare, la "Contea", con tanto di stemma e simboliche chiavi. Così, bene o male, per forza di cose è entrato anche lui, sempre più richiesto da radio e tv, nel grande spettacolo che con mille suoni, foto, filmati, visite, rappresentazioni ed eventi doveva alleviare le fatiche degli abitanti, trasmettere segni di vita, risollevare la città morta e sepolta da ogni sorta di detriti.
renzi con sindaco amatrice
Ecco allora i primi sposi post-terremoto e la prima neonata a Porta a porta, ecco l' abbraccio della sciagura e della solidarietà con Lampedusa, ma ecco anche un pullulare e un moltiplicarsi, da tutta Italia e in tutta Italia, di omaggi e iniziative manifestamente e meritoriamente benefiche come laboratori di giocoleria, corsi di educazione motoria, di hula hoop, contro il cyber-bullismo, shiatsu, taekwondo, pet therapy.
renzi felpa amatrice
Tutto è accaduto, da quelle parti.
La pacifica, anzi amichevole invasione dei motociclisti presentata con un titolo un pochino azzardato: "Terre in Moto". Come pure, dinanzi al massiccio dei Sibillini col Vettore segnato da un eloquente solco, poteva lasciare perplessi un' escursione denominata "Montagne in movimento”.
papa bergoglio ad amatrice
In compenso si è ridotto l' uso e l' abuso della espressione denigratoria «all' amatriciana». Ma la quantità di guanciale della celeberrima ricetta degli spaghetti, proposta come patrimonio Unesco, ha attirato fulmini vegani e vacui presenzialismi su presunti castighi piovuti dall' alto. In basso, al fondo della commedia nera, si segnala un video in cui un vigile di Milano si è fatto riprendere mentre usciva da una bara come uno zombie - quando nei cimiteri delle frazioni le casse da morto scoperte erano visibili anche a distanza.
papa bergoglio ad amatrice 7
Ma pazienza. Molti si sono dati da fare. I Lions hanno restaurato la statua di Cola dell' Amatrice; il Fai si è concentrato sul santuario di Filetta.
E l' infiorata, Ortolandia, il Bosco della memoria, la nascita degli aquilotti del monte Gorzano, il monumento al valoroso cane dei soccorritori, Camilla, la festa del gelato, l' opera I have a drink, il Premio Alberto Sordi, il vademecum Cgil, la statua della Madonna arrivata da Fatima, il fumettista giapponese che ha spedito una tavola, l' Uomo Ragno giunto a piedi dall' Emilia, Geronimo Stilton che ha fatto sorridere i bambini.
MATTARELLA GRASSO BOLDRINI RENZI AI FUNERALI DI AMATRICE
A rileggersi i social di un anno, viene naturale confrontare la spontanea vastità di questi sostegni dal basso con il groviglio delle norme e della burocrazia, i rallentamenti delle procedure, la confusione sui fondi, le improvvisazioni e le facilonerie dispensate durante il terribile inverno, ma anche prima e dopo, e pure adesso.
Ma quanto ancora può durare tutto questo? Quanto può reggere questo attivismo solidale, questa sostituzione dello Stato e delle sue istituzioni prima che il regime degli spettacoli crei e diffonda intorno alle macerie di Amatrice una coltre d' illusioni, una specie di realtà parallela?
SERGIO PIROZZI SINDACO DI AMATRICE
Perché nulla sostituisce quella che per pigrizia, ma ostinatamente, si continua a chiamare la politica. Che in fondo si risolve nel trovare per tempo le soluzioni giuste al momento giusto. Oggi cioè, quindi per domani.